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Cover del primo volume della serie |
La saga della sirena è una miniserie manga composta da tre volumi disegnata e sceneggiata da Rumiko Takahashi, tra il 1984 e il 1994, per la rivista Shōnen Sunday della Shogakukan. Ogni volume ha un suo titolo specifico (Il bosco della sirena, Il segno della sirena e La maschera della sirena) e la serie ha avuto due adattamenti animati. Il primo è composto da due OAV (rispettivamente del 1991 e del 1993), chiamati Il bosco della sirena e Il segno della sirena, mentre il secondo è una serie anime composta da tredici episodi del 2003, chiamata Il bosco della sirena. In Italia la serie è stata edita prima dalla Granata Press, defunta dopo aver pubblicato appena il primo volume, e dalla Star Comics che offre un’edizione abbastanza buona, senza sovraccoperta ma con pagine a colori. Quest’edizione contiene tutti i capitoli pubblicati della serie, a differenza della prima edizione giapponese che era priva degli ultimi due, non disponibili all’epoca della sua pubblicazione. Sarà solo nel 2003 che, con l’edizione shisoban, che anche i giapponesi avranno un’edizione completa de La saga della sirena.
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Sirena classica |
Questa miniserie è composta da una serie di
storie brevi incentrate sulla figura della
sirena come appare nella
tradizione nipponica. A questo punto urge fare una
piccola distinzione sulla figura mitologica della sirena, visto che, normalmente,
la prima a venire in mente è la
versione moderna di questa creatura, analoga a quella proposta nel celebre film d’animazione Disney
La sirenetta. Nella
cultura occidentale le sirene compaiono inizialmente in
racconti e
leggende tramandate
oralmente e, in seguito, vengono inserite all’interno di opere epiche e racconti mitici come l’
Odissea e
le avventure di Giasone e degli Argonauti. Qui vengono presentate come delle
incantatrici marine che abitavano un’isola presso Scilla e Cariddi e che
uccidevano i marinai dopo averli affascinati con il loro
melodico canto. Il loro aspetto era quello di
uccelli con la testa o
il busto da donna (ibridi ornitomorfi).
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Sirena romantica |
Durante il medioevo il mito classico venne mischiato con leggende norrene e nord europee e con creature della tradizione siriaca e del Siam, facendo confusione, per carenza morfologica, anche con altre creature come i tritoni (ibridi ittiomorfi) e le arpie (ibridi ornitomorfi). Nei bestiari alto medievali comparve, quindi, per la prima volta, la sirena con la coda da pesce, che, nel basso medioevo, assunse poi una connotazione romantica per via dell’influenza della letteratura cavalleresca e dell’ideale dell’amor cortese. La versione moderna del concetto di sirena nasce quindi da un equivoco (anche per il sovrapporsi nel tempo dei due termini inglesi Siren e Mairmaid) o dalla tradizione non attestata per cui le sirene viste da Ulisse si gettarono in mare per il dispiacere di non essere riuscite ad incantare l’eroe, diventando delle vergini-pesce (da cui il termine Mairmaid, che si può tradurre come “vergine dell’oceano”).
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Ningyo, la sirena giapponese |
Ovviamente
ogni cultura affacciata su un mare offre la propria versione di queste mitiche creature e anche
il Giappone non fa eccezione. Essendo però molto
lontano dal Mediterraneo (dove è nata la nostra concezione di sirena), la versione nipponica di questi esseri
è differente. Narra la leggenda che la
Ningyo 人魚 (letteralmente “pesce umano”)
sia una creatura con la bocca da scimmia, con piccoli denti, come quelli di un pesce, e brillanti scaglie dorate, oppure un pesce con il volto da donna. Chiunque
mangi la sua carne ottiene un’
incredibile longevità ma la
ningyo è anche portatrice di
grande sfortuna, per cui si dice che i pescatori che le catturavano
le ributtassero in mare. La storia folcloristica più famosa legata alle sirene nipponiche è quella di
Yao Bikuni (八百比丘尼, "la sacerdotessa buddista dagli 800 (anni) ") che racconta come
un pescatore un giorno catturò il pesce
più strano mai visto e invitò i suoi amici a banchettarci.
