lunedì 2 febbraio 2015

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Kimba, il leone bianco - L'Africa secondo Tezuka

La cover del primo volume con Kimba e
suo padre Pandja
Kimba, il leone bianco (ジャングル大帝 Janguru Taitei, letteralmente "Imperatore della giungla") è un manga shonen composto da tre volumi, pubblicato in Giappone sulla rivista Manga Shōnen tra il 1950 e il 1954. Disegnato e sceneggiato da Osamu Tesuka, in Italia è sbarcato solo nel 1977 tramite la sua trasposizione animata, composta da due serie da 52 e 26 episodi (con sigla realizzata da I cavalieri del Re). Questa serie vanta il primato di essere stato il primo anime ad essere realizzato a colori, nonché il primo ad impiegare animali umanizzati come protagonisti. Da esso vennero poi tratti due film d'animazione (Chouhen Jungle Taitei e Gekijōban Janguru Taitei, curati dallo stesso Tezuka) e un remake sempre animato del 1989, che venne mandato in onda su Italia 1 nel 1999 insieme alla serie classica con il titolo "Una giungla di avventure per Kimba" e una nuova sigla cantata da Cristina d'Avena. Il manga è stato invece stampato prima dalla defunta Comic Art e poi dalla Hazard Edizioni (7,5 € a volume, edizione da fumetteria con sovraccoperta!).

NOTA: Visto che gran parte del materiale originale di Tezuka fu perso durante la realizzazione della serie animata del 1965 (un animatore si portò a casa il materiale per lavorarci sopra e morì di avvelenamento da alcool, per cui la polizia sequestrò tutto quanto), per la riedizione delle sue opere complete l'autore dovette ridisegnare grosse porzioni di Kimba, il leone bianco, arrivando a ridisporre i capitoli e gli eventi. Ovviamente, l'edizione arrivata in Italia non è quella originale del 1950 ma quella ridisegnata del 1977. Nel 2009 è stata ristampata in Giappone una versione originale restaurata.

Pandja a caccia nella foresta
In Africa, in una zona remota e sperduta, alle pendici del misterioso Monte Luna [1], si stende una rigogliosa foresta popolata da ogni tipo di animale selvatico. In questo scenario idilliaco c'è anche uno sperduto villaggio di selvaggi [2] in cui è appena arrivata una spedizione di bianchi. Trattati come eroi, gli occidentali si sono recati in quella remota zona per catturare degli esemplari vivi di animali per lo zoo di Londra e, dato che ci sono e sono armati fino ai denti, ne approfittano per dare la caccia a Pandja, il leone Re della Foresta. Dopo diversi tentativi andati a vuoto (con grande scorno del capo villaggio, che si sta cominciando proprio a stufare degli insuccessi dei bianchi) i due esploratori/cacciatori riescono infine ad uccidere il maestoso felino tenendo in ostaggio una leonessa a lui molto cara.
I due cacciatori portano via
la leonessa ingabbiata
La leonessa, ormai prigioniera e privata dell'amore di Pandja, viene imbarcata sulla nave per Londra e, durante la traversata, dà alla luce il piccolo Kimba, un leoncino bianco, figlio del grande Pandja e principe della foresta. Per non fargli vivere una vita in cattività, la mamma spinge il neonato a buttarsi fuori dalla nave e a cercare il modo di tornare da solo in Africa. Inizia così la grande avventura di un piccolo lencino che, con le sue sole forze (e con l'aiuto di diversi animali e di Kenichi, il ragazzo che l'adotterà), cercherà di trovare una sua casa in cui crescere e il modo per diventare il vero erede di suo padre.

