lunedì 25 maggio 2015

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Dragon Head - Il significato della Paura

La cover acida del primo volume
Dragon Head (ドラゴンヘッド Doragon Heddo) è un manga seinen fantascientifico apocalittico, post-apocalittico e dai forti connotati di horror psicologico, disegnato e sceneggiato da Minetaro Mochizuki (già autore del volume unico Phantom Stalker Woman). Pubblicato originariamente sulla rivista Young Magazine della Kodansha, è stato poi raccolto in madrepatria in dieci tankōbon tra il 1995 e il 2000, e in Italia è stato inizialmente edito dalla Magic Press Edizioni nel 2001. Questa versione fu interrotta dopo il sesto volume (motivo per cui non lo presi all'epoca, quando scoprii della sua esistenza era già stato brutalmente interrotto) ma, per fortuna, la Planet Manga ne ha realizzato una riedizione a partire dall'agosto del 2014 con sovraccoperta ma senza pagine a colori, per un costo di 6,50€ a volume (per chi fosse interessato, è appena uscito l'ultimo volume). Il manga ha vinto nel 1997 il premio Kodansha in categoria generale e nel 2000 il premio per l'eccellenza al quarto Premio culturale Osamu Tezuka. Nel 2003 la storia è stata adattata in un film live action, scritto e diretto da Joji Iida.

Il terremoto squassa il treno
Takeru Aoki è un comune studente della scuola superiore, in gita con i suoi compagni di classe. Durante il viaggio di ritorno, mentre il treno entra in una galleria, il terreno viene scosso da un tremendo terremoto e il mezzo deraglia, uccidendo istantaneamente praticamente tutti i suoi passeggeri. Teru riesce miracolosamente a sopravvivere quasi illeso ma, con suo grande orrore, scopre di essere bloccato all'interno del tunnel da una frana che ne ha occluso l'uscita. Il giovane si rende così conto di trovarsi in una situazione disperata: dentro un tunnel buio, con solo una torcia elettrica, circondato da una montagna di corpi e con solo una radiolina a fare da tramite con l'esterno. Dalla radio, purtroppo, non giungono buone notizie e ben presto si rende conto che il disastro è stato molto più grande di quello che sembra dall'interno della galleria e che, con buona probabilità, non ci sono squadre di soccorso che andranno a cercarlo. Poco dopo Teru incontra gli unici due altri superstiti del treno. Il primo è Nobuo Takahashi, un ragazzo debole e piuttosto impressionabile, mentre la seconda è Ako Seto, una ragazza molto più forte di quanto si potrebbe immaginare. I tre superstiti formano un gruppo e tentano disperatamente di sopravvivere ma nell'oscurità c'è qualcosa in attesa, qualcosa pronta a ghermirli e trascinarli verso una deleteria follia: la Paura.

Teru si rende conto della portata del disastro nella galleria

I tre ragazzi dell'inizio della storia non sono tutti personaggi messi in scena (altri compariranno in seguito, ovviamente, altrimenti il cast sarebbe stato troppo scarno), ma Teru e Seto sono i due protagonisti dell'intera vicenda.
Teru si trova da solo ne treno deragliato
I due sono due giovani piuttosto normali, che prima dell'incidente conducevano una vita ordinaria e senza particolari stravaganze. Andavano a scuola, erano dei bravi figli, rispettavano le regole ed erano abituati a tutte le comodità della vita moderna. In un minuto, un tragico e disastroso minuto, le loro intere vite vengono devastate e si trovano a dover lottare per la sopravvivenza in mondo diventato improvvisamente primitivo e violento. Ma non sono gli altri esseri umani il problema principale. Ogni secondo dopo il disastro la loro psiche non sarà più quella di prima e dovrà affrontare la Paura, un nemico onnipresente, multiforme (la paura di morire, la paura di rimanere soli, la paura del buio, la paura di non essere soli, la paura delle altre persone, la paura di impazzire, la paura del terremoto, la paura di non essere all'altezza, ...) e capace di spingerli verso la china della Follia.
Teru e Nobuo trovano Seto ancora viva
Ad abbracciare quella china per prima sarà Nobuo. Nobuo è, come detto prima, un ragazzo debole, probabilmente vittima di bullismo prima dell'incidente e che non riesce a sopportare la situazione in cui si trova, andando pian piano in pezzi. Ogni sua azione, spesso dettata dalla paura, lo fa pian piano scivolare verso il baratro e il poveretto si trova ben presto a compiere gesti sempre più orribili e privi di senso, gesti che lui stesso fatica ad accettare, finché, ad un certo punto, non si trova ad aver perso completamente la lucidità. Nobuo non è l'unico personaggio ad impazzire per colpa della Paura nella storia ma, anzi, l'intero cast messo in scena non è altro che un bellissimo catalogo di modi differenti in cui si può reagire alla paura, quando si finisce messi alle strette. Accettarla, affrontarla, abbandonarsi in essa o addirittura dimenticarla sono solo alcune delle soluzioni attuabili!
 
