mercoledì 21 gennaio 2015

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Gen di Hiroshima - Crescere durante la Seconda Guerra Mondiale

La cover del primo volume targato Hikari
Gen di Hiroshima (はだしのゲン Hadashi no Gen - Letteralmente Gen dai piedi scalzi) è uno shōnen manga disegnato da Keiji Nakazawa e pubblicato su diverse riviste (tra cui la celebre Shōnen Jump) tra il 1973 e il 1987. Raccolto poi in dieci volumi, in Italia ha avuto una vita editoriale complicata, visto che la Planet Manga, che ne ha detenuto i diritti tra il 1999 e il 2000 ne ha pubblicati solo i primi quattro volumi, interrompendolo poi bruscamente . Dopo quindici anni di attesa, finalmente, la Hikari è riuscita a rilevarne i diritti e sta pubblicando l'opera in una mega-edizione integrale composta da soli tre volumi da più di mille pagine l'uno (a dicembre è uscito il primo volume), caratterizzati da un formato grande, carta di buona qualità, pagine a colori e ottime note di approfondimento (e un prezzo anche commisurato, visto che un volume costa la bellezza di 42€). Dall'opera sono stati tratti tre film live action diretti da Tengo Yamada (distribuiti in Giappone tra il 1976 e il 1980) e due film animati (uno del 1983 e uno del 1986). Nel 2007 è stata anche realizzata una serie televisiva, andata in onda sulla Fuji TV le sere del dieci e dell'undici agosto.

Una cena in famiglia
Vivere durante la Seconda Guerra Mondiale non era affatto semplice. La povertà, le bombe, la scarsità di ogni bene materiale facevano capolino nelle vite di gran parte dei civili, ma essere un pacifista nel Giappone nazionalista e guerrafondaio era ancora più difficile, dato che si riceveva lo stigma di non amare l’intransigente patria e la propria intera famiglia finiva a subire ingiurie e cattiverie del tutto gratuite. Proprio in quello sfortunato periodo storico, il signor Nakoka è un uomo di mezz’età, intagliatore di geta e pacifista convinto, e questo manga racconta la sfortunata storia di suo figlio Gen, che all’epoca dei fatti aveva solo sei anni. Gen è il quartogenito della famiglia (ma non ultimo, dopo di lui c’è Shinji un altro fratellino e la mamma, all’inizio della storia, è nuovamente incinta [1]) ed è un ragazzino vivace e intelligente. La sua situazione, a causa del conflitto e delle convinzioni del padre (che condivide), non è delle migliori, ma la vita, tra mille stenti, continua comunque ad andare avanti e la famiglia si può dire relativamente serena.
Lo scoppio della bomba
Tutto cambia il 5 luglio 1945, giorno in cui, nella sua città natale (Hiroshima) viene fatta brillare la bomba atomica chiamata in gergo “Little Boy”. La bomba distrugge tutto, alcune persone rimangono orrendamente ustionate dalla deflagrazione (il lampo), altre affogano cercando di dissetarsi delle putride acque, altre ancora rimangono vittime dello spostamento d’aria (tale da far crollare le semplici case di legno della città e da strappare la carne dalle ossa) o carbonizzate dalle fiamme dell’incendio devastante creato dall’ordigno, altre, quelle esposte direttamente alla radiazione, vengono addirittura vaporizzate e di loro non rimane che l’ombra proiettata alle loro spalle sulla pietra. Dei membri della famiglia di Gen presenti in città (Koji, il fratello maggiore, si è arruolato nell’esercito e Akira, il secondo figlio, è sfollato in campagna) sopravvivono solo il giovane e la madre, che entra in travaglio subito dopo aver visto morire suo marito e due dei suoi bambini. Così una donna, un ragazzino e la neonata Tomoko iniziano una dolorosissima vita di stenti, una vita che li porterà a conoscere la bassezza dell’animo umano ma anche sporadici episodi di gentilezza e condivisione.


