One piece & Bleach - due nuovi inizi

Le cover dei due volumi in questione

Ieri sono andata in fumetteria e ad attendermi c’erano il volume sessantuno (solo a dirlo mette un po’ di paura) di One PieceTutti i post che ho scritto su One Piece e il quarantanove di BleachInvece qui troverere tutti quelli su Bleach. Non so bene come ma la Star Comics e la Planet Manga sono riuscite a far coincidere le uscite di due manga di punta di Shōnen Jump nell’esatto volume in cui esse effettuano l’inizio di una nuova macro-saga. Questo post sarà quindi interamente dedicato ad esaminare come due autori differenti affrontano un analogo problema. Come al solito ricordo che ci saranno Spoiler sui suddetti volumi (rammentarlo fa sempre bene) e che non desidero riceverne sui capitoli successivi. Bando alle ciance, dopo il salto procediamo all’analisi dei due tankobon, ponendo che un volume mi è piaciuto tantissimo e l’altro mi ha lasciata un po’ interdetta (indovinate voi quale).

Bleach - Ichigo senza poteri

Cover del volume 49 di Bleach

Cominciamo dalle dolenti note: il volume di Bleach non mi ha fatto impazzire. Kurosaki Ichigo ha perso i suoi poteri dopo la Winter WarPost interamente dedicato alla saga degli arrancar e torna alla sua normale vita da studente mentre Ishida Uryuu si fa in quattro per stare dietro agli Hollow (ma la tredicesima compagnia non poteva mandarci uno shinigami decente?). Passano diciassette mesi, le sorelle Yuzu e Karin crescono, i marmocchi di Urahara anche, i capelli di Orihime pure e tutto scorre come se nulla fosse stato. Guerra, distruzione e morti con poteri uber-speciali sono come dimenticati, con Aizen legato come un salame nelle patrie galere. Ichigo va scuola, litiga con delle bande di teppisti che sembrano uscite da un manga a tema e fa un lavoro part-time con una psicopatica che soffre di sdoppiamento della personalità.

Kujo Ginjo se la spaccia un sacco

Un giorno compare il misterioso Kugo Ginjo (pare il fratello cattivo di Stark, la ormai defunta primera espada) che, manco a dirlo, mette al tappeto un Ishida che fino a quel momento era stato fighissimo (ho una passione per l’occhialuto Quincy). Tra parentesi non capisco come mai quella piaga di Inoue Orihime non lo curi subito ma lo lasci marcire in ospedale, è diventata stronza la figliola, con i suoi poteri sarebbe stato uno scherzo rimetterlo in piedi in quattro e quattr’otto. Nel frattempo il misterioso soggetto, Non pago di quanto già fatto, piazza in testa al fragoloso protagonista una marea di dubbi sui suoi amici e parenti e lo invita in uno squallido club privato dove lui e la sua banda se la tirano tantissimo su una scala da zero a Paris Hilton. Morale della favola questi simpatici soggettini sono i fullbring, usano un potere speciale per comandare l’anima degli oggetti e vogliono restituire a Ichigo la sua reiatsu. Ad ogni nuova saga Kubo ci deve ammorbare con un nuovo super gruppo di personaggi? A differenza dei Vizard, loro predecessori, questi sono pieni di soldi (ricordiamo che il povero Hirako Shinji e banda vivevano in un magazzino abbandonato), si vantano di essere umani e mi sembrano anche abbastanza insopportabili (ma per ora non li ho visti molto in azione). Specialmente Rikuka, che pare un clone della già poco tollerabile Hiyori Sarugaki.

Ishida non ama essere confuso con Ichigo
(come non capirlo)