I selvaggi d'Africa immaginati da Tezuka
I personaggi messi in scena sono parecchi ma, mi dispiace dirlo, molti sono stereotipati e faticano a discostarsi dalla caratterizzazione iniziale molto netta (e spesso puramente comica) con cui vengono presentati. Tra l'altro, parecchi compaiono solo per brevi archi narrativi e poi tendono a sparire per sempre dalla trama, facendo, in pratica, fugaci apparizioni che non permettono un loro apprfondimento. Pandja, l'archetipo del Re forte e coraggioso, è un leone astuto, che odia gli uomini e gli animali tenuti in cattività, ma che tratta bene le bestie selvatiche [3]. Anzi, se devo dire, Pandja è fin troppo astuto, sa riconoscere le armi e le trappole dell'uomo bianco anche se non le ha mai viste e per ognuna di esse ha una contromossa pronta.
Kimba con i suoi pantaloncini da signorino
Molto diverso è, invece, il piccolo KimbaKimba è un leoncino che cresce in contatto con l'uomo e che, fino ad un anno di vita, non ha mai visto la foresta dal vivo. Quando finalmente ci arriva è molto spaesato e tutte le sue azioni sono volte a far riprodurre ai poveri animali lo stile di vita dell'uomo bianco, che lui ben conosce e ama. Kimba, in fondo, è un ragazzino viziato, che si ammanta dell'aura di rispetto che invoca il nome di suo padre e intanto piagnucola che vuole tornarsene in città, coltivando nel suo cuore il mito della civiltà. Accanto al leone ci sono poi delle costanti figure umane, come Kenichi e Mary, i due ragazzi che lo trovano sulla spiaggia, sfinito dal lungo viaggio in mare a cui l'ha costretto sua madre da neonato. Mary, cattiva, superba e altezzosa, è la figlia di Hammegg, il cacciatore che ha sparato a Pandja, mentre Kenichi è un giovane giusto e simpatico, archetipo dell'eroe buono e impavido, che si prenderà cura del piccolo (e di Mary) e arriverà fino in Africa, diventando un novello Tarzan.
Lo squalo ostacola Kimba mentre
il topino lo aiuta
Intorno a loro si muove un mondo intero di personaggi che cercano di aiutare il piccolo Principe o che lo ostacolano, dividendosi i compiti in maniera netta. Se da una parte ci sono gli avidi cacciatori come Hammegg (tra l'altro tratteggiato come un ex-nazista, tanto per ammantarlo di un'ulteriore carica di cattiveria gratuita e ovviamente non approfondita) e non tutti gli animali apprezzano il regno di Kimba (per cui scoppiano attriti interni, come quello animato da Pagura, l'elefante che odia gli uomini, e quello creato da Bu-Bu, il leone guercio acerrimo nemico di Pandja), dall'altra ci sono un sacco di animali, come Coco il pappagallo o l'antilope Tommy, che si fanno in quattro per aiutare il leone bianco nei suoi propositi di civilizzazione della foresta, e  diversi scienziati umani assortiti che accorrono in suo aiuto quando le cose si fanno critiche [4].

Una bellissima scena di caccia,
anche se i due animali non sono
anatomicamente corretti
Dal punto di vista tecnico posso dire che lo stile di Tezuka, pur non essendo per nulla anatomicamente accurato (basta guardare le orecchie a parabola del piccolo Kimba per rendersene conto), è molto morbido e gradevole. I personaggi hanno delle movenze e degli atteggiamenti spesso comici (gesti ampi e fin esagerati, espressioni eccessive) e anche gli animali hanno dei modi di fare e di atteggiarsi estremamente antropomorfizzati. Gli sfondi sono molto belli e caratteristici, le scene di violenza parecchio edulcorate (non si vede una singola goccia di sangue, nonostante vi siano parecchi morti e feriti, nella storia) e i costumi degli indigeni piuttosto ridicoli. Il risultato è un'opera che offre tavole sempre ben piene ed equilibrate, scene d'azione lineari e comprensibili (benché spesso esagerate) e personaggi immediatamente riconoscibili, anche per il loro modo buffo di muoversi.

Il temutissimo Pandja
Capisco che all'epoca non fosse facile documentarsi come al giorno d'oggi, ma è evidente che il maestro Tezuka abbia fatto un po' un minestrone di materie esotiche (la jungla, gli animali, le tribù indigene), scienza moderna e buoni sentimenti, senza aver ben chiaro come si comportano gli animali selvatici in natura e senza avere alcuna base di biologia o di microbiologia. Il risultato è un'opera indubbiamente scorrevole e avventurosa, che procede spedita a tutta velocità, ma anche tremendamente ingenua e dal gusto vagamente razzista e sessista di fondo. L'uomo bianco [5] ha sempre un ruolo salvifico nei confronti degli animali e dei neri, che hanno un costante bisogno del suo intervento per cavarsela nelle situazioni più disparate e pendono letteralmente dalle sue labbra quando si trovano nei casini. Oltretutto alcuni temi piuttosto importanti e sentiti (come il classico tema della nutrizione degli animali carnivori, grande tormentone di tutti i cartoni animati a base di animali parlanti) sono trattati in modo davvero sbrigativo e sempliciotto.
Kimba e i suoi amici a colori
Onestamente ritengo che quest'opera, una delle più vecchie mai pubblicate in Italia del prolifico autore nipponico, risenta moltissimo del passare del tempo e abbia perso gran parte del suo antico fascino. Mi dispiace che sia questa la prima recensione di un'opera di Osamu Tezuka che ho mai pubblicato su questo blog ma non posso assolutamente dire che Kimba, leone bianco mi sia totalmente piaciuto. Lo consiglio principalmente ai nostalgici che l'hanno letto al tempo della sua uscita, a chi ama molto l'autore o a chi non può fare a meno di storie di animali parlanti. Per tutti gli altri, tra le opere edite del grande autore c'è parecchio di meglio (e poi ne riparliamo, prometto!).

