martedì 4 dicembre 2012

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La saga della sirena - Mostri e folklore per la Takahashi

Cover del primo volume della serie
La saga della sirena è una miniserie manga composta da tre volumi disegnata e sceneggiata da Rumiko Takahashi, tra il 1984 e il 1994, per la rivista Shōnen Sunday della Shogakukan. Ogni volume ha un suo titolo specifico (Il bosco della sirena, Il segno della sirena e La maschera della sirena) e la serie ha avuto due adattamenti animati. Il primo è composto da due OAV (rispettivamente del 1991 e del 1993), chiamati Il bosco della sirena e Il segno della sirena, mentre il secondo è una serie anime composta da tredici episodi del 2003, chiamata Il bosco della sirena. In Italia la serie è stata edita prima dalla Granata Press, defunta dopo aver pubblicato appena il primo volume, e dalla Star Comics che offre un’edizione abbastanza buona, senza sovraccoperta ma con pagine a colori. Quest’edizione contiene tutti i capitoli pubblicati della serie, a differenza della prima edizione giapponese che era priva degli ultimi due, non disponibili all’epoca della sua pubblicazione. Sarà solo nel 2003 che, con l’edizione shisoban, che anche i giapponesi avranno un’edizione completa de La saga della sirena.

Sirena classica
Questa miniserie è composta da una serie di storie brevi incentrate sulla figura della sirena come appare nella tradizione nipponica. A questo punto urge fare una piccola distinzione sulla figura mitologica della sirena, visto che, normalmente, la prima a venire in mente è la versione moderna di questa creatura, analoga a quella proposta nel celebre film d’animazione Disney La sirenetta. Nella cultura occidentale le sirene compaiono inizialmente in racconti e leggende tramandate oralmente e, in seguito, vengono inserite all’interno di opere epiche e racconti mitici come l’Odissea e le avventure di Giasone e degli Argonauti. Qui vengono presentate come delle incantatrici marine che abitavano un’isola presso Scilla e Cariddi e che uccidevano i marinai dopo averli affascinati con il loro melodico canto. Il loro aspetto era quello di uccelli con la testa o il busto da donna (ibridi ornitomorfi). 

Sirena romantica
Durante il medioevo il mito classico venne mischiato con leggende norrene e nord europee e con creature della tradizione siriaca e del Siam, facendo confusione, per carenza morfologica, anche con altre creature come i tritoni (ibridi ittiomorfi) e le arpie (ibridi ornitomorfi). Nei bestiari alto medievali comparve, quindi, per la prima volta, la sirena con la coda da pesce, che, nel basso medioevo, assunse poi una connotazione romantica per via dell’influenza della letteratura cavalleresca e dell’ideale dell’amor cortese. La versione moderna del concetto di sirena nasce quindi da un equivoco (anche per il sovrapporsi nel tempo dei due termini inglesi Siren e Mairmaid) o dalla tradizione non attestata per cui le sirene viste da Ulisse si gettarono in mare per il dispiacere di non essere riuscite ad incantare l’eroe, diventando delle vergini-pesce (da cui il termine Mairmaid, che si può tradurre come “vergine dell’oceano”). 

Ningyo, la sirena giapponese
Ovviamente ogni cultura affacciata su un mare offre la propria versione di queste mitiche creature e anche il Giappone non fa eccezione. Essendo però molto lontano dal Mediterraneo (dove è nata la nostra concezione di sirena), la versione nipponica di questi esseri è differente. Narra la leggenda che la Ningyo 人魚 (letteralmente “pesce umano”) sia una creatura con la bocca da scimmia, con piccoli denti, come quelli di un pesce, e brillanti scaglie dorate, oppure un pesce con il volto da donna. Chiunque mangi la sua carne ottiene un’incredibile longevità ma la ningyo è anche portatrice di grande sfortuna, per cui si dice che i pescatori che le catturavano le ributtassero in mare. La storia folcloristica più famosa legata alle sirene nipponiche è quella di Yao Bikuni (八百比丘尼, "la sacerdotessa buddista dagli 800 (anni) ") che racconta come un pescatore un giorno catturò il pesce più strano mai visto e invitò i suoi amici a banchettarci. Uno degli ospiti, sbirciando in cucina, si accorse che il pesce aveva la faccia di una donna e, invece di mangiarne la carne, ne fece un piccolo pacchetto che infilò nelle sue vesti. 
Le sirene come appaiono nella serie
Tornato a casa ubriaco diede erroneamente il pacchetto alla figlioletta che gli domandava un regalo. Resosi conto dell’errore corse a fermarla ma era troppo tardi, la ragazza aveva già consumato tutta la carne misteriosa. Apparentemente non successe nulla di male e l’uomo si dimenticò l’episodio. Gli anni passarono, la giovane crebbe e si sposò ma, dopo aver raggiunto l’età adulta, non sfiorì, mentre suo marito invecchiava e moriva. Per anni e anni di perpetua giovinezza la ragazza si sposò e rimase vedova, finchè non divenne una suora buddista e morì all’età di ottocento anni.

