domenica 31 luglio 2011

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Harry Potter - Recensione generale, parte seconda: i personaggi

Sfida a quiddich, lo sport dei maghi
In questo post parlerò delle impressioni che mi hanno lasciato i moltissimi personaggi della saga di Harry Potter. Ovviamente non potrò citare ognuno di loro, dato che si tratta di un vero e proprio esercito di soggetti che combattono e studiano nei sette libri che compongono la saga. Alcuni di loro sono molto ben caratterizzati, altri sono estremamente stereotipati mentre altri ancora sono appena accennati. Ovviamente non mi dilungherò a parlare di quei soggetti (Blaise Zabini per dirne uno) che, pur comparendo pochissimo nei romanzi, sono diventati degli idoli delle fangirl e dei fanboy. Prima di proseguire rinnovo l'avviso della presenza di spoiler sull'intera saga.



Personalmente ho una predilezione per quei personaggi che durante la storia riescono a cambiare e a evolvere secondo ciò che avviene loro intorno, specialmente quando si tratta di una storia così lunga (seguiamo le avventure dei nostri eroi per ben sette anni della loro vita). Gli adulti della saga, per questioni di forza maggiore, sono estremamente statici. Queste persone hanno già combattuto in una precedente guerra magica e non vogliono che i ragazzi assistano agli orrori a cui loro hanno vissuto ma, nonostante tutto, non possono fare nulla per cambiare la situazione. Ognuno di loro interiorizza il discorso della guerra a proprio modo ma, proprio perchè già adulti, tendono a non modificare la loro visione della vita.
Da sinistra: Karkaroff (preside di Durmstrang), Severus
Piton, Minerva McGranitt e Albus Silente
Tra di loro vi sono degli ottimi personaggi come Albus Silente (Albus Dumbledore) e Severus Piton (Severus Snape per gli anglofoni), che forse è quello che la Rowling riesce a giocarsi meglio di tutti, attirando contro di lui le immotivate antipatie di Harry Potter e del pubblico, dissipate solo in uno degli ultimi capitoli. Piton è molto carismatico, votato anima e corpo alla causa di Silente, capace di tenere in piedi un mortale doppio gioco con Voldemort in persona, ma dotato di un aspetto fisico brutto (naso adunco e capelli unti per esempio) e inquietante e di una innata severità come insegnate che lo fanno classificare come un nemico dal giovane protagonista della serie. In realtà è un personaggio molto sofferto, solo e incompreso. Ha perso i suoi ideali originali, la sua amata e la tranquillità, ma nonostante tutto continua a combattere con dedizione per l'Ordine con grande coraggio e senza mai risparmiarsi. Per essere uno che probabilmente passa tutta la sua esistenza a ripetersi mentalmente "che vita di merda" alla fine non se la cava affatto male.
Silente affronta Voldemort al ministero alla fine del
quinto libro
Albus Silente, invece, viene identificato immediatamente con la figura del buon maestro, dolce e comprensivo con Harry, saggio e stimato da tutta la comunità magica. In realtà secondo me è un po' (tanto) stronzo dato che non rivela mai tutta la verità su quello che succede nei vari libri fino a che non è costretto questioni di forza maggiore. Gioca a fare il vecchio rimbambito (la storia dei ghiaccioli al limone per esempio) e nel frattempo manipola e maneggia tutte le persone che lo circondano (a cominciare dal povero Piton che è la sua vittima numero uno) e li costringe a fare quello che lui ha in mente. E poi pare pure dispiaciuto se si fanno male, ma nel frattempo lui ha le chiappe ben calde nel suo ufficio. Con al rinascita di Voldemort deve cominciare a darsi da fare e alla fine ci lascia pure la pelle ma tanto ormai era moribondo e in ogni caso il lavoro sporco chi lo dovrà mai fare? Piton, tanto per cambiare.
Sirius Black, con la sua faccia feroce e il cuore di panna e Remus Lupin, coraggioso e fedele fino alla fine (da bravo cagnolino), si distinguono dal gruppo degli stereotipi con le gambe, dove invece si trovano Molly Weasley (la mammina apprensiva, toccatele i figli e va in berserk), Sibilla Cooman (la pazza furiosa ma innocua) e Bellatrix Lestrange (la folle omicida).