Nobuo: Paura, Terrore e Follia
Il disegno di Minetaro Mochizuchi è particolare e offre un character design atipico (i suoi personaggi sono piuttosto realistici - persino bruttarelli - e hanno gli occhi chiaramente a mandorla), delle anatomie discretamente proporzionate e delle ottime scene di devastazione e distruzione, estremamente particolareggiate. Tutti i fatti messi in scena sono chiaramente comprensibili e seguire l'azione è semplice e immediato. La punta di diamante di quest'opera, secondo me, è l'atmosfera di disastro terrificante che l'opera riesce a dare al lettore, trattenendolo per tutta la durata del volume all'interno di un mondo alieno, sbagliato ma incredibilmente realistico. Ho trovato anche molto interessante come l'autore sia riuscito a materializzare concretamente sulla pagina la Paura e il Terrore che i suoi personaggi vivono sulla tavola, facendola impersonare da espressioni terrorizzate e da un notevole espediente narrativo, e il suo uso splendido e concreto del nero.
 
Nobuo si rende conto di essere in trappola
In definitiva posso dire che Dragon Head non è solo un manga su un povero gruppo di persone che sopravvivono miracolosamente ad un catastrofico evento distruttivo che cambia i connotati ad un'intera area del Pianeta ma è un manga che parla della Paura e di come l'animo umano sia in grado di affrontarla. La Paura è onnipresente nella storia. In ogni pagina, in ogni vignetta c'è qualcosa di spaventoso o qualche personaggio che sta provando o reagendo alla paura. Teru e Seto, in particolar modo, partendo come due tranquilli e spensierati studenti, dovranno fare un lungo viaggio, un percorso fisico e psicologico, che li porterà ad incontrare la Paura sotto molte forme e a dover elaborare una propria risposta a tutto quello che sta accadendo. Dragon Head non è solo un manga di avventura, è anche e soprattutto un manga psicologico, un manga che si prefigge di dare una risposta alle domande "perché si ha paura?" e "come bisogna reagire alla paura?".
La paura fa compiere gesti estremi
Mi sento di consigliare quest'opera a tutti quelli che vogliano leggere una pubblicazione un po' particolare, che sarà in grado di tenerli con il fiato sospeso fino alla fine e che riuscirà a mettere in scena uno degli scenari post-apocalittici più genuinamente spaventosi che abbia mai visto [1 -SPOILER FINALE].
Esiste una paura estrema, una paura primordiale, una Paura Pura? Cosa bisogna fare in questi casi? Com'è giusto reagire? O meglio, esiste un modo giusto per reagire? Ma soprattutto, a cosa serve avere paura?
 


Altre opere horror recensite:


NOTE:

Disastro ambientale
[1 - SPOILER FINALE] Ho letto diverse critiche al finale, che qualcuno ha definito inconcludente perché non mostra cosa succede dopo che si alza la colonna di fuoco a Tokyo. Secondo me è proprio il contrario. Lo scopo del viaggio di Teru e Seto non era quello di arrivare a Tokyo ma quello di imparare ad affrontare la Paura e a dare una loro personale risposta al Terrore che li attanagliava dal momento del primo terremoto. Nel finale del manga ci sono ben tre risposte al concetto di paura: quella del Dragon Head, quella del capo dei rivoltosi e quella Teru. La parabola narrativa della Paura a quel punto è ormai completa e quello che succede ai personaggi successivamente non è più rilevante: loro la risposta alle domande che la storia pone l'hanno trovata. Alla fine il cataclisma è solo un espediente narrativo per spingere i soggetti coinvolti nelle spire della Paura o del Terrore. L'autore ha scelto un disastro naturale ma poteva prendere qualunque altra situazione e il concetto finale e l'analisi della Paura non sarebbe cambiata.

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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





18 commenti :

  1. Ricordo le recensioni sulle riviste dell'epoca (nel 2001 c'erano ancora riviste-contenitore con buoni redazionali), ma non l'ho mai preso. Cavolo, dev'essere un gran bel fumetto!