Per i confronti diretti ed esaustivi tra Kimba, il leone bianco e Il Re Leone, rimando la discussione a lunedì prossimo, con il post sul plagio!


La sigla cantata da I cavalieri del Re (mi domando solo dove vedano "la foresta nera". La Foresta Nera è in Germania e non in Africa)



Post correlati al progetto Kimba\Il Re Leone:




NOTE:

[1] Ossia il gruppo montuoso del Ruwenzori, al confine tra Uganda e Repubblica democratica del Congo. Fu chiamato dal geografo greco Tolomeo (II secolo d.C.) Montagne della Luna perché, non del tutto a torto, credeva che fossero sede delle sorgenti del Nilo.
Il Duca degli Abruzzi
Il massiccio è composto da sei cime montuose, tutte più alte di 4.500 m (fanno parte della faglia della Rift Valley), chiamate con i nomi dei loro scopritori (Baker, Ermin, Gessi, Luigi Amedeo di Savoia-Aosta - che, per chi fosse interessato è quel Duca degli Abruzzi a cui è intitolato Corso Duca degli Abruzzi, a Torino - Speke e Stanley). Il monte Stanley è il più grosso del gruppo montuoso e la sua cima più alta è chiamata Cima Margherita in onore della Regina Margherita, che, nel 1906, anno dell'ascesa alla cima, era regnate in Italia (la Regina Margherita, moglie di Umberto I di Savoia e madre di Vittorio Emanuele III, è anche la Regina a cui è stata dedicata la Pizza Margherita). Le cime del Ruwenzori, perennemente innevate, sono spesso nascoste da nuvole e nebbia. Nell'edizione italiana del manga, chi ha scritto la traduzione e l'adattamento del testo per la Hazard Edizioni non si è premunito di controllare i nomi degli scopritori delle varie cime e ha erroneamente tradotto letteralmente la traslitterazione giapponese Aburrudi al posto di Abruzzi (dimenticando la parte del "Duca degli"). Dato che non c'è fine al peggio, in una scan inglese, ho trovato l'avventuroso nobiluomo piemontese segnalato come "Duca di Abu Dhabi"
 
... appunto!
[2] Uso questo termine dispregiativo volutamente perché è così che nella storia sono rappresentati. Tezuka, infatti, non si premunisce di creare un ritratto realistico delle popolazioni africane che vivono in quelle zone ma opta per una versione da "cartone animato umoristico", tratteggiandoli come persone goffe, poco furbe, molto superstiziose e disposte ad obbedire a chiunque di "civilizzato" decida di comandarli. Tra l'altro li rappresenta anche in modo molto stereotipato, con addosso molti monili, capigliature assurde, pochi abiti (quasi tutti indossano solo un perizoma) e, soprattutto, con un aspetto fisico che ricorda più quello delle scimmie che non quello di veri esseri umani.
 
[3] E qui farei un'altra parentesi sul discorso alimentazione dei grandi felini (ne avevo già iniziato a parlare nel post su Il Re Leone).
Nel frattempo nel mondo reale ...
Si dice sempre che la versione disneyana degli animale è edulcorata e semplicistica, ma qui si fa ben di peggio. Pandja all'inizio impedisce ad una pantera di catturare una zebra, salvandole la vita, e poi mostra di rifiutarsi sistematicamente di cacciare gli animali selvatici, finendo per farci amicizia. Di che si nutre? Solo degli animali domestici (che invece sbrana senza remore)? E quando l'uomo non allevava in quella zona cosa mangiavano i leoni? Le piante? I bacarozzi di Timon e Pumba? I sassi? Quando Kimba torna nella foresta "risolve" l'annoso problema del cibo con quel ridicolo "ristorante" che mette in piedi. In pratica ogni animale porta qualcosa da mangiare che trova genericamente nella foresta e in cambio ottiene il suo cibo preferito. E con i carnivori come fanno? 
Ancora nel mondo reale
Gli erbivori portano i cadaveri dei loro amici e parenti morti di morte naturale? Per ottenere cosa, in cambio, un po' d'erba facilmente reperibile ovunque? Quella parte è talmente senza senso che fatico anche a commentarla. Al contrario di Kimba e della sua morale "volemose bene", Mufasa spiega chiaro e tondo a Simba il fatto che i leoni mangiano gli erbivori e che a loro volta diventano, una volta morti, nutrimento per le piante che fanno crescere gli erbivori. Certo, la Disney non mostra fino in fondo la caccia delle leonesse (anche se la scena di Nala che caccia Pumba è notevole), ma il messaggio è molto più chiaro e veritiero di quello in Kimba.
 