Harry, Ron e Hermione pronti a risolvere un'altra spinosa situazione

Trattandosi di una serie di romanzi per ragazzi saranno proprio i giovani maghi a compiere le azioni più notevoli e, nonostante qualche adulto si esibisca in qualche bello scontro (Albus Silente, Sirius Black, Remus Lupin, Severus Piton), a salvare la situazione sarà sempre la bacchetta di un teen-ager. 
La simpatica sciroccata Luna Lovegood
Purtroppo molti dei personaggi femminili soffrono di staticità e alla fine tendono a non trasmettermi molto: Hermione ha la sua parabola esistenziale praticamente tutta nel primo libro (passa da insopportabile secchiona a fedele amica secchiona) e, ad esclusione dell’acuirsi della cotta per Ron, rimane sempre la cara vecchia Hermione di cui fidarsi e con cui confidarsi; Ginny è una tragicamente odiosa Mary Sue (non la reggo proprio) e Luna Lovegood è una simpatica sciroccata ma rimane tale dal momento della sua comparsa fino alla fine della saga. 

Harry Potter nella sua stanzetta
I quattro personaggi che ho trovato più interessanti sono i seguenti: Harry Potter (il protagonista raccomandato), Draco Malfoy (il piccolo nobile viziato), Neville Paciock (l’imbranato con una passione per il giardinaggio) e lord Voldemort (il boss di fine livello). Ma andiamo per ordine. Harry è ovviamente quello che tra tutti più evolve durante la storia, partendo da piccolo e innocente bambino che non conosce nulla della maglia (espediente per permettere all’autrice di dare esaustive spiegazioni al lettore), passando per l’adolescente problematico con il complesso del perché sempre io (da un certo punto di vista non si può dargli torto) ed arrivando al giovane eroe pronto a sacrificarsi per il bene della comunità magica. Checché se ne possa dire su Harry (che è raccomandato, che è paraculato, che è a volte è antipatico, che ha sempre la risposta in tasca) in ogni caso rimane un bel personaggio, che riesce ad evolvere e a superare i suoi limiti e i suoi pregiudizi, curioso fino al limite della stupidità e così Grifondoro da buttarsi a capofitto in qualunque missione gli si ponga davanti prima ancora di accendere il cervello. Harry non vuole essere l'eroe, non l'ha mai voluto, vorrebbe solo essere normale ma i suoi talenti (quello per il Quiddich per esempio), la sua sfortuna per certi versi, unita ad una fortuna pazzesca per altri, e  l'ossessione che Lord Voldemort ha nei suoi confronti lo fanno diventare l'eroe che tutti aspettano. Lui è il Bambino che è Sopravvissuto (non per merito suo ma grazie al sacrificio di sua madre Lily) è il giovane simbolo di cui la società magica ha bisogno. Non importa quanti altri eroi silenziosi ci siano, Harry è il loro vessillo e per questo è costretto ad una sgradita vita perennemente sotto i riflettori.

Neville mentre brandisce la spada di Grifondoro
Neville Paciock (Neville Longbottom) è nato lo stesso giorno di Harry e potrebbe essere lui il ragazzo che viene citato nella profezia della Cooman, ma Voldemort riconosce Harry come suo nemico. In questo modo il giovane non rischia di essere ucciso e non viene acclamato come un eroe, anzi per la sua goffaggine e iniziale incapacità con la magia viene irriso e perculato dai compagni. Durante i sette anni di scuola però Neville cresce, non solo fisicamente, e riesce prima a trovare una sua passione in cui eccellere (l’erbologia) e poi il modo di mostrare al mondo il suo vero coraggio. In realtà questa suo valore lo sfoggia già nel primo libro, quando cerca di fermare Harry prima che ne combini una delle sue, senza riuscirci. Alla fine sarà proprio lui, il timido e goffo Grifondoro, che veniva quasi additato come un Magonò da piccolo, a sfidare apertamente Voldemort e a uccidere la feroce Nagini, serpente custode dell’ultimo Horcrux. Neville è un altro eroe silenzioso come Piton, sempre rimasto al fianco di Harry nelle battaglie più difficili, ma il cui valore viene riconosciuto solo quando sguaina orgogliosamente la spada di Grifondoro e mozza la testa al serpente.