    Moz-

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    1. Come fumetto è davvero interessante e tratta un argomento molto particolare. Se ti ispira, te lo consiglio perché merita :D

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  2. Questo manga mi incuriosiva molto.. ma sempre per questione di tempo e spazio è rimasto su una lista che probabilmente non depennerò mai.. ;_;

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    1. Bisogna fare delle scelte, anche io ne sto facendo (tutte le volte che guardo la mia immonda libreria mi viene male XD)

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  3. All'inizio mi intrigava, ma poi non l'ho preso. Non è neanche il mio genere e i disegni non mi piacciono per niente, però la storia ha un che di interessante, questo lo ammetto! In ogni caso, come avevo già scritto in "altri sedi" anche se non sono di mio genere, sono sempre contentissima quando una casa editrice ripesca dei manga interrotti da altri editori, in modo che i lettori possano finalmente poter proseguire con la lettura! Questa cosa mi fa estremamente piacere, al posto di fare annunci su annunci, credo sia piu' intelligente (quando si puo' ovviamente) comprare i diritti di quelle serie interrotte (e fidati ce ne sono tantissime!).
    In ogni caso, se trovassi i sub, vedrei molto volentieri il live action (ebbene si, ho letto anche lo spoiler e mi è piaciuta molto la tua interpretazione sul finale)^^.

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    1. I disegni sono un po' ruvidi ma personalmente apprezzo molto questo stile su questo genere di storia.

      Tutte le volte che viene ripreso uno dei titoli interrotti sono contenta anche io, ho poche serie interrotte dall'editore in libreria e la sensazione, quando le riprendono dopo anni è qualcosa di meraviglioso *__*
      (Poi ho delle serie sospese in Giappone per cui ci ho messo una pietra sopra XD)

      Non so se il live action racconta la stessa storia fedelmente, a volte fanno dei cambiamenti ;-P

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  4. Io ne ho comprati alcuni numeri, ma ancora non l'ho iniziato e comunque devo ancora recuperarne tanti. Però con questa recensione mi hai messo ancora più voglia di iniziarlo! :D
    Poi io il genere horror-psicologico lo adoro! *__*

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    1. Questo è un gran bel titolo per il genere horror-psicologico. Spero che ti piaccia perché la riflessione che fa sulla Paura è davvero molto interessante :D

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  5. Ho sempre sentito parlare bene di questo titolo proprio per via di questa atmosfera. Non so se riuscirei a reggere un'intera serie basata su questo argomento però >__< sarebbero incubi assicurati a vita!

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    1. Un po' sì, specialmente tutta quella parte legata al buio e al claustrofobico iniziale. Il titolo merita, ma, come tutti gli horror va preso un pelo con le pinze se non si è avvezzi al genere (io devo fare attenzione perché amo l'horror classico e non mi fa paura e tendo a consigliarlo a destra e a manca XD) ^^

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  6. Sembra interessante, ma non è un genere che ho voglia di leggere in questo momento.

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    1. Il fumetto è molto interessante ma, come dici giustamente, bisogna essere nel mood giusto per gustarselo :D

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  7. L'horror non è il mio genere, raramente gli do una change.
    Comunque è bello vedere che ogni tanto si ripubblichino le serie interrotte... Io aspetto sempre Excel Saga XD
    Magari un giorno....

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    1. Anche io aspetto Excel Saga ç__ç
      Quando vidi l'anime e me ne innamorai follemente il manga era già interrotto! (Il fatto di aver scoperto il mondo degli anime e dei manga in età piuttosto avanzato ha fatto sì che mi evitassi l'orribile periodo delle millemila serie interrotte al mese) XD