Le sirene all'attacco

Yuta in viaggio
Tutta questa premessa serve per introdurre il tema di questa serie, ovvero le ningyo. Nella versione offerta da Rumiko Takahashi si tratta di ibridi ittiomorfi (donne con la coda di pesce) che sono in grado di trasformarsi in donne dall’apparenza umana e di camminare sulla terraferma. Chiunque mangi le loro carni è destinato ad una vita eterna, bloccata all’età in cui ha ingerito la carne maledetta. Il protagonista della storia è Yuta, un pescatore che, insieme ad un gruppo di compagni, ebbe la pessima idea di mangiare la famosa carne di sirena. Di tutto il suo gruppo è l’unico a sopravvivere, visto che, oltre a donare l’eterna giovinezza, la carne di sirena è anche un potentissimo veleno e solo pochissimi tra gli umani che la mangiano sopravvivono. Degli altri la stragrande maggioranza muore subito, mentre alcuni si trasformano in orrendi mostri immortali capaci di divorare qualunque cosa incontrino: gli imperfetti. Yuta comincia così un percorso, lungo più di cinquecento anni, in cui cerca disperatamente le sirene per farsi rivelare un metodo per tornare ad essere un normale essere umano, ormai stufo di veder invecchiare e morire chiunque intorno a lui.

Mana indossa un kimono
I personaggi principali della serie sono due: Yuta, il pescatore immortale, e Mana, una ragazza allevata in un villaggio di sirene come sacrificio umano e che, a sua volta, è stata nutrita con la carne maledetta. I due viaggiano senza una meta precisa ma, ovunque si fermano, vengono in contatto con eventi legati alle sirene. Yuta è un ragazzo saggio e coraggioso ma anche malinconico, vissuto per ben cinquecento anni in quasi completa solitudine alla ricerca di una soluzione al suo problema di immortalità, mentre Mana è una ragazza di  soli quindici anni, cresciuta in un villaggio sulle montagne, che non conosce nulla del mondo, curiosa e molto impulsiva. In ogni episodio della serie vengono affiancati da altri personaggi a conoscenza del segreto della carne di sirena, personaggi spesso violenti e crudeli, che cercano di ottenere i propri scopi con ogni mezzo, spinti da avidità e disperazione.

Mana e Yuta momentaneamente
morti, sullo sfondo
un essere imperfetto
Dal punto di vista del disegno si tratta di un’opera di ottimo livello. Il character design è quello classico della Takahashi ma si può osservare come il tratto evolva, passando dal disegno più tondeggiante dei primi capitoli ad uno stile più spigoloso nel terzo volume. I personaggi sono espressivi e proporzionati, capaci di mostrare al lettore i loro sentimenti e di muoversi agilmente nel disegno. Le tavole sono tutte ben bilanciate e hanno sfondi dettagliati. Viene, inoltre, fatto un uso moderato ma efficace dei retini. I mostri (sia le creature imperfette che le sirene) sono a loro volta ricchi di particolari e di grande impatto.