Tavola a colori che mostra gli effetti dell'esplosione [2]

 
La determinazione di Gen
I personaggi messi in scena sono tanti ma, manco a dirlo, molti sopravvivono solo un numero esiguo di pagine. Il primo, il più importante, nonché il protagonista, è senza dubbio Gen. Gen è un ragazzino intelligente, pieno di risorse, capace di ribaltare ingegnosamente a suo favore molte situazioni apparentemente senza uscita e, soprattutto, è un giovane che non si perde mai d’animo. Gen è una roccia e con la sua forza e la sua determinazione (forse date anche dal fatto di essere ancora ingenuamente un bambino, nonostante si occupi già di fratellini più piccoli di lui, che lo porta a vedere positivamente situazioni in cui non ci sarebbe niente di positivo) riesce a contagiare con il suo buonumore (o la sua incazzatura) anche personaggi più adulti ma spesso anche più fragili e spaventati di lui.
L'affetto della mamma per Gen
Accanto a lui c’è sua madre, una donna tranquilla, dolce e lacerata. La morte di suo marito (la sua spalla, il suo sostengo, sia fisico sia economico) è stato un duro colpo per lei, ma il fatto di dover comunque badare ancora ai suoi piccoli sopravvissuti la spinge ad andare avanti, ingoiando fango e stringendo i denti. Per Gen diventa un’icona, una figura di riferimento ma anche una creatura fragile, da cercare di proteggere dal male che il prossimo cerca di farle. Oltre a loro due c’è un’intera umanità. Ora non starò qui a descriverli tutti quanti (come non descrivo volutamente i fratelli mancanti, per non rovinare la gioia della lettura a chi legge questa recensione) ma posso dire che troppo spesso si tratta di persone  molto cattive. Persone crudeli, che non esitano a compiere gesti empi per il loro tornaconto personale ma che in diversi casi (anche se non sempre - gli stronzi sono esistiti in tutte le epoche) nascondono solo tanto dolore e disperazione. Se proprio devo dire, uno dei punti di maggior forza di questo fumetto è il fatto di creare degli stupendi quadri psicologici dei personaggi che fa muovere sulla carta, rendendoli vivi e tangibili anche se non appaiono che per poche pagine.
 
Cadaveri raccolti
Dal punto di vista tecnico si può osservare come il tratto di Keiji Nakajima sia estremamente vintage, caratterizzato da linee nette, vignette rigide (nonostante la disposizione sia varia, all'interno della pagina, ogni singolo disegno è circondato dalla sua cornice, senza mai ricorrere all'uso di personaggi fuori dalla vignetta o a splash page) e una totale assenza dei retini, sostituiti da un abile tratteggio. I personaggi hanno volti piuttosto realistici, anche se molto stilizzati, e indubbiamente hanno fattezze facilmente ricollegabili a persone reali, con il risultato che i personaggi nipponici sono rappresentati con dei tratti del viso ben diversi da quelli che hanno i personaggi occidentali (per chi se lo domandasse: sì, hanno gli occhi a mandorla). Anche la mimica dei personaggi è piuttosto vintage e offre espressioni accentuate e pose talune volte esagerate (specialmente nei ragazzini) ma un gran livello di dettaglio negli sfondi e negli oggetti di scena. Il risultato è un quadro molto realistico, che riesce ad alternare scenette dal tono comico con veri e propri momenti catartici drammatici.
 
La nascita di Tomoko
In definitiva Gen di Hiroshima è un capolavoro e merita assolutamente di far parte della collezione di fumetti di qualunque amante della nona arte. L'opera, drammatica e impegnativa, anche se ogni tanto si concede dei momenti persino comici, narra la guerra attraverso gli occhi di uno sfortunato ragazzino che altri non è che una trasposizione dell'autore stesso, a sua volta sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale e alla tragica esplosione della bomba atomica a Hiroshima anni prima. Ma questo non è solo un fumetto sulla guerra (tra l’altro una guerra sporca che ha mietuto troppe vittime civili [3]) ma è un fumetto che racconta una storia difficile senza filtri, mettendo in scena, una dopo l’altra, una serie di situazioni dolorose che i membri della famiglia si trovano ad attraversare per colpa della guerra (e delle cattiveria di certe persone). Il vero nemico, qui, non sono più gli americani (rappresentati in modo quasi asettico), ma è la guerra stessa, un'orribile entità forgiata dall'avidità e dalla noncuranza di alcune persone potenti che divora e distrugge senza pietà ogni cosa bella per tutte le altre.
Illustrazione sul piccolo Gen
Il quadro che ne emerge è a dir poco crudo e scioccante ma non per questo meno realistico. Si badi bene, però, Gen di Hiroshima non è un'opera disfattista, Gen di Hiroshima è un inno alla vita, alla perseveranza e al desiderio di una vita felice, nonostante tutto quello che si è passato prima. Gen di Hiroshima è un fumetto che mostra il lato più orrendo e inutile della guerra per condannarla senza pietà, negandole anche quell'estetica del conflitto che viene invece spesso raccontata nelle opere sulla guerra stessa, e dipingendola come una specie di orrenda follia condivisa. Tra l'altro, è anche da notare come un volumone di più di mille pagine come quello pubblicato da Hikari (che raccoglie più di tre tankobon originali) sia una lettura scorrevole, che trascina il lettore tra una disgrazia e l'altra, portandolo ad emozionarsi e a tormentarsi insieme al suo protagonista! Che si sia appassionati di manga o meno, Gen è una pietra miliare assolutamente da non perdere!