Bianchi che aiutano un Kimba in
difficoltà
[4] Come, ad esempio, per quella faccenda dei vaccini. Ora, non la farò lunga ma è evidente che Tezuka non abbia la più pallida idea di come si vaccini un animale o una persona, di come si passi una malattia tra specie diverse e del fatto che l'assunto "per curare un animale grande ci vuole una siringa grande" sia una gran boiata (l'idea di ricavare la siringa per gli elefanti dal tronco di un albero è una cosa assurda, fa quasi il paio con la faccenda del ristorante!). Per ottenere un vaccino  vero ci vanno anni di ricerche e di lavoro in laboratorio, non basta aspirare del tessuto generico da un animale qualunque morto di un morbo misterioso e iniettarlo (con una siringa di legno!) nel corpo di un'altro! Così al massimo lo si può ammazzare per un'infezione devastante! Tra l'altro, dove si è mai vista una malattia che colpisce tutti gli animali, senza distinzione di razza o specie, e a cui l'uomo è completamente immune? A me quella parte ha fatto un po' accapponare la pelle, con i bianchi mostrati nuovamente come eroi-salvatori e la scienza presa a schiaffi forti per far risolvere una situazione che già di per sé non stava in piedi!
 
[5] Per uomo bianco intendo i caucasici e anche i giapponesi, che in questa serie sono a loro accomunati come abitudini, modi di fare e istruzione. E, soprattutto, intendo uomo nel senso di maschio, visto che l'unico personaggio femminile umano è Mary ed è tratteggiata come capricciosa e stupida, sempre bisognosa di essere aiutata da Kenichi perché finisce a mettersi ripetutamente nei guai con le sue stesse mani. Persino le fiere leonesse sono mostrate come animali dal cuore delicato, sempre bisognose di un maschio le supporti e le aiuti! (Che Sarabi e Nala due sberle rifilerebbero alle varie Leona, Laia e via discorrendo che si vedono qui!).


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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





41 commenti :

  1. Per puro caso mi ritrovo a commentare per primo XD

    Che dire, di Kimba ho visto solo il recente (e mediocre) film d'animazione, e so che la sua trasposizione animata è stato il primo anime a colori della storia. Poi, mi piacerebbe recuperarlo, o come manga o come anime, visto che in genere apprezzo abbastanza anche le opere più "infantili", e anche perché mi piacerebbe approfondire le opere di Tezuka!

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    1. Sei un sacco nottambulo :D

      Secondo me di opere di Tezuka ce ne sono parecchie di più valide di Kimba, leone bianco. Sicuramente, secondo me, non è quella adatta per iniziare a leggere questo autore ^^

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  2. Sempre per la questione del "non amo le storie con animali parlanti realistici", anche questo non l'ho seguito granchè.. però anni fa vidi il film "Kimba, la leggenda del leone bianco" e non mi dispiacque.

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    1. Il film non l'ho visto, mi sono limitata al manga :D

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    2. Mi ricordo che il finale mi fece scendere la lacrimuccia perchè era troppo straziante!

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  3. Vidi il film su Italia 1 non dispiacque neanche a me. Che dire hai un tempismo assurdo, proprio ieri guardavo l'anime Unico da cui hanno cancellato nella versione italiana ben mezz'ora di storia O_O

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    1. In Italia sono piuttosto bravi a fare delle censure insensate che spesso tolgono anche significato all'opera XD

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  4. In effetti a me non mi ha mai ispirato molto

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    1. A me invece ispirava, prima di leggerlo (ma non avevo mai visto neppure un episodio) XD

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  5. Questa era tra i possibili recuperi che volevo fare di Tezuka, ma alla fine sono contenta di aver optato per la principessa zaffiro quando ho dovuto scegliere tra i due xD
    Sarà che di mio non amo molto le storie di animali parlanti...mi sa che questo lo farò calare parecchio nella lista delle priorità :P

    Per quanto riguarda la nota sul vaccino, penso proprio che il suo fosse un intento umoristico, dato che Tezuka è laureato in medicina se non erro, quindi a come funzionano i vaccini ci sarebbe dovuto arrivare...spero XD
    Gli africani disegnati in quel modo mi fanno pensare a dei cartoni in bianco e nero con i cannibali. Credo fosse topolino, ma non ne sono sicura...
    Sono contenta che Tezuka si sia poi un po' allontanato da questo stile che, personalmente, non mi faceva impazzire.

