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La cover del volume |
Dimentica il mio nome è il quinto volume pubblicato da Zerocalcare. Edito dalla BAO Publishing nel 2014 in Italia (in concomitanza con il Lucca Comics) è un volume unico cartonato, venduto al prezzo di 18€.
Di
Zerocalcare sono una lettrice
da tempo, lo seguo regolarmente sul suo blog e stavo anche quasi
pensando di farlo entrare nella rubrica webcomics (con calma, che quella rubrica non bisogna farle fretta se no diventa timida e non esce per mesi) ma avevo deciso di
non prendere Dimentica il mio nome. L'anno scorso regalai a mio cugino
Un polpo alla gola [1] e lo trovai un volume carino ma non eccelso, scorrevole ma non immancabile e, soprattutto,
un po' caro per quel che effettivamente offriva (ossia un volume che sembrava una storiella del lunedì più lunga, per intendersi). Quindi, nonostante il mio fumettarolo
non perdesse occasione di far sapere quanto in fretta
esaurisse i volumi di Dimentica il mio nome in negozio, l'ho
snobbato per quasi due mesi.
Snobbato forse non è la parola giusta, diciamo che ci sono passata davanti, l'ho sfogliato, ho letto recensioni e commenti (di cui moltissimi positivi!) ma non ho ceduto a prenderlo. L'altro giorno, vedendo la pila che
si assottigliava per l'ennesima volta e avendo in mano una spesa fumettosa abbastanza
modesta (per i miei standard, intendo), ho ceduto e l'ho comprato.
E volete sapere una cosa? Ho fatto bene! [2]
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Zerocalcare davanti al
lutto imminente |
Questa recensione che sto scrivendo è
una delle più difficili che ho mai preparato perché su questo volume ci sarebbero un sacco di cose
da dire ma non mi va di raccontare i punti salienti della trama per
non rovinare la lettura a nessuno. Anzi, se devo proprio dire, Dimentica il mio nome è un volume da leggere
senza sapere praticamente di cosa parla (come ho fatto io, che i commenti e le recensioni li ho letti quasi con gli occhi chiusi, per evitare spoiler) e poi rileggere due, tre volte per notare ed apprezzare tutti
i dettagli nascosti, i riferimenti, i particolari non espliciti.
Quindi la recensione finisce qui, il volume è fighissimo e merita! Leggetelo!
Ma andiamo per ordine che altrimenti non si capisce nulla.
Dimentica il mio nome è una storia che scava nelle radici della figura di Zerocalcare, portandone alla luce
legami famigliari ed eventi del passato ormai in parte dimenticati, unendo
realtà e
fantasia in un mix perfetto.
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La morte |
Tutto inizia con la morte di sua
nonna Huguette, una donna mite e gentile, originaria della nobiltà francese, che non si sa bene come sia arrivata a vivere
nel quartiere romano di Rebibbia, universalmente conosciuto per uno dei carceri più grossi d'Europa. Grazie all'aiuto
dell'amico Secco e ad alcuni
oggetti trovati a casa della nonna, Zerocalcare decide di
ricostruire la storia della sua famiglia, cominciando a mettere insieme
i ricordi frammentari della sua infanzia e
i pochi racconti che sua madre gli ha fatto, ma ben presto si rende conto che
la storia, la sua storia, è piena di buchi.
Cos'è successo veramente in quella bella casa di mattoni in Provenza? Che fine ha fatto suo nonno? E i nazisti? Cosa c'entrano in questa storia? E l'anello da dove arriva? E Suzie, la sorella di Huguette, quella che ha sposato un carabiniere, in che modo entra nel disegno generale? E Iris? Chi è Iris?
