lunedì 23 febbraio 2015

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Ressentiment - Realtà o mondo virtuale?

La cover dell'opera
Ressentiment (ルサンチマン - risentimento, traduzione dal francese di una parola che indica un sentimento di ostilità verso la fonte della propria frustrazione, fatto crescere da un senso di inferiorità, inadeguatezza e invidia) è un manga seinen scritto e disegnato da Kengo Hanazawa a partire dal 2004. L'opera, composta da quattro volumi, è l'opera prima dell'autore, poi reso celebre dalla serie I am hero. In Italia è stata stampata dalla GP Manga in un'edizione da fumetteria, con sovraccoperta ma senza pagine a colori (prezzo 5.90 €). Alla sua uscita non lo presi (più che altro perché non l'avevo nemmeno notato nel marasma delle pubblicazioni mensili) ma, avendo vinto il primo volume autografato dall'autore alla riffa natalizia della mia fumetteria (ora che l'ho detto non vincerò mai più nulla in vita mia), ho cominciato a leggerlo e poi ho deciso di recuperarlo fino in fondo.


Il nostro valente protagonista riflette
sulla sua vita
Takuro è un uomo di trent’anni [1] piuttosto sfigato. Brutto, grasso, stempiato, sempre sudaticcio e impacciato, è ancora sistemato in pianta stabile a casa con i suoi genitori, fa un lavoro che non lo gratifica (e mai lo gratificherà) e non ha mai avuto l’ombra di una donna in vita sua (e per questo è ingrifato come un bonobo). Un giorno, il suo amico nerd Echigo gli mostra una nuova tecnologia per simulatori di appuntamenti che permette al giocatore di entrare fisicamente in un mondo virtuale e di conoscere e corteggiare delle ragazze fatte di bit e programmazione.
Takuro prova il mondo virtuale
per la prima volta
Takuro rimane strabiliato da questa opportunità, si fionda a comprare un suo equipaggiamento personale e comincia a costruirsi una sua identità alternativa. Nel gioco, infatti, Takuro non è il brutto ciccione impacciato che è nel mondo reale, ma diventa magicamente un ragazzino piuttosto belloccio (e che ama fare gran proclami da eroe) e comincia a corteggiare apertamente Tsukiko, la ragazza virtuale che ha regolarmente acquistato con l’hardware. Però, Tsukiko non è esattamente come le altre ragazze virtuali e l’inesperienza di Takuro nelle relazioni sociali e nel mondo dei giochi on-line finirà presto per mettere in pericolo entrambi, portandoli a scovare i nodi che si celano dietro a un mondo virtuale apparentemente troppo perfetto.


Takuro nel gioco conosce Tsukiko

Takuro è un personaggio davvero triste. Il suo lavoro non gli piace, la sua vita non gli piace, non ha interessi particolari (se non il sesso, il che lo rende un laido maiale, vista la sua ossessione) e passa le sue giornate a lamentarsi e rimuginare.
Le vere e uniche intenzioni di Takuro
In pratica è il prototipo del fallito a cui una società senza scrupoli ha tarpato tutte le iniziative e la gioia di vivere e che trova solo nel primordiale sesso (quindi quello fatto senza neppure un briciolo di affetto ma solo come azione meccanica per svuotare i suoi genitali) il suo unico guizzo vitale. Chiuso nella squallida stanzetta e collegato al suo nuovo computer, però, riesce a diventare un’altra persona. In pratica in lui cambia solo l’aspetto estetico ma, grazie a questo (e al fatto che Tsukiko è programmata per provare affetto nei suoi confronti) riesce a sciogliersi un po’ con le donne reali e impara a dialogarci senza farsi prendere dal panico.Purtroppo, però, va detto che oltre a questo Takuro non riesce proprio ad andare e per tutta la durata della serie rimane lo stesso laido personaggio dell’inizio. [SPOILER FINALE] Anzi, se proprio devo dire, è nel finale che si denota chiaramente che l’esperienza non è stata formativa per lui e non gli ha insegnato a provare una vera forma di affetto nei confronti di una donna reale ma l’ha lasciato a rimuginare su un amore virtuale e impossibile. [FINE SPOILER]
Tsukiko serve il tè,
da brava fanciulla virtuale
Al suo fianco c’è Tsukiko. Tsukiko è una intelligenza artificiale un po’ particolare ma fondamentalmente fa tutto quello che viene richiesto di fare ad una intelligenza artificiale: rispetta la sua programmazione. E Tsukiko è programmata per provare affetto nei confronti del suo padrone. Senza fare spoiler, posso dire che la ragazza non ha modo di evolvere particolarmente nella trama e, anche quando prende coscienza di cos’è realmente, il suo unico desiderio rimane quello di avere “l’uomo solo per lei” [2]. Messa alle strette, però, riesce a fare qualcosa che Takuro non riuscirà mai a fare: evolve e il suo desiderio dal virtuale "voglio il mio padrone" diventa il più liberatorio “voglio vivere”, (solo per se stessa e non in funzione del prossimo), rendendola finalmente umana.
Nagao, una donna reale, in tutta
la sua dolcezza
Il terzo grande personaggio dell’opera è Nagao, una donna adulta, belloccia (per come può essere belloccia una donna in questo manga), con un buon lavoro e disperata. Nonostante l’aspetto curato e i modi di fare da lady di ferro, infatti, è una donna infelice e sola, che vorrebbe trovare l’amore e dare un senso alla sua vita da impiegata, ma che trova nella sua stessa superbia il suo più grande punto debole. Lei, tra tutti i personaggi è quella che più evolve, apprende, si immedesima e impara dalle vicende che le accadono, arrivando a trasformarsi una donna completamente diversa nell’arco di soli quattro volumi. Se devo dire, tra tutti i personaggi, lei è il più riuscito e il più vincente, nonché l’unico che riesce a dare un vero e proprio schiaffo al sistema virtuale!