Draco Malfoy nel momento del suo massimo splendore
con i suoi sgherri preferiti: Tige, Goyle e Parkinson
A questo punto rimangono i “cattivi”. Metto le virgolette perché secondo me Draco Malfoy non si può considerare un vero cattivo. Parte come un nobile viziato, ricco e orgoglioso del suo nome e della sua discendenza. Maltratta tutti quelli che, secondo lui, non sono alla sua altezza e inneggia ad un ritorno della razza pura dei maghi, finchè Hermione (esasperata) gli rifila un cazzotto nel terzo libro. Si rende insopportabile con il trio protagonista perché quel Babbanofilo di Harry non ha accettato la sua amicizia il primo anno e cerca in tutti i modi di far prevalere la sua casa (Serpeverde) su quella Grifondoro. Al secondo anno Harry pensa persino che sia lui l’erede di Serpeverde e che stia pietrificando la gente. In realtà è un ragazzo molto innocuo, i suoi scherzi non sono quasi mai pericolosi e, fino al ritorno di Voldemort, è tutto fumo e niente arrosto. Nel quinto romanzo si sente forte del ritorno del capo di suo padre (noto mangiamorte) e si pavoneggia ulteriormente, arrivando a far scoprire alla Umbridge il segreto del’esercito di Silente ma nel sesto libro crolla nella disperazione quando scopre che Voldemort non è quello che si aspettava. Ha a che fare con un pazzo che gli affida una missione suicida e questo lo terrorizza a morte. Draco ha paura ma nel contempo non è abbastanza coraggioso per scappare, lasciando la sua famiglia in balia del folle. Nell’ultimo romanzo rimane il solito codardo ma per la prima volta compie un’azione coraggiosa: salva Harry stesso da una morte certa. Anche lui è provato dalla guerra e vorrebbe solo che finisse il prima possibile, Voldemort, istallatosi a casa sua, è ormai completamente fuori controllo e la sua vita dorata ormai è in pezzi. Alla fine della battaglia di Hogwards la famiglia Malfoy si stringe nel suo dolore insieme a tutti gli altri nella sala grande della scuola, senza badare a chi abbia combattuto in una o nell’altra fazione. In quel momento Draco è solo il ragazzo di diciassette anni che non voleva combattere alcuna guerra, come tutti i suoi compagni lì intorno, ma che si è trovato invischiato contro la sua stessa volontà.

Il capo comincia a vacillare e i mangiamorte se ne accorgono

Voldemort invece è il pazzo furioso per eccellenza. Parte ridotto ad una specie di spettro, con solo la brama di riconquistare il suo corpo e di uccidere. Nel momento in cui riesce a reincarnarsi comincia a compiere delle stragi sempre più cruente e violente. Man mano che passa il tempo, e man mano che i buoni riescono a trovare a distruggere gli Horcrux, diventa nervoso, insicuro e malvagio, in una parabola discendente che lo porta a compiere sempre più errori e a spianare la strada al suo arcinemico. Probabilmente il Tom Riddle iniziale, che voleva riabilitare il suo nome di erede di Salazar Serpeverde, non aveva nemmeno immaginato di giungere ad un tale livello di follia distruttiva. Mentre la parabola dei due Prescelti (Harry e Neville) è una parabola ascendente, che li porta ad ergersi da una situazione sfavorevole inziale (il degrado a cui lo costringevano gli zii uno e la sua quasi impotenza magica l'altro) fino ad arrivare ad essere dei veri eroi per il mondo magico, quella di Riddle è discendente. Perde quasi ogni traccia di umanità, venendo consumato dalla sua brama di potere e dall'esistenza stessa degli Horcrux che gli lacerano l'anima. Perde il controllo delle sue azioni e lo stupendo carisma che aveva mostrato da giovane sparisce nel nulla, lasciandolo un corpo vuoto, temuto ma non amato dai suoi sottoposti.