Uno degli ospiti, sbirciando in cucina, si accorse che il pesce aveva
la faccia di una donna e, invece di mangiarne la carne, ne fece
un piccolo pacchetto che infilò nelle sue vesti.
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Le sirene come appaiono nella serie |
Tornato a casa
ubriaco diede erroneamente il pacchetto alla
figlioletta che gli domandava un regalo. Resosi conto dell’errore
corse a fermarla ma era troppo tardi, la ragazza aveva già
consumato tutta la carne misteriosa.
Apparentemente non successe nulla di male e l’uomo si dimenticò l’episodio.
Gli anni passarono, la giovane
crebbe e si sposò ma, dopo aver raggiunto
l’età adulta, non sfiorì, mentre suo marito
invecchiava e
moriva. Per anni e anni di
perpetua giovinezza la ragazza si sposò e
rimase vedova, finchè non divenne una
suora buddista e morì all’età di
ottocento anni.
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Le sirene all'attacco |
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Yuta in viaggio |
Tutta questa premessa serve per introdurre il tema di questa serie, ovvero le ningyo. Nella versione offerta da Rumiko Takahashi si tratta di ibridi ittiomorfi (donne con la coda di pesce) che sono in grado di trasformarsi in donne dall’apparenza umana e di camminare sulla terraferma. Chiunque mangi le loro carni è destinato ad una vita eterna, bloccata all’età in cui ha ingerito la carne maledetta. Il protagonista della storia è Yuta, un pescatore che, insieme ad un gruppo di compagni, ebbe la pessima idea di mangiare la famosa carne di sirena. Di tutto il suo gruppo è l’unico a sopravvivere, visto che, oltre a donare l’eterna giovinezza, la carne di sirena è anche un potentissimo veleno e solo pochissimi tra gli umani che la mangiano sopravvivono. Degli altri la stragrande maggioranza muore subito, mentre alcuni si trasformano in orrendi mostri immortali capaci di divorare qualunque cosa incontrino: gli imperfetti. Yuta comincia così un percorso, lungo più di cinquecento anni, in cui cerca disperatamente le sirene per farsi rivelare un metodo per tornare ad essere un normale essere umano, ormai stufo di veder invecchiare e morire chiunque intorno a lui.
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Mana indossa un kimono |
I personaggi principali della serie sono due: Yuta, il pescatore immortale, e Mana, una ragazza allevata in un villaggio di sirene come sacrificio umano e che, a sua volta, è stata nutrita con la carne maledetta. I due viaggiano senza una meta precisa ma, ovunque si fermano, vengono in contatto con eventi legati alle sirene. Yuta è un ragazzo saggio e coraggioso ma anche malinconico, vissuto per ben cinquecento anni in quasi completa solitudine alla ricerca di una soluzione al suo problema di immortalità, mentre Mana è una ragazza di soli quindici anni, cresciuta in un villaggio sulle montagne, che non conosce nulla del mondo, curiosa e molto impulsiva. In ogni episodio della serie vengono affiancati da altri personaggi a conoscenza del segreto della carne di sirena, personaggi spesso violenti e crudeli, che cercano di ottenere i propri scopi con ogni mezzo, spinti da avidità e disperazione.
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Mana e Yuta momentaneamente
morti, sullo sfondo
un essere imperfetto |
Dal punto di vista del disegno si tratta di un’opera di ottimo livello. Il character design è quello classico della Takahashi ma si può osservare come il tratto evolva, passando dal disegno più tondeggiante dei primi capitoli ad uno stile più spigoloso nel terzo volume. I personaggi sono espressivi e proporzionati, capaci di mostrare al lettore i loro sentimenti e di muoversi agilmente nel disegno. Le tavole sono tutte ben bilanciate e hanno sfondi dettagliati. Viene, inoltre, fatto un uso moderato ma efficace dei retini. I mostri (sia le creature imperfette che le sirene) sono a loro volta ricchi di particolari e di grande impatto.