Altre opere ambientate durante Seconda Guerra Mondiale:



NOTE:
[1] All’epoca non c’era contraccettivi usati su larga scala, per cui le donne si trovavano spesso, anche nei momenti peggiori (tipo durante la Seconda Guerra Mondiale) incinte. Dato che la sorellina di Gen nasce il 5 agosto 1945, la madre era rimasta incinta nel novembre del 1944, dopo ormai quasi quattro anni dall’ingresso del Giappone nel conflitto mondiale (per l’attacco di Pearl Harbour).

[2] Quando sono stata in Giappone, nel 2009, ho visitato anche Hiroshima e il suo museo dedicato agli effetti della bomba atomica. Devo dire che, rispetto a quello mostrato nel museo, la ricostruzione che Keiji Nakamori fa degli eventi è praticamente identica.
Memoriale della Pace, Hiroshima, agosto 2009
Le uniche due grosse differenze sono che nel manga non viene mostrata la "pioggia nera" (una pioggia molto radioattiva, nera della cenere dell'incendio e della polvere alzata dall'esplosione, che uccise i pesci del fiume e portò a gravi problemi di diarrea per ben tre mesi tutte le persone che la bevvero) e il fatto che gli americani isolarono praticamente la città, non permettendo nemmeno alla Croce Rossa di entrarvi. Non so se lo fecero per paura delle conseguenze che avrebbero potuto esserci se gli effetti della bomba fossero stati resi pubblici (cosa che dubito) o se lo fecero per meglio studiare gli effetti della radioattività "in vivo", ma sta di fatto che impedirono ai soccorsi di arrivare con mezzi e medicinali e perfino le città limitrofe del Giappone per diverso tempo non seppero bene che dramma si stesse consumando a Hiroshima in quei giorni. Al museo, a Hiroshima, il materiale esposto è molto interessante e crudo, ma è anche molto poco, poiché la quasi totalità delle foto dell'epoca sono secretate dall'esercito americano. Le poche che sono esposte sono lì per "gentile concessione".
 
[3] Pare giusto che alcuni (non molti) dei soldati spediti al fronte tornino vivi mentre migliaia di civili, donne, anziani e bambini compresi, siano stati massacrati nelle loro case o bruciati vivi per gli incendi provocati dalle bombe? Ha davvero senso sterminare in questo modo una popolazione inerme per vincere una guerra? Fino alla concretizzazione dell’aviazione militare (ovvero fin a prima della Seconda Guerra Mondiale) a pagare il prezzo più alto dei conflitti erano i soldati. Dopo l’invenzione dell’aviazione e l’introduzione dei bombardamenti sulle città nemiche, spesso a pagare il prezzo più alto del conflitto sono le fasce più deboli della popolazione, lasciate a casa “per sicurezza”.


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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





19 commenti :

  1. Mi interesserebbe davvero tanto, ma decisamente non posso permettermelo. Chissà che adesso che si sono sbloccati i diritti non esca prim'o poi anche un'edizione per pezzenti.