    Sono proprio curiosa di leggere il post sul famoso "plagio" ^^

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    1. Io invece credo che andrò a prendere La principessa Zaffiro, che invece mi ispira tantissimo da quando ho letto la tua recensione :D
      Oltretutto, con quello che costano i volume Hazard ci si pensa due volte, prima di prendere serie a scarsa priorità XD

      Sui vaccini posso capire la nota umoristica ma così mi sembra quasi una presa in giro, per quanto il tema è trattato in modo sciocco (ho letto su wikipedia che era laureato in medicina ma che non ha mai praticato la professione perché nel frattempo aveva già esordito nel campo del fumetto).

      Sulla rappresentazione degli africani concordo. Capisco anche che all'epoca fosse anche prassi, ma personalmente, non riesco comunque a farmela piacere ^^

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    2. Spero che Zaffiro ti piaccia allora! *_* io mi sono divertita molto a leggerlo! ^^
      Con la Hazard io recupero solo alle fiere perché fanno buone promozioni :) di MW e Zaffiro ho preso un volume su tre praticamente gratis.

      Se la sua idea di vaccino è quella...ringrazio che non abbia mai praticato! XDD

      Neanche io approvo queste rappresentazioni, che siano di Tezuka o disneyane ufficiali. Anche perché proprio in una storia ambientata in africa, dovrebbero curare questo aspetto molto meglio proprio per promuovere l'accettazione per il "diverso"^^

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  6. Oddio: L'animatore morto per avvelenamento da alcool! o_O che vitaccia questi animatori... XD
    Adesso ho capito qualche cosa in più sulla trama, dato che quando ero piccola vedevo una puntata sì e 10 no e comunque non ho ancora capito se quello nella sigla (il leone bianco adulto) è Kimba cresciuto o suo padre.
    A proposito della sigla: di solito i Cavalieri del Re mi piacciono un sacco, più di Cristina d'Avena, però questa sigla è abbastanza ridicola, cioè: "Kimba, leone di gran pasta, veloce cambia pista apposta"... non si può sentire! XD

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    1. Eh eh eh, ne sai qualcosa? ;-P

      Nella sigla il leone adulto praticamente è sempre Kimba. Sicuramente quando è insieme al cucciolo è lui (il piccolo è suo figlio Rune) perché suo padre Pandja è morto prima che lui nascesse ^^

      In effetti la sigla è piena di strofe ridicole, a ben sentire XD

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  7. Ho sempre avuto un amore ed odio per quest'opera.
    Da un lato c'è la stima verso Tezuka, ma un altro lato l'ho sempre trovato poco stimolante per i miei gusti.
    L'opera la lessi tempo fa, non mi fece impazzire... ma non posso dire nemmeno che fosse stata brutta. Diciamo che di Tezuka ho letto di meglio.
    Per il resto ho visto ben due volte l'anime: nella versione delle reti televisive regionali e quella Mediaset.
    Madonna mia... entrambi i doppiaggi mi hanno reso indigesto tutta l'opera.
    Ma questa è un'altra storia..

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    1. Più o meno la stessa sensazione che ho provato anche io leggendolo. Non è che sia proprio da buttare ma è talmente ingenuo e raffazzonato che non mi sento di consigliarlo. Poi sto leggendo altre opere di Tezuka e le sto trovando di ben altro livello ^^
      In generale a me piace giudicare un'opera per le sensazioni che mi lascia e non per la fama dell'autore ;-P

      I doppiaggi italiani dei cartoni in televisione (specialmente in quel periodo) sono sempre stati un must XD

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  8. In generale, tendo ad evitare le storie con animali parlanti, se non per qualche data eccezione, Kimba rientra tra queste. Il mio, però, è il ricordo sfocato dell'anime, visto da bambina, quindi tanti aspetti da te sottolineati, come i più o meno velati razzismo o sessismo, non li avevo detto notati. Quindi, è forse una di quelle storie che può piacere ad un pubblico giovanissimo e piuttosto alla prime armi, mentre i più grandi ne colgono l'approccio fin troppo ingenuo... curiosa di sapere cosa dirai del presunto plagio: personalmente io non ho mai apprezzato il Re Leone proprio perché mi sapeva di già visto, e non riuscivo a fare a meno di paragonarlo al mio ricordo di Kimba, preferendo senza dubbio quest'ultimo....