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  8. Eccomi qui! Ho aspettato un bel po' prima di commentare, perché volevo scrivere qualcosa di senso compiuto, ma probabilmente in queste settimane sono così presa e stressata per motivi lavorativi che non penso ci riuscirò XD Dato che però il tempo passa, e rischio alla fine di dimenticarmi, ho deciso di rompere gli indugi e via al commento!
    Dragon Head: mi è piaciuta moltissimo la prima parte, in grado di mettermi addosso una claustrofobica ansia, ma dopo l'uscita dal tunnel, ha cominciato a coinvolgermi di meno, e arrivata alla fine della serie ho avuto la sensazione di qualcosa "mancante", e questo nonostante la consapevolezza che sia tutto perfettamente in linea con le intenzioni dell'autore.
    Voleva parlare di paura e di come gli uomini reagiscono alla paura; da qui la necessità di introdurre più personaggi, dai Dragon Head al gruppo sovversivo, e per lasciare intatto quel senso di iniziale angoscia, è rimasta sempre una certa indeterminatezza (cosa ha provocato davvero il disastro? Una catastrofe naturale? E' stato un atto volontario?).
    Inoltre, concordo con te che il viaggio personale dei due protagonisti, Teru e Seto, si sia comunque concluso, senza la necessità di farci vedere cosa sia successo "dopo": c'è stata una progressiva evoluzione/maturazione, e sono arrivati ad una nuova consapevolezza di se stessi, degli uomini in generale, della vita, della morte, e, ovviamente, della paura; il tutto ha un senso compiuto.
    Però, allargare il discorso a qualcosa di più universale, mettendo i personaggi di fronte ad una catastrofe immane, ha reso meno efficace la narrazione, almeno per i miei gusti.
    In altre parole, avrei preferito una storia che magari si limitasse al "solo" incidente ferroviario, ad ogni modo devastante per chi ne è rimasto coinvolto, senza chiamare in causa una vera e propria apocalisse; sarebbe stato comunque angosciante, con i protagonisti isolati dal resto del mondo, ad esempio per difficoltà nei soccorsi, e tenuti in una situazione di forte incertezza perché non raggiungibili da comunicazioni. Ritengo inoltre che il loro percorso personale si sarebbe potuto svolgere e arrivare a compimento anche sena uscire dal tunnel.
    Vero che "ampliare l'orizzonte" ha dato modo ai nostri di interagire con più persone, e quindi è stato uno spunto per poter analizzare i temi affrontati (paura/vita/morte/follia) da diversi punti di vista e su più ampia scala, però alla fin fine non mi ha convinto: è come se mettere in campo l'apocalisse avesse reso tutto meno realistico (chiunque potrebbe trovarsi coinvolto in un disastro ferroviario, ma la fine del mondo lascia un po' più scettici...), e per questo meno convincente e coinvolgente.
    Quel qualcosa di "mancante" a cui mi riferivo, non è la (voluta) assenza di spiegazioni o dubbi su cosa sta per accadere quando cala il sipario, ma piuttosto un senso di mancata "risoluzione", ossia ciò che dovrebbe completare una qualsiasi storia, e che però io in questo caso non ho avuto. Dragon Head non è né la prima né l'ultima serie che si conclude con "la fine del mondo", ma in altri casi, arrivata all'ultima pagina, ero comunque soddisfatta, perché avevo comunque avuto la mia "risoluzione", mentre qui sono rimasta con un "e quindi?..."
    Spero di essere riuscita a spiegarmi, anche se come al solito m i sono lasciata andare a commenti prolissi e fondamentalmente sconclusionati XD!

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    1. [SPOILER]
      Eccomi qui, scusa per il ritardo nella risposta ma volevo dedicarle il tempo necessario per scriverla per bene :D

      La devastazione su ampia scala o l'assenza di un rassicurante esterno in cui fuggire e mettersi in salvo è un classico topos narrativo delle opere horror nipponico. Se gli americani tendono (e dico tendono perché ci sono le ovvie eccezione da ambo i lati) a circoscrivere l'azione orrorifica e a mettere in campo la "fuga per la salvezza", spesso i giapponesi tendono a creare una catastrofe di più grande proporzioni, dove una fuga non è ammessa.
      In questo caso specifico, visto che il tema non è la salvezza dei ragazzi ma la paura che essi provocano, l'uscita dal tunnel libera dall'oppressione iniziale (per dire, nei primi volumi mi mancava quasi l'aria, a leggere di loro chiusi in quel modo) ma offre loro la possibilità di assaporare una paura ancora maggiore e di natura differente.

      Poi, ovviamente, come dici giustamente tu, farli uscire è anche un'espediente per far loro incontrare persone che reagiscono in modo diverso davanti alla paura totalizzante della distruzione estrema. Secondo me, finché loro sono nel tunnel, isolati dall'esterno, hanno ancora la speranza. La speranza di tornare a casa, la speranza di riabbracciare le loro famiglie, la speranza di essere salvati. Man mano che il tempo passa e che assumo consapevolezza di cosa è successo fuori (e per questo è importante che il disastro sia anche "fuori") perdono la speranza e cominciano ad avere paura per le loro case, per le loro famiglie, per il loro mondo. Alla fine la Paura è così totalizzante che la dimenticano, almeno fino al finale :D
      La risoluzione finale è la ritrovata paura di Teru. Teru nel suo viaggio ha imparato l'importanza e la pericolosità della Paura, le sue mille sfaccettature e l'ha quasi dimenticata, dandola per scontata. Nel finale la ritrova e dà una sua risposta (insieme a quella del capo dei rivoltosi e al Dragon Head) al concetto di Paura. Lì chiude il sipario. Non c'è più nulla da dire sulla paura :D

      PS: Secondo me non è finito il mondo il Dragon Head, ma è finito il Kanto. Nell'ultima cartina si vede uno scorcio di Giappone non intaccato (anche se un'eruzione del genere sicuramente porterebbe degli scompensi climatici).

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    2. In realtà, Dragon Head è il prequel di Violence Jack!!!!! XD

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    3. Ah ah ah, in effetti potrebbe essere XD
      La paura genera mostri e Violence Jack è un gran bel mostro :D

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