L'attacco di una creatura imperfetta
La saga della sirena è una serie molto particolare, dove Rumiko Takahashi riesce a dimostrare ampliamente di riuscire a gestire dei temi e delle atmosfere ben diversi dalle sue classiche storie shōnen di combattimento. Si tratta di una storia cruda e violenta, dove i personaggi devono spesso affrontare delle situazioni al limite e dei veri e propri mostri. La componente horror è quindi molto rilevante nell’economia della sceneggiatura, facendo incontrare ai due protagonisti anomalie e orribili creature mitiche, oltre a personaggi che usano la violenza come unico modo per raggiungere i propri desideri.
Una donna che vuole la carne di sirena
Cadaveri, misteriose resurrezioni, esseri senza scrupoli, persone orrendamente mutiliate e creature non più umane sono elementi che abbondano in quest’opera, che getta una luce horror sul grande desiderio nascosto dell’uomo di ottenere l’eterna giovinezza e mostrandone tutti i suoi lati più oscuri e orrendi. Da parte della Takahashi si tratta di una prova di grande livello, dove mostra tutta la sua abilità di grande narratrice. L’unica pecca di questa splendida serie è che non è completa. Manca, infatti, un vero e proprio finale, come spesso succede nelle opere della Takahashi. In ogni caso si tratta in ogni caso di un’opera davvero molto bella, che mi sento di suggerire a qualunque appassionato di manga ma soprattutto a chi ha apprezzato questa grande autrice in opere più commerciali come Ranma ½Impressioni finali sulla celebre serie basata sulle arti marziali e Inu Yasha.

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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





24 commenti :

  1. Bellissima opera.. mi sta venendo voglia di rileggerla.. xD

    Hai letto "La stirpe della sirena" di Satoshi Kon?
    Un volume unico molto bello!

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    1. Ti confesso che mentre ce l'avevo in mano per recensirla me la sono riletta con gran piacere.

      Sì, ce l'ho, stavo giusto pensando di recensirlo per approfondire il discorso sulle sirene ^^

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  2. Sarà sicuramente molto interessante, Rumiko Takahashi per me è sempre stata una garanzia.

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    1. In particolar modo quando si dedica a temi un pochino più maturi. Adoro le sue miniserie e i volumi unici ^^

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  3. Un post veramente interessante, ho imparato un sacco di cose!!!
    Il manga mi ispira, se mi capiterà l'occasione lo comprerò.

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    1. Anche se è un po' vecchiotta come serie in fiera di solito si trova e, devo dire, merita parecchio ^^
      La prima volta che la lessi me la prestò un'amica di mia sorella ma, alla prima occasione, ho fatto che recuperarla ^^

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  4. Ma perchè i disegni più vecchi della Takahashi mi sembrano più belli di quelli attuali? xD Comunque come finisco la lettura di Maison Ikkoku mi sa che mi recupero anche questo.

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    1. Diciamo che nei disegni più vecchi prestava più attenzione agli sfondi e alle ambientazioni, mentre adesso ogni tanto li tralascia. In questo modo le tavole erano più piene e più dettagliate.

      Maison Ikkoku devo finire di recuperarlo anche io, per ora ho solo i volumi della Granata Press XD

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  5. della Takahashi non ho mai letto nulla °° ero stata tentata da Inuyasha tempo fa (avevo visto qualche puntata su Mtv) ma decisi di evitare per via della lunghezza :/ per questo come lunghezza da "lettura di prova" ci siamo ^^ anche se ammetto che l'horror e i corpi mutilati non sono proprio il mio forte °-°"
    ma mi incuriosiscono le serie sulle tradizioni e le leggende^^
    A proposito di sirene giapponesi...tempo fa lessi che i primi dugonghi avvistati nell'arcipelago furono scambiati per sirene O.O

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    1. Bisogna anche dire che è sempre uno shōnen, per cui, anche se ci sono delle scene di violenza, non ci sono mai dettagli sulle interiora (cosa che invece succede nei seinen) o scene eccessivamente gore.