Takuro abbraccia Tsukiko. Che
tristezza di immagine.
Dal punto di vista del disegno si può osservare che il tratto di Kengo Hanazawa è un tratto molto particolare, esagerato, caricaturale ma quasi realistico nel suo insieme. I suoi personaggi nel mondo reale sono brutti, panzoni, calvi, con bocche enormi (le bocche sono un po’ il suo tratto distintivo, ho idea), gambe storte, espressioni assurde e abiti discutibili, e formano un particolare contrasto con le loro controparti nel mondo virtuale. Laggiù, infatti, in un universo fatto di bit, i soggetti diventano magicamente belli come se fossero appena usciti da un classico shōjo manga, ma, pur essendo più esteticamente gradevoli, diventano al contempo meno espressivi, meno vivi  e vitali e si coprono di un’aura di falsità che li rende immediatamente anche meno simpatici. A completare il tutto ci sono poi degli ottimi sfondi (sempre molto dettagliati, in special modo quando sono rappresentate le camerette dei disadattati e il posto di lavoro) e una buona rappresentazione del mondo virtuale che, pur non staccandosi da una visione classica, risulta ben chiara e di impatto.

Takuro e Echigo si confrontano 
Resseintiment è un manga che parte da un’ottima idea (un futuro ormai non più così improbabile dove gente che odia la propria vita reale può rifugiarsi nel sogno di una realtà virtuale alternativa che soddisfi ogni suo più recondito desiderio - sesso, ricchezza, bellezza, …) e  riesce a rappresentarla in modo inusuale, grottesco e senza alcun romanticismo (fin esagerato, a tratti, visto che ci sono parecchie scene squallide ed esplicite), ma è un vero peccato che non riesca a chiudere adeguatamente la sua parabola narrativa, perdendosi in un'azione concitata invece di approfondire fino in fondo lo stato d'animo e la psicologia dei suoi personaggi. Probabilmente questa sua debolezza, unita ad alcune incongruenze nella trama, è figlia dell'inesperienza dell'autore (che, come detto, era alla sua prima pubblicazione), ma viene in parte compensata da una discreta freschezza narrativa.
Echigo nel gioco
In definitiva posso dire che questa serie, nonostante i suoi difetti, sia piuttosto interessante nel suo mostrare con precisione quasi chirurgica un problema sociale di emarginazione (forse anche un po' autobiografico per l'autore) e, soprattutto, sia originale per il modo malato in cui i suoi personaggi agiscono e pensano. Lo consiglio a tutti quelli che amano quelle storie ambientate tra il reale e il virtuale e che abbiano voglia di trovare un punto di vista diverso dal solito, in particolar modo quelli che vedono la realtà virtuale patinata da quel romanticismo irreale alla Chobits.

 
Altre opere sulle relazioni virtuali
  1. Chobits
  2. Green Lantern TAS
  3. Oreimo
  4. Sword art online

 

NOTE

[1] Ok, lo ammetto, trovo sbagliato chiamare “ragazzo” o “giovane” un trentenne. Finiti i venti si entra nel fantastico mondo degli adulti, poche storie. In realtà già nella seconda metà dei venti si è grandicelli ma possiamo ancora soprassedere, però non si può sentire mettere i pluri-trentenni in categoria “ragazzi”!