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L'attacco di una creatura imperfetta |
La saga della sirena è una serie
molto particolare, dove Rumiko Takahashi riesce a dimostrare ampliamente di riuscire a gestire dei
temi e delle
atmosfere ben diversi dalle sue classiche storie
shōnen di combattimento. Si tratta di una storia
cruda e
violenta, dove i personaggi devono spesso affrontare delle
situazioni al limite e dei veri e propri
mostri. La componente
horror è quindi molto rilevante nell’economia della
sceneggiatura, facendo incontrare ai due protagonisti
anomalie e
orribili creature mitiche, oltre a personaggi che usano
la violenza come unico modo per raggiungere i propri desideri.
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Una donna che vuole la carne di sirena |
Cadaveri, misteriose resurrezioni, esseri senza scrupoli, persone orrendamente mutiliate e creature non più umane sono elementi che abbondano in quest’opera, che getta una luce horror sul grande desiderio nascosto dell’uomo di ottenere
l’eterna giovinezza e mostrandone tutti i suoi lati
più oscuri e
orrendi. Da parte della Takahashi si tratta di
una prova di grande livello, dove mostra tutta la sua
abilità di grande narratrice. L’unica
pecca di questa splendida serie è che
non è completa. Manca, infatti, un vero e proprio
finale, come spesso succede nelle opere della
Takahashi.
In ogni caso si tratta in ogni caso di un’opera davvero molto bella, che mi sento di suggerire a qualunque appassionato di manga ma soprattutto a chi ha apprezzato questa grande autrice in opere più commerciali come Ranma ½Impressioni finali sulla celebre serie basata sulle arti marziali e Inu Yasha.
Bellissima opera.. mi sta venendo voglia di rileggerla.. xD
RispondiEliminaHai letto "La stirpe della sirena" di Satoshi Kon?
Un volume unico molto bello!
Ti confesso che mentre ce l'avevo in mano per recensirla me la sono riletta con gran piacere.
EliminaSì, ce l'ho, stavo giusto pensando di recensirlo per approfondire il discorso sulle sirene ^^
Sarà sicuramente molto interessante, Rumiko Takahashi per me è sempre stata una garanzia.
RispondiEliminaIn particolar modo quando si dedica a temi un pochino più maturi. Adoro le sue miniserie e i volumi unici ^^
EliminaUn post veramente interessante, ho imparato un sacco di cose!!!
RispondiEliminaIl manga mi ispira, se mi capiterà l'occasione lo comprerò.
Anche se è un po' vecchiotta come serie in fiera di solito si trova e, devo dire, merita parecchio ^^
EliminaLa prima volta che la lessi me la prestò un'amica di mia sorella ma, alla prima occasione, ho fatto che recuperarla ^^
Ma perchè i disegni più vecchi della Takahashi mi sembrano più belli di quelli attuali? xD Comunque come finisco la lettura di Maison Ikkoku mi sa che mi recupero anche questo.
RispondiEliminaDiciamo che nei disegni più vecchi prestava più attenzione agli sfondi e alle ambientazioni, mentre adesso ogni tanto li tralascia. In questo modo le tavole erano più piene e più dettagliate.
EliminaMaison Ikkoku devo finire di recuperarlo anche io, per ora ho solo i volumi della Granata Press XD
della Takahashi non ho mai letto nulla °° ero stata tentata da Inuyasha tempo fa (avevo visto qualche puntata su Mtv) ma decisi di evitare per via della lunghezza :/ per questo come lunghezza da "lettura di prova" ci siamo ^^ anche se ammetto che l'horror e i corpi mutilati non sono proprio il mio forte °-°"
RispondiEliminama mi incuriosiscono le serie sulle tradizioni e le leggende^^
A proposito di sirene giapponesi...tempo fa lessi che i primi dugonghi avvistati nell'arcipelago furono scambiati per sirene O.O
Bisogna anche dire che è sempre uno shōnen, per cui, anche se ci sono delle scene di violenza, non ci sono mai dettagli sulle interiora (cosa che invece succede nei seinen) o scene eccessivamente gore.
