lunedì 2 marzo 2015

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Silver Spoon - Le prospettive di un istituto agrario

La cover nipponica del primo volume
Silver Spoon (銀の匙 Gin no saji)  è un manga shōnen attualmente in prosecuzione, realizzato da Hiromu Arakawa (già famosa per Full Metal Alchemist - che prima o poi recensisco anche!) e pubblicato su Weekly Shōnen Sunday dal 2011. Nel 2012 ha vinto il prestigioso premio Manga Taishō e, dallo stesso anno, è edito in Italia dalla Panini Comics in una versione economica da edicola (senza sovraccoperta e pagine a colori, al prezzo di 4,20€ a volume). Dall'opera sono anche stati tratti un anime, realizzato dalla A-1 Pictures e composto da due stagioni di undici episodi, per un totale di ventidue puntate (andato in onda nel 2013 e nel 2014 in Giappone e in contemporanea sulla web-tv Popcorn Tv sottotitolati in italiano dalla Dynit), e un film live-action uscito a marzo 2014.

L'iniziale aspirazione del
protagonista di essere sterilmente il
numero uno nello studio
Yugo Hachiken è uno studente della prima superiore che ha passato con successo l'esame standard [1] per accedere all'istituto agrario O-Ezo. A differenza della totalità dei suoi compagni, che si sono iscritti proprio lì perché hanno un piano preciso per il loro futuro (tipo rilevare l'azienda agricola di famiglia, diventare un allevatore, studiare veterinaria, ...), Hachiken l'ha fatto principalmente per scappare da una situazione domestica per lui diventata insostenibile. Suo padre, infatti, è un uomo molto duro, che pretende che i propri figli ottengano sempre il massimo dalle scuole che frequentano e che siano sempre al top della graduatoria. Questa aspettativa, unita al fatto che suo fratello maggiore è riuscito addirittura ad entrare al
E i lavori manuali che si trova
inaspettatamente a svolgere
primo colpo nella prestigiosissima università Todai, ha portato il povero ragazzo ad un livello di stress estremo, per cui ha scelto, come via di fuga, di iscriversi ad un istituto dove l'impegno richiesto nelle materie tradizionali è piuttosto basso. Dopo solo un paio di giorni di scuola, però, Hachiken si rende conto di aver mal giudicato il suo nuovo istituto e si trova inaspettatamente a fare i conti con una vita scolastica impegnativa e piena. Oltre alle lezioni in aula, infatti, ha un sacco di esercitazioni pratiche nelle stalle e nelle serre, è costretto ad iscriversi ad un club (e in quella scuola sono tutti circoli sportivi) e, soprattutto, ha un sacco di materie da seguire ultra-specialistiche da cui parte da zero.

Lo shock del protagonista davanti
alla sua prima gallina macellata
(volume 1)
I personaggi messi in scena sono parecchi, tra studenti e professori, ma il soggetto principale e fulcro della storia rimane per tutto il tempo della narrazione proprio Hachiken. Il giovane comincia la sua avventura come un tranquillo ragazzo di città, uno che non si è mai domandato esattamente come venga prodotto il cibo che mangia [2] e che, improvvisamente, si trova ad avere a che fare direttamente con la campagna. Hachiken è un ragazzo ingenuotto e privo di obiettivi ma anche coscienzioso e intelligente per cui, quando si trova circondato da persone determinate a fare un lavoro che amano nonostante le difficoltà che comporta [3] e viene spronato dal fatto di trovarsi finalmente a toccare con mano i frutti del suo lavoro, comincia a cambiare e diventa pian piano una persona più determinata e sicura di sé.
Hachiken fa il suo primo incontro con il
mondo dell'equitazione. La ragazza è Aki.
Hachiken è un alieno per quel mondo rurale ma proprio riuscendo a sfruttare la sua diversità riuscirà ben presto a diventare una vera calamita per i suoi compagni. Accanto a lui ci sono una marea di altri personaggi. Tra loro si distinguono Aki Mikage, la prima figlia di una famiglia di allevatori poveri, una ragazza poco portata per lo studio ma molto gentile, carina e appassionatissima di cavalli (di cui lui, ovviamente, si innamora all'istante), Tamako Inada, una lady di ferro, molto preparata ed esperta nel far fruttare al massimo un allevamento e determinata a lavorare in una mega-coperativa super ingegnerizzata, Shinnosuke Aikawa, un ragazzo timido che sogna di fare il veterinario ma che patisce la vista del sangue e Ichiro Komaba, un ragazzo tutto di un pezzo, figlio di una famiglia ancora più povera dei Mikage, che sogna il Koshien [4]. A differenza di tutti i suoi compagni, Hachiken è l'unico a non avere un sogno chiaro. Scoprire la sua strada e seguirla, arrivando ad affrontare le sue più grandi paure, sarà per lui un grande motivo di crescita.
 