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La paura |
La storia è davvero
piena di colpi di scena, di momenti drammatici, di cambi di prospettiva e di avventura ma è anche
una storia introspettiva che va ad indagare aspetti del carattere del giovane Calcare e del modo in cui
è cresciuto e si è rapportato con i membri della sua famiglia, tra
spettri vecchi di settant'anni e
fette di prosciutto infingarde. Alcuni capitoli, in particolar modo (come Saluti o Level Complete), sono davvero
intensi e
introspettivi (e, aggiungerei, di grande impatto per il lettore, che si fa salire un attimo il magone). Ma Dimentica il mio nome non è solo dramma e pathos, è anche un volume
divertente, dove l'autore riesce ad utilizzare in maniera egregia tutti
i suoi classici stilemi, riempiendo le pagine di battute, di situazioni comiche, di autocritica verso il se stesso bambino e adolescente, di personaggi stravaganti e reminder che affondano le radici nella cultura di chi è stato giovanissimo negli anni novanta (il Pisolone, i Cavalieri dello Zodiaco, Dawson's Creek, Ken il Guerriero, ...) e di chi anche oggi adora film e telefilm (300, Il trono di spade, ...), senza però mai
strafare. Umorismo o dramma, perfetta rappresentazione dell'idea (anche astratta) mai una vignetta esagerata o fuori luogo.
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Esemplificazione di un concetto
tramite Arya Stark che dialoga
con la testa mozzata di suo padre |
Dal punto di vista tecnico si osserva che
il tratto di Zerocalcare (mi fa strano che l'autore e il personaggio principale abbiano lo stesso nome, un'autobiografia di questo tipo non è un prodotto esattamente comunissimo) è molto
sintetico e
morbido e offre
personaggi espressivi, tracciati sulla carta con una spessa linea nera. Una particolarità del suo stile narrativo è
l'uso spregiudicato che fa di facce comunemente note (Re Leonida, Aria Stark, Sirio il Dragone, Lady Cocca, ...) per far loro interpretare
il ruolo di varie persone realmente esistenti o per
concretizzare sulla pagina alcuni concetti necessari alla storia. Il risultato è un
character design d'impatto e facilmente riconoscibile che gli permettono di far
identificare in modo immediato al lettore
la caratterizzazione (spesso eccentrica)
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Momenti più comici |
dei vari personaggi (anche secondari) senza dover fare
un ritratto fedele all'originale (ovviamente con le dovute eccezioni, visto che, ad esempio, il protagonista è un ritratto parecchio fedele dell'autore). Le tavole, in
bianco e nero, sono ricche e piene di dettagli e
lo schema irregolare delle vignette esalta ulteriormente l'azione o l'introspezione che viene
messa in scena. A spiccare nel volume è l'uso del
colore arancione. Ho scritto due righe sopra che l'intero volume è in bianco e nero ma non è del tutto vero. Infatti l'autore
impiega in modo estremamente significativo il colore arancione non solo per uno scopo grafico, ma anche per
sottolineare determinati aspetti della vicenda e a portare il lettore dritto dritto verso il climax narrativo dell'intera trama.
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Un uomo e il suo armadillo immaginario |
In definitiva posso dire che
Dimentica il mio nome è un ottimo volume, che riesce ad offrire
una storia complessa e piena di misteri e approfondisce in modo molto concreto
la psicologia di alcuni personaggi cardine dell'universo narrativo Zerocalcare (tra cui lo stesso protagonista/autore e la sua onnipresente madre, oltre ad aggiunge la novità della figura della nonna).
La trama è solida e, pur essendo messa in scena attraverso l'espediente narrativo dei capitoletti composti da
due pagine (grazie a cui l'autore può alternare parti più drammatiche ad altre più leggere senza soluzione di continuità), ben congegnata, fluida e organica.
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La nonna di Calcare da giovane |
A coronare il tutto c'è l'inconfondibile
stile dell'autore: moderno, sintetico e pregno di citazioni. L'unico
difetto dell'opera, a parer mio, è che per apprezzarla appieno è necessario
aver letto prima qualcos'altro dell'autore (il suo blog, tanto per cominciare - anche non tutto - oppure La profezia dell'armadillo, in cui si gettano le basi del personaggio e della cosmologia calcariana) e conoscere già almeno le figure di Zerocalcare, dell'armadillo e di sua madre. Mi sento di
consigliarlo un po' a tutti, magari prendendolo
insieme a
La profezia dell'armadillo (per chi stesse cercando un regalo di Natale dell'ultimo momento sono un'ottima accoppiata!), perché è un'opera dove Zerocalcare riesce a mostrare
la sua effettiva maturazione come autore,
superando quelle storielle brevi e divertenti con cui si è affermato e creando un vero e proprio romanzo grafico!
NOTE:
[1] Prima di incartarglielo l'ho letto. Lo so, non si dovrebbe fare, ma mi sono tolta la curiosità e poi non è che un volume già letto sia consumato!