EliminaPer iniziare a leggere la Takahshi senza lanciarsi su serie lunghissime (io ho iniziato con Ranma 1/2 e non me ne sono mai pentita) c'è appunto La saga della sirena, One Pound Gospel (anche molto carino, sul mondo della boxe - non troppo serio) e i volumi unici di raccolta come Rumic World, Rumic Theatre, Il bouquet di fiori rossi, ecc
In ogni caso La saga della sirena è davvero carino e mischia un'atmosfera da leggenda con quel pizzico di horror che la rende moderna ^^
Dei dugonghi l'avevo letto: i marinai hanno una gran fantasia XD
ah okey XD se è così allora si può fare^^
EliminaGrazie per i suggerimenti ;) li segno nel caso in cui volessi iniziare qualcosa di suo ^^
Non vedevano una donna da molto tempo si vede! XD
Diciamo che è un po' come Bleach e Naruto: si trapassano con spade lunghe un metro ma si vede solo tanto sangue ^^ La componente horror è legata più al fatto che ci siano dei mostri che altro ^^
EliminaEh eh, poveri marinai l'astinenza gioca brutti scherzi ;-P
Questo mi ispira... ho un debole per le sirene e non sapevo la leggenda giapponese. Invece che fossero donne-uccello sì: sarà anche per questo che hanno voci melodiose! Sai che sui capitelli delle chiese romaniche le sirene vengono rappresentate con 2 code (di pesce) per essere simmetriche e far sì che la cosa si possa vedere da ogni angolo. ;P
RispondiEliminaMi stupisce sempre come leggende analoghe cambino a seconda del punto del globo dove vengono raccontate e come culture molto diverse spesso abbiano nei bestiari mitologici esseri simili ^^
EliminaIl bestiario mitologico greco era poi ricchissimo, ci sono un sacco di creature particolari su cui si fa un sacco di confusione.
La cosa dei capitelli mi mancava, erano ingegnosi questi scultori rimanici :O
molto belli tutti e tre i volumetti!
RispondiEliminaConcordo pienamente ^^
EliminaL'ho letto, l'ho letto *-* (quanto mi piace poterlo dire di uno dei titoli che recensisci XD)
RispondiEliminaRicordo che lo comprai appena uscì perché, avendo adorato Ranma 1/2 e maison ikkoku, speravo in qualcosa di simile :P Cosa che ovviamente s'è rivelata non vera: a parte il disegno, non assomiglia a null'altro di questa autrice (che io abbia letto almeno).
Comunque mi è piaciuto *-* Soprattutto il personaggio di Yuta...
Io lo lessi a scatola chiusa, senza neppure sapere chi fosse l'autrice (stavo muovendo i primi passi nella lettura dei manga e sicuramente all'epoca non distinguevo il tratto dei vari autori) ma me ne innamorai subito. Visto che mi era stato prestato, andai a cercarlo in fiera e lo recuperai con gran gioia ^^
EliminaPersonalmente adoro Rumiko Takahashi sia quando scrive con un tono più leggero (tipo Ranma 1/2), sia quando si cimenta in opere drammatiche ^^
Davvero ottima l'introduzione sulla mitologia.
RispondiEliminaQuesta serie sembra davvero bella e insolita.
Grazie mille ^^ Sono lieta che sia piaciuta. Mi piace sempre approfondire un minimo l'argomento di cui sto parlando ^^
EliminaLa serie è proprio carina, se ti capita l'occasione vale la pena della lettura ^^
Ho comprato e letto i 3 volumi a suo tempo quando uscirono per Star Comics, ma spesso mi dimentico dell'esistenza di questa mini-serie.. però mi era piaciuta un sacco. Come ripeto sempre, la Takahashi dovrebbe fare più mini-serie e volumi unici ;P
RispondiEliminaIo con lei sono un po' di parte (è stata una delle prime autrici che ho letto, il volume uno di Ranma 1/2 credo di averlo consumato), e mi leggo con gusto anche le storie lunghe, solo mi piacerebbe che certe volte capisse quando è il momento di chiudere la serie XD
EliminaIn ogni caso concordo che da il meglio di sé quando si cimenta in miniserie e raccontini ^^
Me lo metto in lista ;) per fortuna sono 3 volumi anche se magari un finale sarebbe stato bello leggerlo.^^
RispondiEliminaSul finale senza alcun dubbio ma è comunque una di quelle serie che vale la pena leggere! Il vero peccato è che la Takahashi non scriva più serie horror, perché è proprio brava ^^
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