La corsa dei Ban'ei
Un Hachiken provato saluta
i suoi mattinieri amici
Dal punto di vista del disegno bisogna dire che in Silver Spoon si ritrova il classico tratto della Arakawa, caratterizzato da figure nette, delineate con poche linee e ambientate in setting molto ben studiati e ricchi di dettagli. Le scene d'azione sono potenti e dinamiche e i personaggi sono estremamente espressivi. Anzi, si può dire che una delle sue caratteristiche più spiccate è il modo in cui tratteggia le espressioni esagerate dei suoi soggetti, rendendole immediatamente comprensibili al lettore ma al contempo dando loro un'accezione comica. Va poi ancora sottolineato come i personaggi siano anatomicamente corretti (e direi anche molto solidi e volumetrici, nella loro presenza in pagina) e come anche gli animali siano tratteggiati in modo preciso e coerente.
 
La gioia di aver creato qualcosa
di buono con la propria fatica
In definitiva posso dire che sto amando moltissimo Silver Spoon, un manga che, volume dopo volume, riesce sempre a mettere sulla pagina delle tematiche molto particolari e ad unirle con degli ottimi spunti di approfondimento, senza dimenticare mai l'azione e anche un briciolo di comicità. In particolar modo apprezzo davvero tanto il fatto che la sua autrice non solo si sia documentata moltissimo per scrivere quest'opera, ma anche che stia trattando delle tematiche che è evidentemente conosce molto bene e ha, a sua volta, toccato con mano in prima persona (per chi non lo sapesse, la maestra Harakawa è nata in una fattoria in Hokkaido). Il lettore viene portato quindi passo passo in un contesto rurale completamente sconosciuto al tipico cittadino e, grazie alle esperienze che
I personaggi con gli animali
il protagonista fa, si addentra in tematiche nuove e approfondisce aspetti di un mondo completamente diverso dal solito, un mondo in cui ai maialini da carne non viene dato un nome [5], un mondo dove tutti sanno che le uova vengono fuori dalla cloaca delle galline e in cui i sapori sono naturali e genuini. Tra l'altro non si ferma al solo mondo dell'allevamento al fine del consumo alimentare ma indaga anche quello dell'allevamento a fine sportivo [6]Consiglio la lettura di questo manga a tutti quelli che si sono sempre domandati come arrivi la carne e la verdura nei banchi del supermercato e che desideri approfondire tematiche legate all'allevamento di animali da carne e da competizione.

La prima sigla dell'anime


NOTE:

[1] Per accedere a molte scuole superiori nipponiche bisogna superare un esame di ammissione. Normalmente ve ne è uno con raccomandazione (per chi ha determinate condizioni, tipo aver frequentato la scuola media collegata a quell'istituto) e uno standard, molto più difficile.
 
Punti di vista
[2] Come praticamente tutti i cittadini. Quanti dei cittadini che leggono questo blog hanno mai visto sgozzare una gallina, scuoiare un coniglio, mungere una mucca o nascere un animale dal vivo? Io ho dei nonni contadini per cui l'ho visto fare in prima persona, ma molti ormai sono talmente abituati a comprare il taglio di carne pulito in macelleria che non hanno praticamente più idea di come faccia ad arrivare in quello stato. Credo che vivere in prima persona l'esperienza di vedere la gallina che prima scorrazza nel cortile, poi sia appesa per scolarne il sangue, sentire l'odore che fa la sua pelle quando viene spiumata e prendere in mano le sua interiora per darle ai gatti della corte ed infine vedersela servita nel piatto, sia estremamente formativo. Aiuta a comprendere e appezzare meglio il valore del cibo.
 