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    1. In ogni caso vorrei sottolineare che ho parlato del manga. Da quello che ho visto in giro su internet, l'anime mostra delle discrepanze, per cui non so se gli aspetti che ho criticato nel manga siano anche lì così forti ^^

      Kimba, da piccola, non l'ho mai visto in televisione (sempre per quella questione della censura domestica), e Il Re Leone per me fu un evento :D

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  9. Che nostalgia, ero bimbo quando lo trasmettevano sui canali privati locali...
    Prima di tutto complimenti per l'articolo esauriente e dettagliato come sempre.
    Io non lo ricordo più bene, sono passati troppi anni ahimé, però se lo rivedessi oggi, da adulto, probabilmente lascerebbe deluso anche me.

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    1. Grazie mille :D
      Più passa il tempo e più mi rendo conto che le opere per bambini veramente valide non hanno tempo e si possono godere anche da grandi. Quelle che tendono a deludere ad una visione successiva, sono quelle che mostrano di avere delle debolezze di fondo :D

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  10. Mai visto, in compenso so il re Leone a memoria...da come lo presenti non trovo nessun elemento di plagio, anzi, l'unico elemento di plagio è il nome Kimba-Simba

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    1. Per le nuove generazioni Kimba è un po' un pezzo di antiquariato, temo ;-P
      L'assonanza del nome dei due personaggi credo sia completamente casuale, ma ne parliamo domani :D

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  11. mi ricordo solo qualche puntata sparsa che avevo visto in Tv da piccolo (in particolare una dove gli uomini bianchi uccidevano gli elefanti perchè erano troppi) non mi ha mai detto niente e dopo la tua recensione mi dice ancor di meno,
    non sono però daccordo sul criticare tetzuka per l'ignoranza, in fumetti adulti come "cronaca degli insetti umani" diventa addirittura didattico in certe descrizioni.
    probabilmente in un fumetto per bambini come kimba semplicemente non si è preoccupato di informarsi a dovere (non che non sia da biasimare per carità) e si è preoccupato solo di finire di disegnare le tavole

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    1. Infatti io ho adorato Le cronache degli insetti umani, ma qui, in Kimba, sembra che tratti lettore come se fosse un po' scemo e possa accontentarlo con spiegazioni molto dozzinali. Poi, capisco che se il pubblico di riferimento è giovane venga anche da fare questo ragionamento, ma lo trovo comunque scorretto e rimango dell'idea che un buon fumetto per bambini debba essere fruibile anche per gli adulti :D
      (E, tra l'altro, a scanso di equivoci, non sto facendo di tutte le erbe un fascio, visto che sto recuperando altri titoli di Tezuka, dopo Le cronache! Solo, devo prendere atto che in Kimba il maestro è stato un po' superficiale).

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  12. Ok, mi duole dirlo, ma dalla tua recensione sembra una cagata pazzesca, anche se con tutte le attenuanti del caso. Me lo evito volentieri.
    Sono comunque molto curiosa a proposito della questione del plagio.

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    1. Tezuka ha scritto delle opere di indubbio maggior valore e, onestamente, contando anche quello che costa l'edizione Hazard, io no me la sento proprio di suggerire Kimba.

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  13. Bellissimo articolo. Praticamente hai detto tutto quello che mi è passato per la testa mentre leggevo questa mezza schifezza: razzismo, buonismo, troppi personaggi... non avevo pensato all'aspetto del razzismo, ma in effetti è vero anche quello! Mi chiedo però da dove venga 'sta Mary: dovrebbe essere la figlia di un nazista, ma il capitolo in cui Kimba viene trovato da lei si chiama 'Aden, Arabia'; allora sono... figli di coloni? Boh...
    Tra l'altro, per me, paradossalmente (so che non era questo l'intento di Tezuka), questo fumetto pare che mostri i nazisti come povere vittime dei cattivi ebrei! Boh...
    Una cosa che mi è piaciuta e non piaciuta allo stesso tempo è come ci siano tipo dieci miliardi di trame che avvengono tutte insieme, e che hanno poco a che vedere l'una con l'altra (e il leoncino, e la pietra, e il regno dei leoni divini, e il circo...), ma il modo come si uniscono alla fine è abbastanza pietoso. Soprattutto la trama della pietra (che avrebbe diviso i continenti? Sul serio!?) è palesemente un modo di far andare avanti la trama, perché non si capisce che importanza dovrebbe avere quella stupida pietra.