Chii in Chobits
[2] Citazione di quell’orrore maschilista di Chobits. In realtà, a ben vedere, la povera Tsukiko non si comporta molto diversamente da Chii (solo è un po’ meno celebrolesa) ma continua per tutto il manga a prostrarsi ai piedi del suo padrone. Il suo non è vero amore, il suo è imprinting della programmazione che ha ricevuto, che la spinge ad “amare” l’uomo che la “salva” e la “protegge”! Vorrei anche far notare come il padre umano di queste creature virtuali sia in entrambi i casi un dannatissimo maniaco sessuale che decide di dare una programmazione così perversa alla propria creatura! Se quell’altro idiota del professor Mihara in Chobits aveva pensato bene di mettere l’interruttore di Chii nella sua vagina sintetica (perfettamente funzionante, tra l’altro) e associare il suo switch ad un reset della memoria della macchina, questo cretino di Kanzaki pensa bene di imprintare la povera Tsukiko\Moon con una programmazione che la rende, in pratica, una schiava sessuale di chi la possiede (tant’è che è proprio da lei che vengono poi sviluppate le ragazze virtuali dei videogiochi erotici). Anche qui lo sblocco delle funzioni “speciali” della fanciulla virtuale passa attraverso la sua vagina, il cui “imene” è una specie di portone.

Tsukiko in Ressentiment
La differenza tra Chobits e Ressentiment è che, mentre il primo vive di proclami sull’amor puro e altre cavolate pseudoromantiche per infinocchiare il lettore e fa vivere al suo stupido protagonista una storia d’amore vera e concreta con il suo droide, almeno il secondo è piuttosto onesto e presenta un quadro desolante delle relazioni umane dei sub-umani che si chiudono nel loro sfavillante universo virtuale per evadere da una realtà che li emargina. Ressentiment condanna il mondo virtuale e lo mostra come un pericolo, specie quando travalica i propri limiti di intrattenimento e si prefigge di soppiantare la vita vera di chi ne usufruisce. È giusto fuggire così dalla propria vita? Può un mondo sintetico rendere una persona felice anche nel mondo reale? La risposto di Ressentiment è no. Secondo Ressentiment , per quanto si fugga il mondo reale comunque arriverà ad allungare i suoi tentacoli anche in quello virtuale e non accettarlo porta solo ad un disastro relazionale ed economico (basta vedere l’amico Reinhart, che finisce per perdere il lavoro, gli amici e persino la casa perché passa tutto il suo tempo nel suo castello virtuale).


author

SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





23 commenti :

  1. Non ho letto questo manga, anche se ne avrvo letto qualche parere positivo. Quello di Orlando Furioso se non erro :)
    Condivido in pieno con il messaggio dell'opera, anche se non so se la recupererei...il protagonista mi mette su una tristezza già da queste pagine che hai messo! D: penso che finirei per deprimermi, visto che manca anche quel minimo di rivalsa finale, da quel che ho capito...
    è possibile però che ci ripenserei davanti a qualche buona offerta u_u

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    1. Sì, lui aveva già scritto una recensione positiva ma all'epoca, alla fine, non lo presi. Leggendolo, però, si è rivelato un buon titolo (forse un pelo acerbo su alcuni punti, ma indubbiamente un buon titolo) :D

      Davanti ad una buona offerta è sempre difficile dire di no ;-P

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  2. Questo manga è fra i possibili recuperi anche se immaginavo che sarebbe finito in quella maniera (mi sono letta volutamente lo spoiler) quindi non gli ho dato priorità.. diciamo che preferisco i manga dove ci sia un messaggio o una qualche lezione (a meno che siano puro intrattenimento).

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    1. Devo dire che non posso far altro che darti ragione. Quella mancanza è proprio il suo punto debole! Se devo dire il volume che mi è piaciuto di più è proprio il primo, poi si butta sull'azione e perde un po' di spunto sul tema di base. Però, se devo dire, il ritratto che fa degli sfigatoni è quasi sublime :D

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  3. L'idea è sicuramente interessante, lo stile del disegno forse un po' troppo caricaturale ma indubbiamente originale.
    Lo segno sicuramente fra le opere che mi interesserebbe leggere.

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    1. Trovo che lo stile di disegno si sposi bene con il registro con cui viene narrata la storia :D

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  4. Qual è la differenza tra vivere la realtà virtuale e giocare ai Sims?