Ormai da svariati volumi non sopporto più Ichigo perché è diventato troppo depresso e piagnucolone, da personaggi figo che era ai tempi in cui arrivava al patibolo, davanti a tutti i capitani disponibili, e se la menava di brutto, rischiando di finire arrostito in un pelosecondo. Devo dire che mi aspettavo (o almeno speravo) che ci fossero dei capitoli di confronto tra le alte cariche della Soul Society, i Vizard e Urahara, che il caro vecchio Isshin Kurosaki ci raccontasse la sua storia e che l’autore analizzasse per bene il protagonista in relazione alla perdita dei suoi poteri. Invece nel volume ho trovato un brutale salto temporale, delle sorelle tra il depresso e l’idiota, un Ichigo che vorrebbe essere quello dei primi volumi ma non ci assomiglia nemmeno per sbaglio e soprattutto un nuovo pacco di personaggi calati dal nulla, mentre i vecchi si sono quasi tutti dileguati (secondo me i Vizard sono alle Maldive a festeggiare la vittoria su Aizen). Ma alla Soul Society lo sanno che esistono questi fullbring? Sono là a fare gli shinigami da migliaia di anni ma ultimamente cadono un sacco dal pero per ogni novità che Kubo decide di introdurre nella trama. Oltre al fatto che il patto narrativo originale (ci sono gli shinigami, hanno le zampakuto e il bankai è il massimo livello raggiungibile) va nuovamente a signorine allegre, per ben la terza volta dopo i numeri di Ichigo Super-Hollow vs Bat-Ulquiorra e Ichigo io ho il terzo livello della zampakuto e voi no. Ma soprattutto perché il protagonista va al raduno di questi tizi invece di parlarne con qualcuno che possa aiutarlo, tipo Urahara o, preferndo una consulenza specifica, con Hirako o un ufficiale a caso del Gotei 13 (anche Renji sarebbe bastato)? Anche se non possono essere visti da Ichigo possono comunque entrare in un bel gigai (corpo artificiale) come hanno già fatto per motivi ben più idioti nell’arco della saga degli arrancar. È solo una mia impressione o questo incipit di saga è molto simile a quello visto all’inizio dell’arco narrativo precedente?

Il nuovo capo di Ichigo gli mette le cose in chiaro

Così per curiosità aggiuntiva, ma Neliel dov’è finita? In un buco narrativo? L’ultima volta è stata vista in presenza di Kenpachi a Hueco Mundo e poi è svanita nel nulla svariati volumi fa. E Kon? Anche lui è finito nel dimenticatoio ora che Ichigo non ha più bisogno della sua presenza per evitare che il suo corpo si decomponga quando ne esce?

Kubo fattelo dire chiaro e tondo: volevamo vedere i capitani e i tenenti delle compagnie di shinigami, non queste menate. Tra l’altro, se ti ricordi ogni tanto di disegnare anche gli sfondi, non ci farebbe affatto schifo (anche se i personaggi sono molto belli)! Spero che dal prossimo volume si rimetta un po’ in careggiata e che la storia converga in qualcosa di perlomeno legato alla serie fin ora vista.

One Piece - Si parte per il nuovo mondo

Cover del volume di One Piece, riprende lo stile
di quella del numero uno

Oda invece mostra tutta la stoffa del grande maestro organizzando, dopo sessanta volumiPost dedicato alle impressioni sulla prima parte di One Piece passati nella prima metà del mondo, un salto temporale spettacolare e facendo vedere ai suoi lettori esattamente quello che cercavano: i membri della ciurma prima e dopo i due anni di buco, con breve assaggio delle loro nuove tecniche e ottima caratterizzazione delle loro motivazioni. Tra l’altro i personaggi riescono a mantenere i loro caratteri pur maturando drasticamente (l’incontro tra Sanji e Zoro è un classico) e vengo arricchiti con un background aggiuntivo che verrà utile per futuri flashback. Il volume porta il lettore in un turbinio di emozioni, tra vecchie conoscenze (Rayleigh, Hancock, Orso, do Flamigo), nuovi personaggi (la spassosa finta ciurma di cappello di paglia ad esempio), in un’alternanza tra bellissimi scontri e siparietti divertenti. Il tutto condito dal solito spettacolare disegno di Oda che riesce a non sprecare neppure una vignetta e a caratterizzare meravigliosamente ogni ambiente in cui si trovano i nostri eroi. La Guest Star del volume è niente meno che un giovane Gol D. Roger, il re dei pirati in persona, che ci mostra il suo primo incontro con il fido Rayleigh e l’origine del cappello di paglia di Rufy. Tra le atre cose i bozzetti dei personaggi che ci sono tra i vari capitoli sono stupendi, spero che Oda faccia provare qualche taglio di capelli diverso a Nami e a Robin perché ne ha disegnati di fantastici. Non vedo l’ora di seguire le loro avventure nel temutissimo New World (Nuovo Mondo)!