[2] Oggi sono ripassata ed era di nuovo esaurito! Va come il pane questo volume! In compenso ne ho approfittato per prendere La profezia dell'armadillo, di cui parlerò prossimamente.
Zerocalcare lo conosco piu' come "persona" che come fumettista...Nel senso che lo seguivo appunto sul suo blog e vedevo non ricordo dove le sue ospitate in TV. Mi piace molto come la pensa su molte cose, prima o poi ovviamente rimedio e compro qualche suo lavoro (ovviamente la tua recensione aiuta molto)^^.
RispondiEliminaIn Tv non l'ho mai visto (la televisione la guardo veramente poco, più che altro telegiornali ad ora cena) ma il blog mi piace da un sacco di tempo (e un po' mi dispiace che le storielle del lunedì escano più lentamente ma immagino che adesso, con le pubblicazioni, sia incasinato anche lui) ^^
EliminaSecondo me questo volume merita decisamente (e devo dire che non mi è dispiaciuto anche La profezia dell'armadillo, anche se più acerbo) ^^
Ce l'ho lì da prima ancora di Lucca e non ho ancora trovato un minuto per leggerlo come si deve (ovvero con calma e possibilmente non a puntate). Nelle vacanze di Natale spero di riuscirci, finalmente!!!
RispondiEliminaVista la trama che c'è dietro ti consiglio davvero di leggerlo tutto di fila! Speriamo bene per le vacanze (io ho una lista infinita di cose da leggere e vedere durante le ferie XD)
EliminaAnche a me è piciuto molto!
RispondiElimina:D
EliminaPrima o poi colmero' anche questa lacuna.
RispondiEliminaFinora mi sono sempre limitato a lurkarlo nel suo blog. :-)
Se mi avessi chiesto qual'era il mio rapporto con Zerocalcare una settimana fa ti avrei risposto la stessa identica cosa :D
EliminaPoi ho preso quasi per caso Dimentica il mio nome, ho recuperato La profezia dell'armadillo e adesso sto facendo un pensierino su Dodici XD
È vero, volume fantastico ma è meglio leggerlo conosce di già qualcosa di suo. Io però il Polpo l'ho adorato! :)
RispondiEliminaSecondo me, per chi inizia con Zerocalcare, l'ideale sono La profezia dell'armadillo e solo dopo Dimentica il mio nome!
EliminaIl polpo forse dovrei rileggerlo, l'ho letto solo una volta parecchi mesi fa (magari lo chiedo in prestito a mio cugino) ^^
L'ho letto poco dopo l'uscita e l'ho trovato il suo lavoro più riuscito.Zero è cresciuto e ci dobbiamo aspettare grandi cose anche a livello di narrazione da lui in futuro.
RispondiEliminaConcordo pienamente. Leggendolo insieme a La profezia dell'armadillo si percepisce davvero tanto come sia riuscito a crescere e a migliorarsi come autore :D
EliminaMi sa che lo prendo allora! Mi hai davvero incuriosita xD
RispondiEliminaSe non conosci l'autore, prima di leggerlo dai almeno un'occhiata al suo blog, così alcuni dei suoi stilemi ti sono poi subito più chiari :D
Eliminagrazie mille! Appena ho voglia, guardo un po' le sue strip...le ho intraviste e ADORO il suo stile xD
EliminaÈ un piacere :D
EliminaIl suo stile è davvero molto interessante!
Preso a Lucca, ma come ti dicevo non ancora letto >_< voglio godermelo come si deve appena finisco il periodo di esami (così come gli altri volumi presi in fiera).