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    1. Non saprei. Alla fine rimane un'opera piuttosto di nicchia e la casa editrice che l'ha preso tende a fare edizioni "ricche". Mi spiace che questa edizione sia così cara ç__ç

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  2. Avevo scritto un papiro ma me l'ha cancellato...uff >__> In breve, manga davvero molto bello che nonostante la mole di pagine, mi sono divorata in pochissimi giorni...Una cosa un po' stridente è che Gen, da quanto ho capito, ha solo 6 anni ma è caratterizzato con la maturità di un ragazzino di 12 a mio avviso. La scena in cui aiuta la mamma nel parto mi è sembrata inverosimile al massimo, come puo' un bambino di 6 anni aiutare una donna a partorire? Io che ho vissuto la gravidanza in prima persona sono rimasta un po' basita. E' vero che erano altri tempi e bisognava arrangiarsi, però boh...Spero di aver capito male che Gen ha 6 anni XD
    Ottime le note di approfondimento, doverose per un manga di questo calibro. Assolutamente consigliato, aspetto con trepidazione Aprile per il volume 2 (che conterrà meno pagine rispetto l'1).

    PS: Nel precedente post avevo fatto altre analisi, ma non ho voglia di riscriverle XD

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    1. Mi spiace per il commento mangiato. Ogni tanto i browser fanno i capricci (tutte le volte che provo a scriverne uno con il cellulare se ne pappano almeno uno ç__ç).

      In realtà credo che la situazione costringesse i bambini a crescere e a prendere responsabilità ben prima della pubertà. In realtà poi Gen in tanti momenti mostra il fatto di essere piuttosto piccolo, per come si comporta. La scena del parto della mamma è una contingenza in cui si trova ad avere a che fare. Oltre a lui non c'era davvero nessuno a poterla aiutare, per cui fa quello che può. Se non ci sono problemi e complicazioni una donna può tendenzialmente partorire anche da sola (poi la scena è piuttosto edulcorata, ma si tratta anche di uno shonen, per cui è prevedibile).
      In ogni caso sì, Gen ha sei anni.

      Grazie :D Anche io aspetto con trepidazione il prossimo numero!

      PS: Capisco, anche a me passa la voglia di riscrivere i commenti, quando mi spariscono >__<

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  3. Io sono bloccata.. anzi, paralizzata, dal prezzo quindi per il momento faccio finta di non vederlo anche se è ovunque.. ^^
    Questo genere di letture crude e reali mi piacciono molto.. prima o poi lo prenderò.. magari capiterà qualche calo di prezzo o offerta speciale.. mmmmhhhh.. ok.. sperar non nuoce! :p

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    1. Il prezzo, purtroppo, è davvero impegnativo ma bisogna anche dire che un'edizione di quel genere, con tutte quelle pagine lo giustifica anche.
      Non si sa mai, magari a qualche fiera ci sarà qualcuno che lo metterà ribassato. Io ho comprato tanti bei volumi così ^^

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  4. Io vidi il film d'animazione e mi è bastata la scena della bomba per smettere di guardarlo.
    Non ho nemmeno mai terminato la visione di Una tomba per le lucciole.
    Fuck :)

    Moz-

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    1. Ci sono certe scene che sono molto più impressionanti del solito perché sono legati a eventi realmente avvenuti. Ho visto la scena della bomba nella versione animata ed è davvero impressionante!
      Sul fumetto, c'è da dire, che il bianco e nero aiuta un po', da questo punto di vista.

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  5. Ottimo post e ottimo suggerimento (che come al solito non conoscevo).
    Non ho letto molti fumetti che parlano di questo argomento, ma in alcuni numeri di Doraemon trattano il dopo Seconda Guerra Mondiale (specialmente in alcuni viaggi del passato).
    Ricordo invece di aver visto un documentario di Super Park sulla fine della II Guerra Mondiale...
    Un racconto davvero crudo e reale... da farti rabbrividire e svenire per la crudeltà della guerra.
    Queste opere sono documenti per la nostra storia... andrebbero studiati anche nelle scuole!

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    1. Grazie mille :D
      Il tema della Seconda Guerra Mondiale e del dopoguerra è parecchio sentito in Giappone, specialmente nelle opere un pochino più datate. Gli effetti del conflitto e l'invasione americana devono essere stati davvero devastanti.