Rullo di tamburi per Gol D. Roger da giovane

L’intero volume è incentrato sul ricongiungimento della ciurma dopo che i vari membri si sono allenati lontani per due lunghi anni e allo scontro con il gruppo dei finti pirati di cappello di paglia. Questi sono dei buffoni che cercano di sfruttare il nome di Rufy e compagnia per arruolare una grossa banda e salpare per il nuovo mondo. Alla fine si vede la nave con il rivestimento speciale ultimato che salpa per l’isola degli uomini pesce mentre i vari maestri dei mugiwara fermano la marina.

Vediamo ora i personaggi (in ordine di arrivo alla Thousand Sunny) in dettaglio:

Zoro: dopo un feroce allenamento con il terribile Mihawk si trova senza l’occhio sinistro, cambia abbigliamento ma non molla la fedele pancera, compagna di tante battaglie (lo dico io che è un problema intestinale il suo). Arriva per primo solo grazie all’aiuto di Perona e pensa bene di perdersi subito appena lasciato solo. Per sua fortuna incontra Sanji. Fa notare a tutti (ma proprio tutti) che lui è stato il primo ad arrivare, per una volta nella vita.

Franky: quello che cambia più di tutti il suo design. Avendo trovato il laboratorio super segretissimo del geniale dottor Vegapunk si riempie di armi e di accessori, sembrando sempre di più un vero cyborg. L’unico peccato è che nel modello base non ha più il ciuffo, anche se può farselo ricrescere a comando.

Nami: lei è sempre la solita topolona allucinante, anzi forse un po’ più figa di prima, con i soliti abiti ridotti al minimo e i capelli un po’ più lunghi. Sfoggia subito la sua nuova tecnica metereologica (imparata a Weatherya, l’isola della meteorologia) contro i finti mugiwara, picchia Brook (che faceva come suo solito il maniaco delle mutandine) e si mette al comando della nave.

Usop: Un altro che speso punti in figaggine, torna alla ciurma tutto bello muscoloso, con delle tecniche segrete a base di vegetali e molto più sicuro di se stesso. Afferma che non sarà più nella triade dei debolucci del gruppo con Chopper e Nami ma se gli altri si sono allenati quanto lui temo che i rapporti di forza non saranno cambiati.

Chopper: il solito cucciolone tenerello e un po’ tonto che apparentemente ha passato due anni a studiare, chiuso in biblioteca. Si fa abbindolare come un pollo dai finti mugiwara (come del resto anche Rufy) e, finchè non incontra il vero Usop, non capisce che sono delle copie. La sua forma all-renna è più grande di prima ma quella ibrida (che usa normalmente) è sempre la solita, tanto che lo scambiano (come sempre ) per un tanuki.

Sanji: (il mio preferito) dopo due lunghissimi anni passati sull’isola dei trans-formati a combattere contro i maestri del kung-fu gay (povero, povero Sanji, ha una sfiga terrificante) si ripresenta con un maschio pizzetto, un ricettario nuovo e una ipersensibilità alla presenza di donne nel suo campo visivo. Spero che si riprenda un po’ altrimenti sull’isola degli uomini pesce morirà dissanguato.

Brook: diventato il re del soul dopo la sua prigionia dagli uomini dalla lunghe braccia (due gomiti al prezzo di uno) infiamma le folle con il suo ultimo concerto. Si ripresenta ai compagni con un boa di piume colorate, un cappello a forma di corona e un paio di occhiali da sole a forma di cuore decisamente kisch. Per il resto non sembra essersi allenato molto ma sono sicura che questo mucchietto di ossa saprà stupirci.

Robin: ritorna alla ciurma silenziosamente e senza farsi notare da nessuno (come sua abitudine) con il suo nuovo look da regina delle spiagge, comprensivo di top, pareo e occhiali da sole. Si sa poco di quello che ha combinato in questi due anni tranne che ha avuto a che fare con Dragon (il padre di Rufy) e la sua armata rivoluzionaria e che,  anche lei, ha deciso di farsi crescere i capelli.

Rufy: identico a prima fisicamente, con una grossa cicatrice a forma di X sul petto, mostra di essere molto maturato nelle poche battute scambiate con Hancock, in cui si nota che adesso è ben conscio dei sentimenti della donna nei suoi confronti (cosa che prima sarebbe stata impensabile per uno scemo come lui). Maneggia con molta destrezza la famigerata ambizione, dando quasi subito una simpatica dimostrazione delle sue abilità alla marina.

Perfetta colonna sonora per leggere il volume di One Piece