      Per iniziare a leggere la Takahshi senza lanciarsi su serie lunghissime (io ho iniziato con Ranma 1/2 e non me ne sono mai pentita) c'è appunto La saga della sirena, One Pound Gospel (anche molto carino, sul mondo della boxe - non troppo serio) e i volumi unici di raccolta come Rumic World, Rumic Theatre, Il bouquet di fiori rossi, ecc

      In ogni caso La saga della sirena è davvero carino e mischia un'atmosfera da leggenda con quel pizzico di horror che la rende moderna ^^

      Dei dugonghi l'avevo letto: i marinai hanno una gran fantasia XD

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    2. ah okey XD se è così allora si può fare^^

      Grazie per i suggerimenti ;) li segno nel caso in cui volessi iniziare qualcosa di suo ^^

      Non vedevano una donna da molto tempo si vede! XD

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    3. Diciamo che è un po' come Bleach e Naruto: si trapassano con spade lunghe un metro ma si vede solo tanto sangue ^^ La componente horror è legata più al fatto che ci siano dei mostri che altro ^^

      Eh eh, poveri marinai l'astinenza gioca brutti scherzi ;-P

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  6. Questo mi ispira... ho un debole per le sirene e non sapevo la leggenda giapponese. Invece che fossero donne-uccello sì: sarà anche per questo che hanno voci melodiose! Sai che sui capitelli delle chiese romaniche le sirene vengono rappresentate con 2 code (di pesce) per essere simmetriche e far sì che la cosa si possa vedere da ogni angolo. ;P

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    1. Mi stupisce sempre come leggende analoghe cambino a seconda del punto del globo dove vengono raccontate e come culture molto diverse spesso abbiano nei bestiari mitologici esseri simili ^^
      Il bestiario mitologico greco era poi ricchissimo, ci sono un sacco di creature particolari su cui si fa un sacco di confusione.
      La cosa dei capitelli mi mancava, erano ingegnosi questi scultori rimanici :O

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  7. L'ho letto, l'ho letto *-* (quanto mi piace poterlo dire di uno dei titoli che recensisci XD)
    Ricordo che lo comprai appena uscì perché, avendo adorato Ranma 1/2 e maison ikkoku, speravo in qualcosa di simile :P Cosa che ovviamente s'è rivelata non vera: a parte il disegno, non assomiglia a null'altro di questa autrice (che io abbia letto almeno).
    Comunque mi è piaciuto *-* Soprattutto il personaggio di Yuta...

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    1. Io lo lessi a scatola chiusa, senza neppure sapere chi fosse l'autrice (stavo muovendo i primi passi nella lettura dei manga e sicuramente all'epoca non distinguevo il tratto dei vari autori) ma me ne innamorai subito. Visto che mi era stato prestato, andai a cercarlo in fiera e lo recuperai con gran gioia ^^
      Personalmente adoro Rumiko Takahashi sia quando scrive con un tono più leggero (tipo Ranma 1/2), sia quando si cimenta in opere drammatiche ^^

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  8. Davvero ottima l'introduzione sulla mitologia.
    Questa serie sembra davvero bella e insolita.

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    1. Grazie mille ^^ Sono lieta che sia piaciuta. Mi piace sempre approfondire un minimo l'argomento di cui sto parlando ^^
      La serie è proprio carina, se ti capita l'occasione vale la pena della lettura ^^

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  9. Ho comprato e letto i 3 volumi a suo tempo quando uscirono per Star Comics, ma spesso mi dimentico dell'esistenza di questa mini-serie.. però mi era piaciuta un sacco. Come ripeto sempre, la Takahashi dovrebbe fare più mini-serie e volumi unici ;P

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    1. Io con lei sono un po' di parte (è stata una delle prime autrici che ho letto, il volume uno di Ranma 1/2 credo di averlo consumato), e mi leggo con gusto anche le storie lunghe, solo mi piacerebbe che certe volte capisse quando è il momento di chiudere la serie XD
      In ogni caso concordo che da il meglio di sé quando si cimenta in miniserie e raccontini ^^

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  10. Me lo metto in lista ;) per fortuna sono 3 volumi anche se magari un finale sarebbe stato bello leggerlo.^^

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    1. Sul finale senza alcun dubbio ma è comunque una di quelle serie che vale la pena leggere! Il vero peccato è che la Takahashi non scriva più serie horror, perché è proprio brava ^^

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