giovedì 7 aprile 2011

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Higashi no Eden (Eden of the Est) - Per favore, continui ad essere un salvatore

Akira e Saki in una foto scattata con il telefono Noblesse
Oblige di Akira
La domanda che pone quest’anime è la seguente: riusciresti a salvare la nazione con dieci miliardi di yen? Dodici persone ricevono questa folle cifra (circa ottantadue milioni di euro) e Juiz, un’ottima assistente telefonica, in grado di esaudire qualunque richiesta. In cambio devono salvare il Giappone , il primo che ci riesce si salva. Tutti gli altri (compresi quelli che terminano il credito anzitempo) moriranno per mano del misterioso Supporter. Il protagonista è Akira Takizawa, il giovane Selçao (così si chiamano gli aspiranti salvatori) all’inizio della storia si trova a New York, nudo e con la memoria cancellata. Durante la serie dovrà scoprire cosa ha fatto con i due miliardi già spesi e chi era prima del black out della sua memoria. Strani eventi circondano la sua figura, come la scomparsa di 20.000 NEET (persone che non lavorano e non studiano) e il misterioso “sconsiderato lunedì”, in cui sono stati lanciati dei missili su Tokyo ma non c’è stata nessuna vittima. In oltre entrerà in contatto con altri Selçao, alcuni amichevoli, altri aggressivi. In tutto questo a New York conosce Saki Morimi, una giapponese in viaggio, con cui stringe una forte amicizia.


Il ritorno dei 20.000 NEET
Dal punto di vista tecnico l’anime è fatto in modo assolutamente ineccepibile, ottimi sfondi, animazioni fluide e una buona colonna sonora (è decisamente interessante la opening, cantata stranamente in inglese). In particolar modo bisogna osservare la quantità di stupendi dettagli e le bellissime ambientazioni. Viene presentata una città di Tokyo in declino, in parte abbandonata e che, pur rimanendo molto attiva e vitale, mostra dei chiarissimi segni di decadimento. La vera Tokyo non è assolutamente così, quindi bisogna apprezzare lo sforzo del regista nel donare alla sua opera un’ambientazione così particolare. 
Il character design è abbastanza interessante, delicato e moderno, pur presentando alcuni particolari che fanno storcere il naso. Perché Kuroha Diana Shiratori (la Selçao numero undici) ha i capelli azzurri? Una caratteristica di questo genere non si adatta particolarmente all’anime (tutti hanno i capelli di colori umani) e in particolar modo al suo personaggio, che di giorno lavora come direttrice di un’agenzia di moda.

Il punto debole di questa storia purtroppo sono i personaggi, rimanendo principalmente delle figurine che si aggirano sullo schermo senza riuscire ad appassionare particolarmente lo spettatore. Tutta la trama è giocata sul mistero dell’organizzazione e su Mr. Outside, il capo nonché fornitore dei soldi, e i personaggi vengono continuamente oscurati. In oltre vi è una parte di episodi, dedicati ad alcuni di loro, che sono veramente troppo lenti e poco avvincenti ai fini della serie.

Akira con Pants, un'amico Hikikomori di Saki
In conclusione si tratta di un’opera discretamente interessante, specialmente per il tema originale, l’ottima grafica e alcuni colpi di scena. La trama non è conclusa con la serie da undici episodi e prosegue con due film (King of Eden e Lost Paradise) che non ho ancora avuto modo di vedere e spero vivamente che portino alla luce alcuni importanti aspetti della vicenda, tipo l’identità dei Selçao non ancora mostrati e che diano un finale un po’ meno aperto di quello dell’anime. La parte più interessante di quest’opera è il discorso che viene fatto sull’importanza di non abbandonare le fasce più deboli della società, come i NEET e gli anziani. In particolar modo viene evidenziato come un grandissimo potenziale viene sprecato, non riuscendo a impiegare una fascia di popolazione giovane e istruita e come la collettività (tema sempre caro ai giapponesi) riesca a superare dei problemi apparentemente insormontabili. Le figure dei Selçao, pur avendo a diposizione molte risorse, non riescono a fare praticamente nulla di concreto finché non chiedono l’aiuto alla popolazione.
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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





3 commenti :

  1. Non sapevo ci fossero anche i 2 film... vedrò di procurarmeli e aggiungerli all'infinita lista di film ancora da guardare. Per il resto sono daccordo con la recensione, dai primi 2 episodi aveva molto potenziale, ma in qualche modo si sono persi per strada. Le sigle iniziale e finale erano molto carine però :U

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  2. Io sto solo aspettando che mi arrivi il secondo film (Lost Paradise)e appena ce l'ho li guardo e li recensisco entrambi. Ho molte aspettative nei loro confronti e spero vivamente che concludano la storia come si deve e non con uno di quei finalini aperti che ultimamente vanno tanto di modo. ^^

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  3. Concordo a pieno con quanto descritto sopra.

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