Un allevatore deve comunque
monetizzare il suo lavoro
[3] Fare l'allevatore, specialmente nei piccoli allevamenti, non è affatto semplice. I macchinari e i mangimi sono piuttosto costosi, le materie prime vengono pagate poco (è la grande distribuzione a prendersi gran parte dei proventi), il lavoro è duro e spesso poco gratificante. Però moltissimi piccoli allevatori resistono per amore della loro terra e delle loro bestie. Ecco, questo è forse uno dei messaggi più importanti dell'intera opera: l'allevatore non è una persona malvagia che si diverte a torturare gli animali, ma una persona che gli animali li ama, li cura e fa di tutto per rendere la loro vita la più buona possibile compatibilmente ai propri mezzi (certo, poi li fa macellare, perché quello è il suo lavoro - gli allevatori sono persone pratiche e concrete, che non rendono romantiche le cose). Gli allevatori (con le dovute eccezioni, ovviamente, perché non bisogna mai fare di tutte le erbe un fascio) sono persone che conoscono e amano gli animali molto più di certi animalisti dell'ultima ora che rubano  ippotami, visoni e giraffe di allevamento per poi liberarli in natura (con il risultato che questi poveretti, non abituati a cavarsela da soli e completamente fuori dal proprio habitat, finiscono tutti ammazzati nel giro di poche ore o fanno danni irreparabili alla fauna autoctona. Come si suol dire, di buone intenzioni è lastricata la via dell'Inferno. NOTA: Non ce l'ho con gli animalisti in generale, ce l'ho con gli estremisti).
 
[4] Il prestigioso torneo liceale interscolastico di baseball. In Giappone è così importante che viene dato in televisione.
 
[5] Mio nonno, tra tutte le sue galline e i suoi conigli, diede il nome di "Collo Pelato" solo alla sua gallinella preferita, che non aveva intenzione di macellare. Alla fine, però, a causa di un litigio con il vicino (proprietario della parte di corte in cui c'era il pollaio) finì per uccidere e mangiare anche lei.

[6]  Ossia quello dell'equitazione. Qui mi contengo con la nota perché sono andata a cavallo per anni (monta inglese, salto ostacoli) e potrei scrivere un trattato in merito, ma mi fermo solo a sottolineare come, ancora, l'amore dell'autrice per la disciplina sportiva e per i cavalli riesca a trasparire chiaramente dalle pagine del suo manga. In più, devo ammettere, non ne sapevo nulla della corsa dei Ban'ei (disciplina tipica dell'Hokkaido) e ho trovato molto interessante anche quell'approfondimento. 


author

SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





23 commenti :

  1. Ora tutto mi è più chiaro, dicevo che è un disegno conosciuto: è Hiromu Arakawa!
    Non l'ho mai letto, ma mi sembra "strana" come opera... Nel senso che sono abituato alle storie fantasiose di Arakawa, questa mi sembra qualcosa di decisamente più calmo e tranquillo :)
    Magari un giorno lo recupero.

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    1. Il disegno della Harakawa è inconfondibile :D
      Ovviamente la storia è completamente diversa da un Full Metal Alchemist ma devo dire che l'autrice riesce ad animare anche una serie ambientata in un contesto scolastico ^^
      C'è anche una serie animata facilmente reperibile ^^

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  2. Non sono fan sfegatata di carni e allevamenti ma mi piacciono tantissimo i manga in qualche modo educativi che possono cmq insegnarmi qualcosa... e in effetti questo manga lo compro e (anche se non l'ho ancora letto tutto per bene) mi piace parecchio.

