giovedì 30 maggio 2013

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Questo non è il mio corpo - La magrezza non è sinonimo di felicità

La cover dell'opera
Questo non è il mio corpo (脂肪と言う名の服を着て, Shibou to Iu Na no Fuku o Kite, Indossando un abito chiamato grasso) è un manga one-shot josei disegnato e sceneggiato da Moyoko Anno nel 1997. In Italia è arrivato tramite la Kappa Edizioni che l’ha pubblicato in un’edizione per librerie al costo di 9,50€ (credo che sia una delle pochissime opere targate Kappa della mia collezione). Non presenta né pagine a colori né una sovraccoperta (e aggiunge qualche errorino di traduzione qua e là), ma il formato è più grande rispetto al classico tankobon. Questo rende le tavole meglio visibili ma occupa anche più spazio in una già affollata libreria come la mia (ma un posto lo si trova praticamente per tutto!). 

Noko in ufficio
Noko Hanazawa è una giovane impiegata. Debole di carattere e sovrappeso, viene presa in giro da molte colleghe, che non esitano a usarla come una specie di pungiball umano. Le sue uniche gioie sono il cibo, che divora con famelicità appena può, e Saito, il suo fidanzato. Saito è un bel ragazzo e Maiyumi Tachibana, la collega più figa e più stronza dell’ufficio, per il puro gusto di dar fastidio alla povera Noko, lo seduce e lo spinge a tradirla. Non paga di questo, l’infingarda appioppa anche alla povera Noko un grave errore che non era stata lei a compiere e la giovane finisce a lavorare, per punizione, nello scantinato della ditta, con tutti gli elementi che più infastidiscono i piani alti. La giovane, scioccata dal tradimento del ragazzo che frequentava dai tempi della scuola superiore, con cui finisce anche a litigare, e depressa per il fatto di essere vittima di maltrattamenti e mobbing sul lavoro, si getta sulla sua unica consolazione rimasta: il cibo.
La situazione precipita
In breve tempo ingrassa ancora di più, diventando realmente obesa, ma la gioia che le viene dall’essere sazia è una gioia effimera che troppo presto svanisce. Ad un certo punto decide che tutti i suoi problemi sono dovuti al suo aspetto fisico e che, se mai riuscisse a perdere un po’ di peso, potrà finalmente essere trattata come un essere umano dai colleghi e riconquistare anche il suo Saito. La giovane si rivolge quindi ad un centro estetico e comincia una costosissima cura ma i risultati latitano. Moralmente provata anche da questo fallimento e incapace di contenersi nel mangiare, Noko comincia a vomitare tutto il cibo che ingurgita, riuscendo, infine, a perdere l’abito di grasso che la avvolge. A risentirne, però, è sia la sua salute fisica, che comincia a latitare, sia quella psicologica, visto che i pezzi della sua vita non accennano a ricomporsi, ma che, anzi, tendono a sgretolarsi sempre di più.