RispondiEliminaChe dire...a me Zerocalcare piace tantissimo! Ho letto tutti i suoi volumi e mi sono piaciuti tutti molto! Questo sembra uno dei più intensi e so già che mi farà venire il magone :< apprezzo molto la spontaneità di questo autore/personaggio e mi ci rivedo tantissimo per carattere e paranoie xD
Dato che a te piacciono gli zombie, ti consiglio di leggere Dodici! :)
Se ti sono piaciuto gli altri suoi volumi credo proprio che questo lo adorerai ma non ti dico nulla! Appena hai finito gli esami e sarai riuscita a leggere il volume, ovviamente, vorrei sapere cosa ne pensi :D
EliminaSu Dodici ci sto facendo un pensierino. Per Natale i parenti mi stanno fornendo di un po' di foraggio da investire in fumetti ;-P
Io l'ho comprato in preda all'entusiasmo e l'ho letto tutto d'un fiato, ma credo che dovrò fare una rilettura per un parere più calibrato...In generale però sono stata molto convinta dalla prima parte, mentre ho trovato la seconda un po' troppo buttata sul fantastico e confusionario...però la storia della nonna mi ha incuriosita di brutto :)
RispondiEliminaIo l'ho riletto due volte e ti assicuro che molti particolari saltano all'occhio solo quando sai già qual'è la trama generale :D
Elimina[SPOILER]
La seconda parte è più fantastica per il ruolo delle volpi che, non vorrei dire una cavolata, secondo me sono la rappresentazione metaforica di qualche etnia nomade, tipo gli zingari. Poi i dettagli non sono volutamente chiari, ma trovo che la metafora sia davvero ben riuscita (e ovviamente lo zoo non è lo zoo ma è il carcere) ^^
[FINE SPOILER]
Sì, anch'io l'ho letto tutto di un colpo e ci ho dovuto ragionare un attimo per capire le metafore...
Elimina[SPOILER]
Per le volpi allora l'hai pensata come me XD
[/SPOILER]
[SPOILER]
EliminaAnche perché così ha senso che la nonna si sia stabilita a Rebibbia (con tanti posti più belli che ci sono). L'ha fatto per poter stare vicina al nonno in carcere ;-P
[FINE SPOILER]
Io non lo conosco affatto.. cercherò di rimediare!
RispondiEliminaComincia dal blog! C'è un sacco di materiale, è gratis e non occupa spazio il libreria :D
EliminaDimentica il mio nome è l'opera che mi ha fatto definitivamente apprezzare Zero Calcare.
RispondiEliminaE' quell'opera che ti fa capire che l'autore non è un fenomeno passeggero del omento, ma qualcuno che resterà nella nostra storia fumettistica.
Pensa che ho visto una sua intervista su TV2000 (un canale televisivo cattolico) dove intervistavano Zerocalcare sulla sua vita a Rebibbia. Ha mostrato di essere una persona sicura delle sue origini, ma anche allo stesso tempo molto umile.
Devo dire che mi ha davvero colpito.
Io lo adoravo già per le storie sul blog, ma mi ero un po' fermata negli acquisti dopo aver letto Un polpo alla gola (che dovrei rileggere, magari lo apprezzerei di più, chissà!). Dimentica il mio nome, invece, mi ha davvero convinta a leggere anche il resto del cartaceo di Zerocalcare :D
EliminaAlla TV non l'ho mai visto (ne guardo davvero poca) ^^
Io l'ho preso a Lucca e me l'ha autografato lui in persona... tra l'altro, come ben sai, sono anche stato l'ultimo della fila XD
RispondiEliminaParlando del fumetto di per se, è sicuramente il suo volume più "serio", si ride ovviamente, ma in proporzione molto meno che ne "La Profezia dell'Armadillo" o in "Dodici", però devo dire che la cosa mi è piaciuta. Un motivo, per dire, che mi ha sta facendo molto apprezzare le ultime fasi di Rat-Man, è l'alternare alla comicità i momenti seriosi o "emotivi", che alla fine rendono l'opera più completa e godibile, anche nei suoi momenti di comicità, e lo stesso vale per Dimentica il mio nome! Ha saputo costruire una storia intrigante, e condirla con il suo umorismo, quindi daje calcà!
Sarei però curioso di sapere quanto ha inventato e quanto è storia vera... se mi capiterà nuovamente di beccarlo a quattr'occhi glielo chiedo XD
Sì, mi ricordo! Quel cartello credo che sia stata l'invidia di tutti quelli che sono arrivati dopo di te!
EliminaSecondo me, rispetto a La profezia dell'Armadillo (di cui parlo prossimamente, se tutto va bene), è molto più completo come storia e si vede davvero tanto il modo in cui l'autore è cresciuto ed è riuscito a superare i suoi stessi cliché, creando una storia di ben più ampio respiro ^^
Concordo! Se ti capita poi facci sapere che sono curiosa anche io :D