Siamo in 11! - Mistero e intrigo nello spazio profondo!

La cover dell'opera

Siamo in 11! (11人いる! Jūichinin Iru!) è un volume unico shōjo realizzato da Moto Hagio nel 1975 e, per ora, l’unica fumetto che io possieda di questa autrice. Si tratta di un’opera di fantascienza, pubblicata in madrepatria dalla Shogakukan e in Italia dalla Star Comics, in un’edizione da fumetteria con sovraccoperta lucida ma senza pagine a colori (e un po’ se ne sente la mancanza) al costo di 7€. L’ho comprato diversi anni fa praticamente per caso (a volte non so resistere al richiamo di un volume unico e, anche se non ho la più pallida idea di cosa contenga, finisco a prenderlo) e, a furia di sentir parlare di Edgar e Allan Poe (che prima o poi recupero di sicuro), mi è venuta voglia di tirarlo fuori e di rileggerlo. Dal manga (che ha vinto il premio Shogakukan Manga Award in categoria shōnen) è stato anche tratto un omonimo film d'animazione nel 1986.

I candidati si recano sulla nave

Dopo la scoperta dei viaggi interstellari, la Terra ha espanso i suoi possedimenti per ben cinquantuno pianeti circostanti, trasformandoli in sue colonie. In seguito è entrata anche a far parte dell’alleanza stellare con le grandi potenze di Rota, Sava e Seguru. Gli abitanti di Sava e della Terra hanno grandi somiglianze fisiche e possono persino arrivare a sposarsi tra di loro, mentre gli abitanti di Seguru sono fisiologicamente differenti e quelli di Rota, per motivi religiosi, difficilmente effettuano anche solo scambi commerciali con gli altri sistemi. In questo contesto si tiene l’esame finale per accedere alla prestigiosa accademia cosmica. Superati dei difficili test scritti, i candidati risultati positivi, possono accedere ad un test pratico.

Dilagano i sospetti tra Frol (biondo),
Tada (moro) e il Re (quello incazzoso)

Divisi in gruppi da dieci persone, vengono spediti nello spazio (in situazioni controllate) e devono dimostrare di essere in grado di organizzarsi e sopravvivere. Il gruppo uno (quello dei protagonisti) viene mandato su un’astronave bianca che orbita intorno ad un pianeta nero e deve rimanerci per cinquantatré giorni. Peccato solo che, appena saliti sulla nave, i partecipanti si rendono conto di essere in undici invece che in dieci, come prestabilito dal regolamento della prova. In seguito cominciano ad avvenire strani eventi, eventi molto pericolosi e inquietanti, che fanno pensare ad un sabotaggio da parte di un infiltrato che vuole rovinare la prova dell’intero gruppo. Scoprire chi è l’undicesimo (e non perdere la calma) e qual è il suo reale obiettivo sarà quindi una questione di vita o di morte per l’equipaggio in prova!

La sala di comando della nave

Frol si comporta da maschiaccio
(facendo venire un embolo a Tada)

I personaggi messi in scena sono, principalmente, gli undici partecipanti alla prova che, dopo un’iniziale diffidenza (molti di loro sono anche estremamente alieni come fisionomie, dato che provengono da mezza galassia), cominciano a conoscersi tra di loro, mostrando inaspettati lati del loro carattere e condividendo le storie delle loro razze e dei loro pianeti. I principali tra di loro sono molto ben descritti e vengono approfonditi psicologicamente mentre evolvono per via della situazione di stress estremo a cui sono sottoposti (altri, invece, sono appena accennati). I più rilevanti sono Tadatos Lane (detto Tada), un ragazzo molto sensibile, dotato di un istinto molto sviluppato che gli permette di indovinare cose che non conosce e portatore di un grande segreto, Frolbericheri Frol, un altro strano ragazzo, dall’aspetto estremamente femminile (ma dai modi di un maschiaccio in carriera), che sembra fare di tutto per dimostrare di essere un vero uomo, e Baceska, il re di Maya, sovrano del piccolo pianeta di Aritosca-Le del sistema di Sava, autoritario e palesemente abituato a comandare a bacchetta. Loro tre, insieme agli altri otto, formano un gruppo assolutamente eterogeneo, un gruppo che, per la sua stessa salvezza, dovrà cominciare a capirsi a fidarsi degli altri, superando la diffidenza che suscitano lo sconosciuto e il diverso.

Il mio amato sfondo nero per le scene
drammatiche!

Dal punto di vista del disegno si può osservare come il tratto di Moto Hagio sia estremamente particolareggiato ed espressivo e offra un character design definito e molto classico. Le tavole sono ben costruite, con uno stile elegante e retrò, e le scene d’azione sono dinamiche e di facile comprensione. I personaggi messi in scena sono molto ben riconoscibili tra di loro (nonostante siano parecchi) e molto espressivi sia nel viso sia negli atteggiamenti. Ad esempio, la voluta artefatta mascolinità di Frol e l’eleganza de Re si percepiscono benissimo semplicemente dal modo in cui si muovono all’interno della tavola! Molto interessanti sono anche le parti di tecnologia fantascientifica, anch’esse ormai dal gusto un po’ retrò (cioè si vede che sono disegnate con i classici stilemi anni ‘70, dai tratti che ricordano Star Trek), ma che riescono a far immedesimare perfettamente il lettore nell’atmosfera da viaggio interstellare in cui avviene l’azione. A completare il quadro grafico vi sono, infine, degli ottimi sfondi, molto particolareggiati e ben studiati (non c’è nessuna tavola che ne sia priva e viene anche fatto un'ottimo uso dello sfondo nero) e dei bei costumi fatti indossare ai personaggi.

Un'illustrazione dell'opera con gli
11 parecipanti del titolo

In definitiva Siamo in 11! è un ottimo volume unico fantascientifico, che riesce a mettere in scena ben due archi narrativi complessi e ben strutturati e che, nonostante la brevità intrinseca dell’opera, riesce a far appassionare il lettore alle vicende che si consumano in scena (al punto che, personalmente, avrei letto un’intera serie con le avventure di questi personaggi). Le ambientazioni a metà tra la fantascienza spinta e il feudale, i personaggi interessanti, i dettagli curatissimi, il design elegante e sinuoso, non fanno che rendere sempre più appassionante la lettura. Mi sento di consigliare quest’opera a chiunque ami leggere i fumetti, anche se la fantascienza non è il suo genere preferito perché riesce a collimare benissimo questo aspetto della storia con una trama solida (dotata anche di alcuni colpi di scena), delle sfumature di mistero e un pizzico di romanticismo (che, secondo me, non guasta mai, nonostante mi sia fatta la fama di quella che apprezza solo “serie dove la gente si prende a sciabolate” (cit.) [1])

 

[1] Ogni riferimento ad Orlando non è puramente casuale.