Noko dimagrita
I personaggi presentati sono quasi tutti personaggi con una caratterizzazione negativa. Se da una parte la protagonista è una bonacciona che passa la sua vita a subire angherie, è anche una persona debole e incapace di affrontare i veri problemi, delegando sempre ad un fattore esterno (è colpa del grasso, se solo fossi più bella tutto questo non mi succederebbe). Durante la sua esperienza tocca con mano la disperazione più nera e tutto quello che riesce a fare e rischiare di autodistruggersi con le sue stesse mani, cadendo in una spirale che la porta da una visione consolatoria del cibo verso una vera e propria forma di bulimia (o di anoressia nervosa, l’autrice non parla mai esplicitamente del disturbo che affigge Noko). Il discorso dei disturbi alimentari è trattato con molta freddezza e distacco da una Moyoko Anno che non si sofferma a regalarne una visione addolcita o romanzata, ma che si limita a riportare semplicemente le azioni che la sua protagonista compie.
Quando si rende conto che Noko sta
dimagrendo, Saito diventa violento
Accanto a lei c’è Saito, un uomo debole, viscido e insicuro di sé stesso che si attacca ossessivamente ad una ragazza che è ancora più debole di lui per poter essere la figura dominante della coppia, quando poi viene continuamente dominato a sua volta dalla sua figura materna e dalle donne con cui si concede delle scappatelle. Mayumi, poi, è una classica bella e stronza dentro, dotata di un’anima che trasuda cattiveria gratuita e che per scaricare le sue nevrosi se la prende con la persona più debole a portata di mano: Noko. Al trio principale si aggiungono poi altri soggetti, come quella di Fujimoto (un vecchio che Noko conosce per caso e che apprezza il grasso – ma cosa viene in mente a questa cretina di andare in albergo con uno sconosciuto!?), che è preda di un delirio di onnipotenza e che non esita a passare sopra ai desideri e alle vite altrui per ottenere i suoi scopi e Tabata, la piccola isterica maniaca del complotto (che poi ha anche ragione, ma se continua così le viene un ictus prima dei trent’anni!).

Noko si butta sul cibo

Noko in un momento di disperazione nera
Il disegno di Moyoco Anno è molto essenziale e accentua ancora di più la sensazione di distacco che il lettore prova nei confronti delle vicende della protagonista. La storia è bella, interessante ed estremamente drammatica ma la sceneggiatura e il tratto dell’autrice non rendono mai possibile un senso di empatia nei confronti dei personaggi in scena. I corpi sono realizzati in modo anatomicamente fedele (anche se il dimagrimento di Noko è davvero eccessivo, in così poco tempo e contando che non pratica attività sportiva dovrebbe avere delle controindicazioni estetiche come le “alucce da pipistrello” sotto le braccia), il character design è estremamente personale ed elegante (anche se quei menti a V non mi esaltano tantissimo) e le tavole sono sempre ben calibrate e ricche di sfondi dettagliati.

Questo è mobbing
In definitiva Questo non è il mio corpo è un volume unico molto particolare, in cui la sua autrice non si esime dal trattare temi controversi come quello del bullismo e della magrezza come sinonimo di bellezza e di felicità. Se il primo tema era già stato visto in opere principalmente legate all’ambito scolastico (come Life, vivere per vivere, Vitamin, Limit e Peach Girl), per la prima volta, qui, lo vedo trattare nell’ambito lavorativo. Le colleghe di Noko si comportano esattamente come le compagne di scuola di Ayumu, la prendono di mira, la isolano, la scherniscono e fanno anche finta di esserle amiche, sfogando, invece, su di lei tutti i loro malesseri e le loro frustrazioni, in una forma di sadismo gratuito.
Mayumi innervosita, per rifarsi se la
prenderà con Noko
A questo, poi, va anche aggiunto il mobbing che i capi (che si comportano esattamente come i professori omertosi di della scuola di Ayumu) fanno sulla ragazza, scegliendola come vittima sacrificale senza nemmeno perder tempo a verificare che sia realmente colpa sua. Il secondo tema, quello dei disturbi alimentari, è, se vogliamo, ancora più delicato e ancora più difficile da trovare in un fumetto. Per Noko il suo peso diventa un sinonimo di fallimento e una cosa da estirpare per poter finalmente essere felice. Purtroppo, però, la realtà non è questa (come invece vorrebbe venderci la società moderna), e Noko sarà costretta a rendersi conto, sulla sua stessa pelle, che la sua infelicità è dovuta al suo essere una donna debole e incapace di affrontare i problemi e non al fatto di essere sovrappeso. Consiglio la lettura di questo volume a chiunque voglia leggere qualcosa di un po’ diverso dal solito, che affronta un mondo adulto pieno di psicologie torbide che cercano a loro modo di raggiungere una felicità che si rivela molto più effimera e sfuggente del previsto.