    [ATTENZIONE SPOILER]

    Nonostante tutto, quando Tezuka si impegna, riesce a fare qualcosa di veramente buono: per quanto insensata, la spedizione sul monte verso la fine del fumetto mostra davvero la sofferenza degli uomini che scalano la vetta, e ammetto che la morte di Kimba, nonostante fosse palesemente fatta per aggiungere un po' di dramma alla storia, mi ha toccato.

    [FINE SPOILER]

    Il mio commento è stato un po' confuso, ma è perché il grosso di quello che penso l'hai già esposto tu perfettamente.

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    1. Grazie mille :D
      In realtà non è chiaro da dove vengano i personaggi occidentali. Hammegg (e quindi almeno al 20% anche Mary) dovrebbe essere tedesco, Kenichi è e suo zio sono giapponesi, ma tutti gli altri? Americani? Europei? Non è dato a sapersi. La nave con a bordo la mamma di Kimba affonda mentre viaggiava verso Londra, per cui direi Europei (Francesi? Inglesi? Bho?) ma non vi sono mai dettagli ulteriori.
      Diciamo che la parte in cui si dice che Hammegg è nazista è talmente breve e insignificante che non si capisce neppure bene se Lampe (il tizio che lo ricatta per rubare i soldi) sia un ebreo, un ex-prigioniero politico o semplicemente un criminale!

      Credo che la sottotrama della pietra serva solo per avere una scusa per far tornare ripetutamente dei bianchi in quella parte dell'Africa XD

      [SPOILER]

      Concordo, infatti quella parte è una delle più interessanti, anche se la morte di Kimba è stata un po' una scorciatoia. Il capitolo finale sarebbe stato molto più bello e intenso se Rune si fosse infine confrontato con suo padre, ormai cieco, nel loro modo di vedere gli essere umani. Entrambi hanno vissuto con l'uomo, ma le loro storie sono parecchio diverse e mi aspettavo un briciolo di introspezione su quel punto e una risposta alla domanda "Ma è meglio la civiltà o la selvaggia natura?". E invece nulla ç__ç

      [FINE SPOILER]

      Non l'ho trovato confuso :D

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  14. Da piccola lo vedevo su una rete locale, ma non ho molti ricordi se non di lui che scorrazzava in giro con qualche antilope qua e là! :°D

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    1. Ah ah ah XD L'anime non l'ho mai visto ma nel manga scorrazza un sacco XD

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  15. Eh sì, Kimba è forse una delle opere meno godibili da un pubblico adulto der Tezzukone, xò guarda ke x un pubblico di bambini come quello a cui se rivolgeva è veramente ottimo! Stargli a fare le pulci è abbastanza superfluo, ovvio ke si trovano molte ingenuità, ma proprio perke era rivolto a un pubblico "ingenuo", insomma XD

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    1. @DragMazinga
      Non concordo con te: molti film della Disney o dello Studio Ghibli, pur essendo destinati ai bambini, hanno notevole spessore psicologico e trame complesse e coerenti, meglio di certi filmacci per adulti.
      Mi rifaccio a una frase di Clive Staples Lewis:
      "Se un libro non è degno di essere letto a quarant'anni, allora non è degno nemmeno di essere letto a dieci".

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    2. Eehh ma qua er discorso è leggermente diverso: non vojo dire ke Kimba sappia dare solo ai regazzini e non agli adulti, semplicemente ke non si può leggere Kimba cn lo stesso spirito con cui se legge, che so, Ghost in the Shell! Trsttandose de un kodomo, va visto con "gli okki di un bambino", e ciò vale anke x molti dei film Disney più validi ;D

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    3. Penso che tu stia dicendo la stessa cosa di prima. Da parte mia, io ho letto il manga per la prima volta a 10 anni (quindi ero ancora un bambino, seppure non piccolissimo), ed è stato il mio primo manga (quindi non avevo riferimenti 'migliori'), eppure l'ho trovato pieno di insensatezze e stupidità già allora. 'Kimba' è un'opera di cattiva qualità. Non ci si può scusare dicendo che è 'per bambini'. E' come quelli che scrivono un romanzo fantasy con una trama senza senso (tipo: guerriero che deve andare a sconfiggere il cattivo, questo cattivo sa dove si trova ed è immensamente più potente di lui ma non va a sconfiggerlo in persona), e si giustifica dicendo 'ma tnt è FèNTASY, nn deve aver senso!!1!2'.
      I film Disney che mi piacevano da piccolo li adoro anche ora, e non li trovo meno profondi di altri film 'per adulti', mentre quelli che ora trovo idioti li trovavo così anche quando ero un bambino.
      Poi, non so se ero solo io, ma a me da piccolo piaceva da matti fare le pulci alle opere, per quando ne fossi capace! Anzi, per me i bambini sono più spietati come critici degli adulti: questi ultimi possono pensare che l'opera migliorerà, mentre i bambini la mollano, se non piace!
      Quindi, al contrario, i prodotti per bambini dovrebbero essere più rifiniti di quelli per adulti!