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    1. Una buona storia con dei buoni personaggi rimane comunque una buona storia con dei buoni personaggi. E poi, effettivamente, la Harakawa tratta il tema in modo molto didattico, con la scusa che il suo protagonista non ne sa nulla ;-P

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  3. Ne avevo sentito parlare tempo fa, un fumetto sicuramente diverso da solito e anche divertente!
    A dimostrazione che si possono fare anche serie senza colpi segreti XD

    Moz-

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    1. Infatti, la Harakawa si vede che ci tiene molto a questo tema ed è riuscita a imprimere il suo amore per l'allevamento nelle pagine del suo manga ^^

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  4. Come sai, non leggo manga, non perchè non mi piacciano (una volta lessi Keroro e morii dal riderere!), ma perchè non ho preso l'abitudine, però...questo sembra davvero un'opera fuori dal comune e anche educativa. Devo dire che leggendo il post ho pensato ad alcune cose successe nella vita reale dalle mie parti:
    -ho visto un allevatore che accarezzava una mucca che aveva appena partorito e le aveva cucito la vagina o il sedere, però la mucca prima o poi sarebbe stata mandata al macello
    -in quarta superiore, una ragazza della classe accanto (XD) ha portato delle interiora di maiale per il laboratorio di biologia
    - solo alle superiori (all'inizio) ho scoperto che i piselli sono contenuti in fave
    - in un paese in provincia delle mie parti, c'è un istituto agrario in cui c'è un corso che dura ben 6 anni. 6 anni di scuole superiori e se finisci a 20 anni nessuno ti prende in giro perchè sei in regola, e la maturità la fai al sesto anno! Ti giuro, almeno nel 2009 era così (mio fratello doveva iscriversi alle superiori e gli avevano dato un libretto con i vari indirizzi scolastici della regione e c'era questo unico indirizzo di 6 anni dell'agrario)
    - per quanto riguarda certi animalisti (vegani)....stendo un velo pietoso. Alcuni sono capaci di prendere un gatto (animale totalmente carnivoro) e poi farlo morire perchè non vogliono dargli carne, ma solo verdure...le contraddizioni di certe persone. E poi mia madre trovò un libretto gratis (ed orrendo) che convinceva i bambini delle elementari a diventare vegani: sì, i bambini delle elementari. Uno può diventare vegano, ma da grande (dopo i 15/16 anni, direi io), non da piccolo. Per fortuna ho conosciuto un tipo vegetariano che non ha imposto le sue scelte al figlio nè alla moglie...
    e questo è tutto, questa opera mi ha ispirato varie considerazioni...chissà, magari romperò il mio embargo sui manga (ho a casa, oltre a Keroro, un manga di One Piece e un mio amico AMA Jojo) e potrei iniziare a leggerli (ti ripeto, non ho nulla contro i manga, ma non ho mai preso l'abitudine di comprarli) xD

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    1. Questa è una lettura un po' diversa dalle canoniche letture shonen e il tema che tratta è davvero particolare ^^

      Lavorare seriamente nel settore primario non è affatto semplice.

      Sugli animalisti estremisti stendo un velo pietoso anche io. Non c'è peggior sordo di chi non prova neppure a capire e che è convinto ciecamente di star facendo comunque la cosa giusta, pur non essendosi prima adeguatamente informato. È di questi giorni la notizia di una mamma che è finita al pronto soccorso con la figlioletta per aver tolto a mani nude delle processionarie (dei bruchi velenosi, scatenano una dermatite nell'uomo, ma possono uccidere animali da compagnia e sono dannosissime per i pini) dalla strada perché non venissero investite. Ora, questa cretina (non mi viene altro modo per definirla) ha messo in pericolo se stessa, sua figlia e i pini della zona solo per aiutare dei bruchi dannosi. Se ha gli scarafaggi in casa cosa fa, trasloca invece di disinfestare? Onestamente credo che questi personaggi avrebbero bisogno di una buona dose di campagna reale e magari supererebbero certe fantasie dove vedono tutti gli animali come amici e fratelli che si devono tenere per manina.
      Non parliamo poi di quelli che vogliono veganizzare gli animali carnivori, quelli sono in uno stadio della fantasia ancora più profondo!