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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





30 commenti :

  1. Cavoli, sembra davvero interessante!! Ma si trova ancora in giro oppure è esaurito da miliardi di anni?

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    1. E' davvero particolare e poi è anche un volume unico. Sul sito della Kappa è dato per disponibile, quindi credo che basti ordinarlo in fumetteria ^^

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  2. Io l'ho letto anni fa, ma mi è rimasto molto impresso perchè l'ho trovato davvero realistico e crudo.

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    1. Concordo, e il modo distaccato con cui la Anno racconta la storia l'ho trovato particolarmente adatto ^^

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  3. Mi piace l'idea di una storia realistica e cruda, ma i personaggi smidollati mi fanno sempre venire acidità di stomaco (la tizia si vuole riprendere il fidanzato che le ha brutalmente messo le corna?), rischierei di buttare il volume prima di arrivare alla fine...

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    1. Il distacco che l'autrice crea tra il personaggio e il lettore mitiga molto questo aspetto (e te lo dice una che i personaggi smidollati li prenderebbe tutti a sberle). Non si crea empatia per Noko o per Saito e quindi non sale nemmeno l'ira funesta ^^

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  4. In Giappone le persone sovrappeso sono mal viste (così mi hanno detto) per cui forse è raro anche che se ne parli. Però non ho capito come va a finire... lei diventa bulimica e poi? Comunque la pelle cadente può venire nche se si fa attività sportiva, perché è proprio pelle in eccesso che i muscoli non possono riempire... ma magari le giapponesi hanno l'epidermide più elastica ;-)

    PS: sospetto che il mio libro di inglese sia pro-disturbi alimentari... mi fa tradurre frasi del tipo: Oggi voglio dimagrire per ciò salterò il pranzo o_O

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    1. L'ho sentito anche io (c'è anche una proposta di legge per multare i ciccioni, che sono un costo per il sistema sanitario nazionale) ma in questo caso la ragazza viene proprio ostracizzata. Il grasso è solo una scusa, viene scelta lei perchè è la più debole.
      Sulla pelle cadente sono d'accordassimo e, infatti, una che perde tutti quei chili in così poco tempo non è troppo realistica (ma credo che l'autrice non volesse affondare il coltello nella piaga ulteriormente) ^^

      PS: Che bel libro, spero non sia ad uso e consumo dei ragazzini, sarebbe un (bel) po' diseducativo!

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  5. Al di là della storia che non so se mi spinga a leggerlo o meno, sono più incuriosita dal disegno che a tratti sembra parecchio infantile e in altri casi (come il ritratto del tizio nella vignetta in cui ha scritto 'questo è il mobbing') appare caricaturale quasi... mi ricorda i nasi di Altan (vignettista/disegnatore italiano)!

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    1. Il tratto di Moyoko Anno è uno di quelli che si riconoscono subito ad un primo sguardo per la sua particolarità. In generale tende a rendere in modo dettagliato gli ambienti e a sintetizzare di più i volti dei personaggi.

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    2. Ho notato, infatti! Anche se non so se alcuni mangaka abbiano degli aiuti per realizzare gli sfondi, mentre si dedicano personalmente al character-design!

      Devo dire che alla fine ho letto il volumetto e seppure sia verosimile in ciò che accade, trovo che certi episodi siano troppo forzati; non so se leggendolo in inglese ho traviato qualche significato o evento, ma mi è sembrato quanto mai incredibile che un minuto prima Mayumi fosse stupita del fatto che Noko avesse una relazione stabile e la sera stessa fosse a divertirsi con il partner di quest'ultima.