      Concorso. Più che altro trovo che il mezzo espressivo "fumetto" dovrebbe essere comparato a quello della "scrittura" e dare a certe opere lo stesso lustro delle controparti nella narrativa ^^

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  6. Questo titolo mi incuriosisce, nonostante il disegno non mi ispiri particolarmente (non perché datato, ma proprio preso singolarmente) e il formato Hikari sia...un mattone, parlando chiaramente xD di recente ho preso The Heart of Thomas della Hagio che è parecchio grande e che peró non mi ha dato la stessa sensazione di pesantezza che mi diede Gen quando lo vidi in fiera >__<
    al momento non posso permetternelo (dovrei rinunciare al recupero di tutti i volumi delle serie che seguo al momento per poterlo prendere x.x), ma magari in futuro...mai dire mai ;)
    Temo anche che sia un po' troppo crudo per i miei standard, ma i fatti sono quelli, quindi mi sembra anche moralmente corretto che l'autore non li abbia alleggeriti, soprattutto dato che ha vissuto l'esperienza in prima persona. Purtroppo però io non riesco ad andare oltre un certo limite. Ad esempio, non credo riuscirei a visitare quel museo, né "visitare" un campo di concentramento. So che si dovrebbe fare, ma temo di rimanere impressionata a vita >_< la violenza "finta" mi fa impressione fino ad un certo punto, ma quando si tratta di fatti realmente accaduti il mio livello di resistenza si abbassa notevolmente >__< per dire...a praga mi sono rifiutata di entrare in un ossario x.x

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    1. Gen è fisicamente un mattonazzo allucinante ma, se riesci a sollevarlo, poi il resto è tutto in discesa. Onestamente ho letto le sue più di mille pagine in un paio di giorni lavorativi (ergo leggendo solo la sera), per cui posso dirti che è estremamente scorrevole e arrivi alla fine del tomo desiderando di avere il resto per le mani :D

      Crudo è piuttosto crudo e non fa particolari sconti ai fatti narrati. Onestamente ci sono un po' di scene piuttosto raccapriccianti ma nella realtà le cose sono andate proprio così (anzi, secondo me su alcune cose ha un pelo semplificato, altrimenti non finiva più), però capisco anche che certe tematiche possano spaventare ancora di più proprio perché narrano una storia reale.

      Il museo della bomba a Hiroshima l'ho visto ed è piuttosto impressionante (anche se non ci sono molte foto, visto che gli americani hanno secretato gran parte del materiale ma quello che c'è è comunque pesante). I campi di concentramento non li ho mai visitati ma la mia Dolce Metà che c'è stato mi ha detto che sono rimasti più che altro capannoni vuoti.

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  7. Era inserito in una lista dei cinquanta manga più belli. Da un lato sarei curioso di leggerlo, dall'altro sono anticipatamente terrorizzato dall'idea di leggere una storia in cui viene raccontato nei dettagli un massacro che purtroppo non è fantasia ma un maledetto evento storico.

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    1. Secondo me il fatto che sia ispirato a fatti realmente accaduti e che sia stato scritto da un testimone di quei fatti sono due motivi in più per leggerlo :D

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  8. Come scritto altre volte, adoro lo stile dei manga anni '70, ha un che di affascinante e "vero" che non trovo molto spesso in autori più recenti. Ora vado a cercare cos'altro ha disegnato Keiji Nakazawa!

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    1. Devo dire che anche io apprezzo lo stile anni '70 ma a volte, trovo che le opere più datate (e non è assolutamente questo il caso) risentano degli anni passati nei contenuti ^^
      L'autore ha scritto diverse opere ma l'altra sua famosa è Ore wa Mita (I saw it) che purtroppo in Italia non è mai stata stampata (ma chissà, magari se Gen funziona potrebbe arrivare :D)

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  9. Lo seguo e lo desidero da tempo immemore, ma non ho mai avuto il coraggio di leggerlo.
    Aspetto qualche edizione più economica, ma sto perdendo le speranze in tal senso.
    Sono convinto che prima o poi comunque lo prenderò. :-)

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    1. Credo che non ci sarà mai un'edizione più economica, anzi, se sei interessato ti consiglierei di prenderlo prima che esca il secondo volume, altrimenti poi la spesa cresce e diventa sempre più difficile recuperarlo (e questo è motivo per cui recupero le serie con volumi più economici anche in blocco ma evito accuratamente questa operazione con i tomi cari) ^^

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