      Sui manga: io non sono vincola necessariamente al nipponico (non più), più che altro mi piace leggere belle storie sotto-forma di fumetto, per cui, quando vedo qualcosa che mi attira lo prendo :D

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    2. Oddio! Ma quella madre cos'ha al posto del cervello? chisseneimporta di quei bruchi, onestamente xD Credo che un personaggio del genere se avesse gli scarafaggi in casa, beh, li lascerebbe proprio prevalere
      Sono d'accordo su quello che pensi sulle belle storie in forma di fumetto, dovrei adottare anch'io il tuo stesso metodo ;)

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    3. Io credo che se un essere vivente è in pericolo bisogna provare ad aiutarlo.
      Questi bruchi erano pericolosi per i pini e per gli animali domestici, però lo stesso uomo è pericoloso per l'ambiente, per i suoi simili e per le altre creature, anzi, credo che l'essere umano sia allo stesso tempo l'essere vivente più pericoloso (o comunque fra i più pericolosi) e colui che ha i mezzi principali per salvare una vita, tutto dipende da come decide di agire. Però credo anche che per una persona rischiamo la nostra vita pur di salvarla, un gesto di altruismo e di principio che viene dal cuore, credo che questo dovrebbe essere così non solo con gli uomini, ma con gli esseri viventi in generale (le zanzare però non le posso proprio difendere, questo lo devo dire! XD). A me dicevano: "Salva prima te stessa e se ne hai la possibilità poi salva gli altri"; io non la pensa esattamente così perchè una vita è una vita e avrei questo peso sulla coscienza per sempre, non posso neanche dire però di aver mai vissuto una situazione del genere, quindi questo al momento resta solo un mio modo di pensare, potrei agire in tutt'altra maniera, però mi piacerebbe anche tener fede in ciò che credo. Poi come c'è chi è eccessivo da una parte (gli animalisti estremisti) c'è chi ammazza gli animali dandosi alla caccia per sport e io questo persone le sopporto ancora meno (anzi non posso neanche dire che le sopporto!)
      Detto questo neanche io avrei salvato quei bruchi, e a questo punto sembro andata prima dico una cosa ma poi non faccio come dicoXD (egoismo? Voglia di non morire prima del tempo?).
      Io vivo in campagna (non in una zona che si può dire completamente rurale ma comunque in campagna) e qualche uccellino ferito mi è capitato di provare a salvarlo dai gatti qui intorno, se muore spiace però io provo a far ciò che posso perchè non succeda, mi piacerebbe seguire sempre questa idea, finché possibile. ^^

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    4. @Petralia: certe logiche non riesco proprio a capirle!

      @Hong Nat: Io distinguo tra animali dannosi e animali non dannosi. Ci sono un sacco di parassiti (zanzare, zecche, pulci, pidocchi, scarafaggi, processionarie, afidi, cocciniglie, ma anche ratti e via discorrendo) su cui appoggio pienamente la disinfestazione. Sono animali pericolosi, dannosi e spesso anche portatori di malattie gravi se non mortali. Ti faccio un esempio: a casa mia, una volta, c'erano tanti scarafaggi (perché c'erano ancora le maledette pattumiere condominiali, da quello scarico saliva veramente di tutto - grazie al cielo le hanno abolite) e onestamente non mi sento la coscienza sporca per aver disinfestato con veleni e trappole (più tutti quelli che si è mangiato la gatta) in modo massivo. Quando la seconda gatta si prese le pulci disinfestammo la casa con un veleno ambientale (dovemmo stare fuori per parecchie ore) e di nuovo non mi sento la coscienza sporca per quelle pulci. Idem quando le pulci le ebbe il terzo gatto. In cantina avevamo topi (venivano sempre dalla spazzatura condominiale) a non finire e no, non mi sento in colpa neppure per loro. Onestamente non mi sento neppure di condannare la caccia di contenimento. Non so quanto mi farebbe piacere incontrare un cinghiale mentre scavallo la collina di Torino (qui è pieno di cinghiali, senza la caccia di contenimento ce li troveremmo per le strade).

      Certo, sono contraria al bracconaggio e alla caccia indiscriminata ma dato che per molti animali (anche pericolosi) i predatori naturali non esistono più (o sono molto ridotti), ritengo che la caccia di contenimento sia l'unica soluzione (pensa a cervi e daini, quando sono liberi da predatori prolificano in modo incontrollato e distruggono il loro ambiente, con il risultato che poi finiscono per morire di fame). Tutt'altra cosa sono sadici che torturano gli animali per gioco!