      Le psicologie le ho trovate abbozzate, troppo stereotipate in ciò che ci si aspetta di trovare in una situazione simile (il fatto che siano personaggi in negativo non ne decreta automaticamente l'originalità/specialità oppure una forma di profondità e/o complessità a mio parere), probabilmente anche a causa del pregiudizio comune nella società giapponese di cui ho letto nei commenti scritti che impedisce di sondare meglio o con maggiore libertà le situazioni descritte; secondo me si doveva scavare di più in quello che il disturbo alimentare poteva significare, o meglio la storia mi fa buchi da diversi lati e non mi lascia niente, mi sembra solo un cumulo di esagerazioni la cui disperazione vissuta dai personaggi rasenta il ridicolo/grottesco e non la trovo sempre ben ancorata a qualcosa di veramente reale (va bene il Saitou ha la figura della madre annichilente, ma non viene fatto sentire il livello di esasperazione raggiunto dal ragazzo, sembra un ragazzetto sbarbatello in preda a manie di sadismo piuttosto che un adulto la cui situazione psicologica è veramente incrinata dalla presenza costante e pesante della madre).

      Elemento accentuato anche dal disegno che quando si sofferma sui reietti diventa caricaturale e naif ai massimi livelli, scelta stilistica, effettivamente, che forse rappresenta la realtà del pregiudizio e quindi il punto di vista del 'normale', però, ecco, nell'insieme quel 'distacco' di cui si è parlato in recensione non l'ho vissuto come 'un vetro su una storia narrata' che filtra la vista per liberarla dall'emozione e renderla secca e cruda testimonianza, ma come poca conoscenza o poca possibilità di spingersi fino in fondo.

      Insomma, un argomento così particolare non può essere trattato in modo così infantile, anche perché i personaggi non sono adolescenti e quand'anche si volesse rappresentarli come 'fermi' psicologicamente a quell'età, si dovrebbe farlo meglio, non necessariamente eliminando il filtro distaccato della narrazione, quello va benissimo anzi nelle opere in cui lo trovo lo apprezzo molto, ma sono proprio gli eventi ed i personaggi che mancano totalmente.

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    3. Ho trovato anche io qualche forzatura nella trama in quell'episodio e in quello in cui Noko fa la conoscenza di Fujimoto (se ci pensi questa fa un numero a caso, combinazione il tizio non le sbatte il telefono in faccia, ci esce e poi lui le molla anche i soldi che proprio in quel momento le servono). Penso che questi eventi siano un po' dettati dalla brevità dell'opera, che comunque aveva necessità di far progredire la trama ma non aveva spazio sufficiente a descrivere ogni singolo dettaglio in modo approfondito.

      Inoltre, non credo che l'intento del'autrice fosse quello di sondare in particolare il disturbo alimentare della sua protagonista ma di mostrare come una persona normale e intelligente possa essere distrutta dai pregiudizi e dalla malevolenza delle altre persone. Il disturbo alimentare di cui Noko comincia a soffrire, unito alla visione consolatoria del cibo che ha avuto fino a poco prima, è solo un espediente narrativo. Poteva essere qualunque cosa (come in Life, vivere per vivere, dove Ayumi comincia a tagliarsi) che indicasse il suo percorso di annichilimento.

      Proprio il fatto che i personaggi siano infantili (Saito, come dici giustamente tu, ma anche Noko, che è estremamente auto-scusante, come una bambina che continua a dire "non è colpa mia" e Mayumi che è sadica dentro, senza alcun filtro) è la caratteristica principale dell'opera. I personaggi sono adulti, vestono da adulti, ricoprono dei ruoli da adulti ma nessuno di loro è riuscito a crescere. Da questo deriva anche il fatto che siano figure negative. Alla fine sarà proprio Noko l'unica che riesce ad avere un'evoluzione e a maturare quel minimo che le consente di accettare il suo aspetto fisico per quello che è e di cominciare a vivere una vita serena. Saito e MAyumi rimangono chiusi nel loro bozzolo di infantilità perenne.

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    4. Capisco! Beh nel mio caso sinceramente il finale non l'ho inteso come una... redenzione, chiamiamola così, della protagonista, ma più come una conferma del ciclo di dimagrimento e obesità infinito in cui sarebbe incorsa (come tra l'altro in modo totalmente random conclude la tizia del centro benessere). Poi il disturbo alimentare, appunto, comincia da prima ed è rintracciabile in ciò che definisci proprio come funzione consolatoria del cibo, quello già è un sintomo di un mente turbata se portato all'estremo come in questo caso.