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    4. @DragMazinga: Concordo con Gabriele al 100%. Come credo di aver già scritto in diversi angoli di questo blog, un bambino non è un adulto scemo, per cui una buona opera destinata a lui è un'opera che deve riuscire ad impressionare positivamente anche un adulto. Normalmente le buone opere per bambini hanno più piani di lettura, in modo da accontentare un po' tutti i target, e, semplicemente, non hanno scene di sesso e violenza eccessiva (inadatte per i più piccoli). Per il resto un bambino è capacissimo di seguire trame anche complesse e di apprezzare buoni personaggi, per cui trattarlo da "adulto scemo" è una scorciatoia per non fare un buon lavoro :D

      In generale, se uno ha bisogno degli "occhi del bambino" per farsi piacere un'opera destinata anche (e vorrei sottolineare dieci volte quell'anche, visto che "per bambini" non dovrebbe voler dire "adatto SOLO per bambini" ma dovrebbe voler dire "adatto ANCHE ai bambini") ai più piccoli vuol dire che quell'opera non era gran che ^^

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  16. Pro-tips: selvaggio non è un termine dispregiativo, vuol dire semplicemente abitante della selva.

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    1. Sì, certo, ma nella lingua italiana è spesso utilizzato nel suo significato dispregiativo ^^

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  17. Molto bella questa recensione, sono poche le persone ad aver letto il manga di Kimba! E' stato uno dei primi manga che ho comprato, a 15 anni, e l'ho letto diverse volte, essendo uno dei miei preferiti. Tutto giusto quello che dici, metto solo un appunto sulla faccenda alimentare ("E quando l'uomo non allevava in quella zona cosa mangiavano i leoni? Le piante? I bacarozzi di Timon e Pumba? I sassi?") : per quanto riguarda Pandja, bisogna tenere in conto che lui è stato il primo re della giungla, non ce ne sono stati altri prima di lui, quindi prima che lui salisse al potere vigeva appunto la "legge della giungla": i leoni uccidevano gli erbivori normalmente. Pandja prima viveva nel villaggio di pigmei dove vive anche Liona, visto che è un discendente di Androclo (non so se ricordi quella parte). Poi è scappato nella giungla per portarvi più giustizia e ha introdotto la regola "non uccidiamoci fra noi, uccidiamo il bestiame". Quindi è perfettamente plausibile che gli altri animali lo abbiano eletto come re, perché gli ha letteralmente salvato la pelle. Poi Kimba passa allo step successivo non facendo nemmeno più attaccare il bestiame ma insegnando a coltivare. Lo so che dal punto di vista biologico è un'assurdità, ma dal punto di vista politico ha perfettamente senso. Viceversa, nel Re Leone non ha assolutamente senso che gli erbivori abbiano eletto e venerino come re un leone che se li uccide e li mangia. Da questo punto di vista, da quello politico intendo, Kimba ha più senso del Re Leone. Per spiegare meglio questa cosa, ti consiglio di guardare la recensione di Ken e Chappo sul re leone, dove esaminano proprio questo problema (fino a 7:40) :)
    https://www.youtube.com/watch?v=Mdj8gI87Xvo

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    1. Grazie mille :D

      Sulla faccenda alimentare: Pandaj viveva nel villaggio dei pigmei ed era servito e riverito (e magari nutrito con bestie allevate), ma il resto dei predatori della giungla qualcosa doveva pur mangiare. Con la sua decisione può anche aver salvato gli erbivori, ma, credo che avrebbe avuto l'opposizione dei carnivori\onnivori, visto che è più semplice e meno pericoloso predare un erbivoro selvatico che avere a che fare con l'uomo per uccidere i suoi capi di bestiame.

      Indubbiamente, ne Il Re Leone quella parte è piuttosto fantasiosa anche perché Scar alle iene lancia una coscia di zebra e le leonesse parlano esplicitamente di cacciare ^^

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