      Poi anche a me è capitato di trovare uccellini e lucertole feriti (spesso tra le zampe di un gatto di mia proprietà) e di liberarli ma non credo che avrei fatto lo stesso con un gatto selvatico, che magari si era sudato il suo pranzo e sarebbe finito a bocca asciutta, con il rischio ancora di far morire lui di inedia (i miei gatti ricevono i loro pasti regolarmente sotto-forma di crocche e bustine, per cui non hanno fame, se catturano altri animali è solo per giocarci - tra l'altro vorrei far notare che anche crocche e buste, alla fine, contengono animali).

      Credo che, in generale, come sempre, la via migliore sia nel mezzo. Sì alla disinfestazione e al contenimento controllato ma no alle stragi e, soprattutto, no alle torture.

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    5. Sulla disinfestazione non ho molto da dire, se si ha la propria abitazione invasa non c'è nient'altro da fare. Di topi entrati in casa non me ne ricordo, di zecche o pulci per fortuna niente, ma con le zanzare non ho pietà. Se ci fosse un'invasione deciderei di disinfestare senza farmi troppi problemi o rimanerci male. (Io, con avere un peso sulla coscienza intendevo dire che se una persona è in fin di vita voltargli le spalle per scappare è davvero un brutto gesto e ci soffriresti anche, questa però è una cosa personale, c'è gente che se ne ha la possibilità comunque se ne frega e lo abbandona al suo destino così, anche se in fondo tocca tutti a morire è come condannarlo ed è un gesto senza cuore! Credo che un maggior rispetto verso chi non nasce "umano" un po' ci vorrebbe, senza esagerare.)

      Nel paesino di montagna dove si trova la casa di mia nonna e di mia zia c'era un cinghiale che i bambini volevano proteggere perchè non venisse ucciso. Però morì (se non sbaglio dei cacciatori gli avessero sparato) e mia nonna, avendo vissuto la situazione e nascondendo il cinghiale ci rimase malissimo. (La storia forse non è precisissima o ho confuso qualcosa perchè sono passati diversi anni, ormai e quando mi venne raccontato tutto questo io andavo alle elementari)

      Di animali in pericolo anche io quando li ho soccorsi avevano o sbattuto contro qualche vetro o i gatti dei vicini ci stavano giocando, quindi, conoscendo i proprietari so che comunque non sarebbero morti di fame.
      Mi ero dimenticata di dire, nel commento precedento che io sono una persona felicemente onnivora, che mangio carne e pesce e poi, quando lo faccio non posso lamentarmi con me stessa: sono nata onnivora, obbligarmi a qualcosa che non si adatti a come sono e a come mi sento sarebbe molto peggio. Invece, gli animali carnivori devono mangiare carne, se no muoiono, spesso vederlo o sentirlo a molti fa star male, però è la vita, e costringere un leone a diventare ebivoro è come farlo morire
      Forse ho un po'esagerato prima e mi sono fatta prendere, alcune cose che ho scritto (alcuni paragoni, ad esempio) ammetto che sono un po' eccessive.

      Infine devo dire che condivido, più o meno, con qualche differenza quello che pensi tu, il parere è soggettivo ma comunque mi ha fatto piacere scambiarsi un po' di idee e confrontarsi, pensandolo diversamente, come è giusto che sia.^^

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    6. In generale, per non avere la casa invasa di parassiti bisogna disinfestare sempre. Anche se non lo fa il privato, comunque la comunità lo fa :D

      Accidenti, un cinghiale socievole è molto particolare. Da queste parti di cinghiali ce ne sono parecchi e non sono socievoli (anzi, sono anche un po' pericolosi e dannosi. Distruggono e caricano).

      Se è così fai benissimo con gli uccellini :D Tanto quei gatti hanno una loro ciotola sempre bella piena (e, pur amando molto i gatti, posso dire che con le prede sono proprio stronzi!).

      Anche a me fa sempre piacere scambiare opinioni (anche diversa dalla mia) in modo educato e pacato :D

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  5. Mi piace come trama e come ambientazione. Anch'io da bambino passavo sempre un mese in campagna e ho le idee più chiare riguardo coltivazione e allevamento, oltre a una certa nostaglia per quei giorni (ma hai ragionissima quando dici che la vita del contadino / allevatore non è per niente remunerativa sul piano economico a causa dei prezzi di acquisto ridicoli imposti dai grandi gruppi alimentari). Lo voglio proprio leggere.