      Il fatto è che in famiglia ho un caso molto simile a quello descritto (solo che il contorno di gelosie/invidie ovviamente si svolge in modi diversi, senza situazioni forzate, ma è più che altro frutto di una incredibile fragilità caratteriale che porta ad esasperazioni di altro tipo), quindi quando leggo di argomenti che un po' conosco non come realtà ideale ma come realtà reale, mi viene naturale notare subito le incongruenze o facilonerie narrative, nonostante la visione in terza persona sia e rimanga tale in ambo i casi! :D

      Poi, per carità, trovo costruttivo che almeno ci si provi a parlarne!

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    5. Più che redenzione la definirei maturazione, alla fine Noko è stata tolta dalla situazione che le causava stress (è stata licenziata e non c'è più Saito che la tratta in modo incomprensibile) e non ha più bisogno della consolazione. Tra l'altro si è resa conto che tutti i sacrifici che ha fatto per avere l'aspetto magro sono del tutto inutili, visto che la sua situazione non è cambiata di una virgola perdendo peso. Secondo me, il fatto che sia di nuovo grassa alla fine vuol dire che ha trovato un suo equilibrio (per quanto precario), ha smesso di autopunirsi e ha naturalmente ripreso peso (quando si fa una dieta così è anche normale). Noko capisce che non è colpa del suo "abito di grasso" se veniva maltrattata. Questa è la consapevolezza che denota la maturazione del personaggio.

      Capisco il problema e mi dispiace per la tua situazione. Ovviamente vivendo da vicino una cosa di questo genere è normale che saltino di più agli occhi le incongruenze ma ritengo comunque positivo un titolo di questo genere che tira fuori l'argomento e lo sbatte in faccia al lettore senza patetismi o romanticismi di sorta ^^

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    6. Oh sì, questo certamente!
      Anche se ripeto, al di là di quello che ho potuto osservare dalla situazione cui accennavo, è stato proprio il manga a trasmettermi poco!

      Anzi, la cosa più brutta è che la realtà riesce ad essere ancora più meschina perché se Noko rappresenta la faccia molle del vittimismo, io purtroppo ho osservato quella più rancorosa capace di tradisce una lucidità d'azione incredibile che trapassa il trauma che ha provocato il disturbo per diventare uno strumento di monopolizzazione altrui.
      Insomma, non mi dilungo più sull'argomento, ma era per farti capire che da parte mia non c'è pietà di alcun tipo o buonismo nei confronti del problema, ma solo un razionale tentativo di analisi delle cose che succedono! :D

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    7. Ovviamente poi quello che il manga trasmette è strettamente soggettivo ^^

      Immagino che nella realtà le cose non siano esattamente così e che questa non può che essere altro che una semplificazione (anche perchè in un volume unico, secondo me, non c'era materialmente spazio per approfondire ulteriormente, in quel caso sarebbe servita una serie lunga). In realtà ho avuto un'esperienza simile anche io (ovvero ho avuto a che fare con una persona che rientra perfettamente nel disegno che hai delineato sopra, anche se le sue motivazioni erano completamente diverse) e posso capire l'analisi razionale ^^

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  6. Io farei leggere questo manga a tutti quelli che dicono che i manga sono per idioti... ma porcamiseria!
    Vorrei vedere se dopo osano ancora parlare...

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    1. O a quelli che sono convinti che fumetto è sinonimo di Topolino e/o di prodotto destinato ad un solo pubblico infantile! Guarda, avrei un listone di manga da proporre a questi soggettoni!

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  7. L'avevo scartato all'epoca perché non mi piaceva il disegno.
    La storia sembra interessante, ma ho un po'lo stesso problema di automaticjoy...vedremo!