to be continued
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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





5 commenti :

  1. Riesco ancora a commentare prima di partire XD Tanto fino alle 20.25 l'aereo non mi parte, perciò me la prendo con comodo, anche se so che finirò per correre all'ultimo minuto XD

    I personaggi di Harry Potter sono davvero tantissimi, però molti si sono 'evoluti' e hanno preso carattere solo nelle varie fanfictions (che io leggo XD) perciò si possono semplicemente sorvolare XD

    Dumbledore mi 'puzzava' già dall'inizio; mi è sempre sembrato un mago con un doppio fine, con una trama oscura da seguire...inoltre, il fatto che fosse così potente e non facesse un cavolo per aiutare Harry&Co. era parecchio strano =_=
    Snape, come ti avevo già accennato, è il mio personaggio preferito perchè era acido e sarcastico XD Che poi si sia rivelato un abile doppiogiochista e dunque un buono, per me è stato un di più...mi piaceva anche prima, unto, brutto e cattivo XD

    Harry non mi è piaciuto a pelle. Mentre nei primi libri/film lo tolleravo, da quando ha inizato a credere di sapere tutto lui e ad avere la fissa che tutti i mali derivassero da Draco, mi è stato francamente sulle balle. Che poi i suoi motivi poraccio, ce li aveva, ma a me non garbava, ecco.
    Ron l'avrei strozzato quando ha abbandonato Harry&Hermione a cercare gli horcrux e se n'è tornato a casina...ma è comprensibile, è comunque solo un ragazzo.

    Hermione mi piace e su di lei non apro bocca XD

    Per quanto riguarda Neville, Malfoy e Voldemort sono pienamente d'accordo con ciò che hai scritto *-* A me Riddle da gggiovine piaceva pure con la sua voglia di riscatto e la sua arroganza; ma poi la brama di potere me l'ha rovinato...

    Tante buone vacanze, Acalia!!! Vado a prepararmi 'sta benedetta valigia XD

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  2. harry non l'ho mai sopportato, TROPPO raccomandato e saputello , lo sai u.u
    a me draco mi ha sempre fatto una sorta di pena, a me draco piace ecco u________u
    e anche paciock. amo pronunciare il suo cognome
    paciock paciock paciock ! xD

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  3. @Lithtys: innanzitutto buona valigia e buon viaggio ^^

    Con Draco Harry è sempre stato un po' prevenuto, anche quando ancora non lo conosceva (più o meno come con Piton). Decide arbitrariamente che questo o quello sono cattivi e si comporta come se lo fossero realmente. Questo è uno dei maggiori difetti del Protagonista So Tutto Io.

    Ron l'avrei strozzato più di una volta. Quando è diventato amico di Harry sapeva benissimo che il suo solo nome avrebbe attirato l'attenzione della gente solo per il fatto di essere Il Bambino che è Sopravvissuto ma spesso e volentieri si fa venire le crisi da fama altrui. Come non ricordare anche l'episodio del Torneo Tremaghi. Diciamo che si fa venire le le crisi di isteria sempre nei momenti sbagliati XD


    @Aleja: anche a me Draco piace (e credo che si sia ben capito) sembra un personaggio malvagio ma alla fine ha una sfiga nerissima (non gliene va bene una).
    Neville mi è piaciuto sin da subito, quando Draco lo maltrattava e quando cercava di evitare che Harry & co facessero perdere ulteriori punti alla casata Grifondoro.
    Per quanto riguarda Harry stesso: noto che in generale è poco amato, ma spesso succede ai protagonisti ^^

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  4. Continuo ad apprezzare un sacco questa recensione :D

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