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    1. Ehhh lascia stà, il primo The Sims era un casino difficile XD

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    2. @Sergio: Il concetto è più o meno analogo, ma qui il personaggio è immerso completamente nel gioco e può anche toccare fisicamente (con speciali dispositivi) le creature virtuali ^^

      @Marco: Mi sarebbe sempre piaciuto provarlo ma non ho mai avuto il tempo e l'occasione per farlo ^^

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  5. Avevo saltato questo post...
    Se mi dici che non è come Chobits corro a leggerlo!
    Scherzi a parte, Ressentiment non lo avevo mai sentito parlare. Di fonde sembra un tema già visto e sentito, ma c'è qualcosa che mi attira.
    Me lo segno e lo metto nel listone dei "recuperabili".

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    1. Non è assolutamente come Chobits, anzi, se devo dire è l'antitesi di quelle menate assurde che l'opera delle CLAMP si spara sull'amore puro tra macchina e uomo :D

      Il tema è già stato affrontato in diverse altre opere ma è la prima volta che mi imbatto in una rappresentazione così caricaturale e al contempo concreta ^^

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  6. Il temadi questo manga è strabusato nella letteratura, ma tutto sommato quattro volumi non sono tantissimi.
    Certo che Takuro è proprio un otaku della peggior specie. :-p

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    1. Direi che è anche peggio di un Otaku, visto che non ha proprio interessi: Takuro è un panzone sfigato e triste XD
      Quattro volumi sono un numero molto accettabile :D

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  7. Peccato per la scarsa evoluzione dei personaggi principali, ma dalla tua recensione mi interessa!

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    1. Il tema è trattato in modo particolare e, secondo me, piuttosto realistico (fino a metà opera, poi si perde un po' nell'azione concitata, tirando fuori un paio di eventi poco credibili). In ogni caso, è ottimo come riesca ad avere come protagonisti dei personaggi che sono l'antitesi dell'eroe classico ^^

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  8. Sembra una storia interessante e sicuramente, come hai sottolineato tu, più sensata e realistica di Chobits: un uomo insoddisfatto che si butta nella realtà virtuale non credo proprio si dia al romanticismo... :P

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    1. Sul realismo concordo sulla prima parte dell'opera (specialmente il primo volume, che è anche il più bello), poi si perde un po' nella fantascienza, ma senza dubbio il concetto di di base dell'opera è molto più concreto di quell'orrore di Chobits. Takuro dal suo nuovo computer non cerca amore, ma una ben più gretta soddisfazione sessuale ;-P

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  9. Il tema mi pare raccontato in maniera piuttosto onesta, il protagonista però è davvero troppo viscido per i miei gusti.

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    1. Anche a me all'inizio aveva fatto quell'impressione ma a vederlo in azione fa poi un po' di tenerezza (e un po' lo prenderei a sprangate sui denti, perché fa delle cose da codice penale alla sua IA) ^^

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  10. Avevo visto più volte delle immagini di questo manga con il protagonista che si abbandona alla realtà virtuale (in vari forum di videogames in cui si parlava dell'Oculus Rift VR) ma non sapevo da che manga erano prese, finalmente l'ho scoperto! Il tema mi interessa assai, ora me lo segno nella lista "da leggere" prima o poi :P Relativamente al tema Realtà Virtuale, consiglio di vedere l'episodio di South Park "Grounded Vindaloop", una grande genialata

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    1. Sono felice di essere stata utile :D
      Il tema è davvero interessante e la cosa più bella di questo manga è proprio il modo concreto e fin quasi troppo realistico con cui mette in scena i comportamenti dei suoi personaggi (almeno, nella prima parte, poi, come già detto, c'è una svolta action\fantascientifica che smorza i toni) :D

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  11. Molto interessante! Lo stile di Kengo Hanazawa mi piace molto (ho visto un po' di tavole di I am a Hero, pur non avendolo ancora letto), e la tematica mi attira! Oggi come oggi, trovo che sia molto importante trattare questo tema in manoera seria e matura, non come in robe alla Chobits che vogliono soltanto stimolare gli otaku malati a perseverare nel loro autismo (perché di una forma di autismo, anche se "autoimposto", si tratta). Visto che sono 4 volumi, se GP Manga permettendo lo trovo, penso che lo leggerò! :)

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    1. I am hero un po' mi ispira e un po' lo temo (adoro gli zombie e mi piace lo stile di Hanazawa ma non l'ho ancora provato) XD
      La tematica di Ressentiment è davvero interessante e, per una volta, non c'è alcun stupido romanticismo legato alla sfera del virtuale ma, anzi, viene mostrato in maniera cruda e diretta cosa succede a chiudersi nel proprio mondo fantastico :D

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