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    1. Io lo presi perchè mi attirava il tema (come sai il disegno difficilmente mi ferma dal fare un'acquisto - e infatti nella mia libreria non c'è quasi più spazio per nulla!). Normalmente anche io detesto i personaggi di questo genere ma qui l'autrice è molto brava a creare questa patina di distacco che riesce a non farteli odiare ^^

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  8. sembra molto interessante, anche se 9,50 dindi sono tantini per un one shot, più o meno quanto è lungo da leggere? non vorrei spendere tanto per poi finirlo in 10 minuti....

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    1. Il quanto ci si mette è un po' soggettivo, ma posso dirti che sono una lettrice parecchio rapida e non l'ho finito in dieci minuti. Anzi, è abbastanza corposo come volume ^^

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  9. Tengo d'occhio questo volume unico da un po' ma non l'ho mai iniziato >.< il disegno non mi attira molto, ma sono una lettrice che si accontenta se la trama mi incuriosisce u.u (Diciamo che sono anche una lettrice non molto esigente °//°).
    Non mi vengono in mente altre serie o volumi unici di manga che trattano di questi argomenti e un po' mi dispiace, dato che il mobbing, in particolare, credo sia una delle piaghe principali della società giapponese. Così come anche il bullismo (anche se di quello se ne parla di più, almeno nei manga). :/ Per non parlare poi del tema dei disturbi alimentari...è uno degli argomenti che forse mi deprime di più ;_;

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    1. Personalmente ritengo che il disegno, a meno che non sia un disastro di proporzioni epiche, sia uno dei tre elementi distintivi del manga (trama, personaggi e disegno) che meno mi ferma dal fare un acquisto. Se l'autore ha un buon tema, una buona storia e/o dei personaggi interessanti gli do una possibilità ^^

      Del bullismo ne avevo già visto parlare altrove ma mai in un contesto lavorativo, sempre con ragazzi molto giovani. Visto i temi di cui parla (bullismo, mobbing, disturbi alimentari) devo dire che è un manga quasi unico nel suo genere ^^

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  10. L' ho trovato molto crudo: la disperazione dei personaggi è descritta così bene che è disturbante, leggerlo...non è una lettura semplice, per gli argomenti toccati potrebbe urtare la sensibilità delle persone. Io lo consiglio perché è un fumetto che "dice qualcosa" e che ti fa riflettere sull' argomento, ciò non toglie che pur consigliandolo metto le mani avanti dicendo che la storia trattata è pesantuccia, ecco!

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    1. Personalmente ritengo giusto alternare delle letture più leggere (per dire, da qualche parte ho scritto - e confermo - che One Piece è il mio manga preferito) con altre che portino un messaggio più crudo e attuale. Concordo pienamente sul tuo giudizio, è un bel volume ma da leggere con la consapevolezza che il contenuto è piuttosto pesante.

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  11. Mi ha colpito molto la recensione e i commenti.
    Anch'io trovo l'argomento piuttosto deprimente, che non significa che chiudo gli occhi per far finta che non esista. Non saprei dire, in questo momento, se questo è un manga che potrei leggere o meno...
    Un saluto
    Orlando

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    1. L'argomeno è abbastanza deprimente, visto che il manga mostra come una donna venga praticamente distrutta dai pregiudizi e dalle sue stesse debolezze. Trovo corretto informarsi pienamente prima di lanciarsi in una lettura di questo genere ^^

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  12. Avevo visto questo volume tempo fa, tenendo d'occhio la collana Manga San, il tema trattato è molto delicato, ma forse essendo maschio sento meno l'interesse ad approfondirlo.. sarebbe interessante però capire se la lettura di questo manga possa scatenare una qualche introspezione positiva per chi soffre di queste problematiche

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    1. Secondo me il tema principale non è tanto quello del disturbo alimentare ma più che altro quello della cattiveria delle persone che si scagliano e si accaniscono contro quelli che ritengono più deboli. Riflettere fa sicuramente riflettere ma temo che non sia quello che qualcuno che soffre di disturbi alimentari desidera sentirsi dire.

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