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    1. La serie è davvero particolare e merita anche solo per il modo in cui riesce a tirar fuori questi argomenti piuttosto rari nel panorama dei fumetti nipponici (e dei fumetti in generale). Purtroppo molta gente di città non ha avuto la fortuna di avere un contatto diretto con la campagna e non ha davvero idea di come funzionino le cose ^^

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  6. probabile che guarderò l'anime, la storia mi ispira veramente molto! anche se io sono proprio il contrario, adoro le grandi città e vivo in un paesucolo circondato dai campi. I miei nonni stanno in campagna e quando mio nonno era più giovane comprava sempre un maiale intero per farne salami, in quei giorni io e mio fratello andavamo sempre a "dare una mano" anche se eravamo più che altro d'intralcio xD

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    1. La storia è davvero particolare nel panorama delle serie scolastiche :D
      Io vivo in città e adoro la città, non credo che riuscirei a trasferirmi in campagna, ma devo dire che ho apprezzato molto averla frequentata da piccola nel periodo estivo. Comunque la campagna ha molto da insegnare ed è solo vivendola (anche solo per poco) che si possono apprezzare certe cose :D

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  7. Ho finito di vedere da poche settimane la seconda stagione dell'anime! Il manga non lo seguo, ma a quanto pare sono identici, quindi ho optato per la versione che mi facesse risparmiare di più XD
    Questa serie mi piace molto: onesta, intelligente e divertente! ^^
    Dagli ultimi post deduco che l'argomento dell'alimentazione/catena alimentare ti interessi particolarmente e mi è venuto in mente che un arc di Hunter x Hunter offre spunti di riflessioni interessanti. Magari ti potrebbe piacere :)
    Tornando a Silver Spoon, spero facciano una terza stagione! Non sapevo del film live action, quindi se lo trovo lo recupero volentieri!

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    1. Concordo sul giudizio! E poi, aggiungo, si nota davvero tanto che la Harakawa conosce bene e ama quello di cui sta parlando :D
      In realtà l'argomento alimentazione è uscito in modo quasi casuale ma, devo dire, sono contenta quando viene trattato in modo onesto come fa la Harakawa e ammetto di detestare le "scorciatoie morali" come in certi fumetti\cartoni per un pubblico giovane.
      Hunter X Hunter mi piacerebbe recuperarlo ma mi troppo arrabbiare l'idea che sia sospeso per inedia dell'autore!

      I film live action tratti da fumetti che amo un po' mi spaventano ma vorrei recuperarne alcuni (Kenshin, Ranma, Mushishi, per fare esempi facili) ma poi mi trovo a pensare che tanto la storia la conosco e non trovo mai tempo per loro XD

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    2. Quando un'autrice si documenta come si deve, le lodi le vanno fatte a prescindere dal risultato finale secondo me ^_^
      Per quanto riguarda HxH, il manga lo sto accuratamente evitando per la tua stessa ragione XD L'anime ha una sorta di finale aperto improvvisato che ti da la sensazione di "conclusione", sempre virgolettata, ma meglio di un'arc lasciata a metà. Quindi eventualmente ti consiglierei di recuperare quello ;)

      Anche io li prendo sempre con le pinze i live action :/ l'unico che mi sia davvero piaciuto è stato Kenshin (ne ho parlato diverse volte sul blog infatti), soprattutto gli ultimi due film. Certo, non è la stessa cosa dell'originale, ma si difende benissimo!

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    3. Verissimo e, ti dirò, preferisco un autore\autrice che rischia di diventare didascalico\a a una che azzecca-garbugli e scrive cose a caso ;-P

      Kenshin devo recuperarlo ma anche quello di Ranma sembrava una cosa carina :D

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  8. Avevo letto il primo volume, ma anche se mi era piaciuta molto la documentazione, non mi aveva intrigato. Magari lo recupererò in seguito. Di questo manga mi piace da matti la resa del cibo e dei sapori *Q*

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    1. A me fa venire una voglia pazzesca di partire subito per l'Hokkaido e andare ad assaggiare in loco tutti i prodotti di cui parlano *ç*

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