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La cover di Drifters |
Drifters (ドリフターズ Dorifutazu) è un
manga seinen disegnato da
Kouta Hirano per Shōnen Gahosha a partire dal
2009. Per chi non lo conoscesse Hirano è celebre per aver scritto
una delle più famose serie a base di
vampiri degni di tale nome:
HellsingRecensione della celebre serie di Hirano
. In Italia è stato pubblicato da
J-Pop in un’edizione lusso con pagine a colori e sovraccoperta. Togliendo
la sovraccoperta (sulla copertina vera e propria) ci sono ancora
due pagine di fumetto aggiuntive (da leggere possibilmente dopo aver finito il volume, se non hanno molto significato). Dato che è un manga che mischia
fantasy e
alternate history molti personaggi ispirati a figure realmente esistite, specialmente nella
storia giapponese. Ad una persona un po’ a digiuno di questo argomento
alcuni riferimenti possono sembrare un po’ indigesti ma devo dire che
la J-Pop ha fatto un ottimo lavoro con
le note (da leggere insieme al manga, anche se sono a fine volume), dando tutte
le spiegazioni necessarie a seguire la storia senza riempirla di pesanti
approfondimenti storici.
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Toshihiko nella battaglia d Sekigahara |
Il 21 ottobre del 1600 a Sekigahara si tenne una delle battaglie più famose e sanguinose della storia del Giappone che vide contrapposte le forze armate leali a Tokugawa Ieayasu a quelle Ishida Mitsunari. A vincere fu la fazione di Tokugawa che si aggiudicò così lo shogunato. Tra gli alleati di Mitsunari c’era anche il feudo di Satsuma, schierato con il suo daimyō, Shimazu Yoshihiro e suo nipote, Shimazu Toshihisa. La storia narrata in Drifters inizia appunto con Toshihisa che rimane indietro per permettere a suo zio e ai suoi uomini di fuggire da un campo di battaglia ormai perso. Nonostante la schiacciante inferiorità numerica Toshihisa riesce a farsi valere tra i suoi avversari e a colpire Li Naomasa, uno dei generali avversari, per poi ad allontanarsi, ferito e quasi dissanguato.
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Oda Nobunaga si presenta |
Improvvisamente l’ambiente intorno a lui cambia e si trova a camminare in un lungo corridoio pieno di porte in fondo al quale vi è un uomo misterioso pacificamente seduto ad una scrivania che lo spedisce con totale indifferenza in un terzo luogo. Stremato dalla battaglia appena conclusa Toshihisa perde i sensi e viene trovato svenuto da due elfi che lo identificano come un Drifters e lo portano a delle rovine dove alloggiano altri due come lui. Questi sono nientemeno che Oda Nobunaga, il re demone del sesto cielo, il primo grande feudatario che tentò la conquista dell’intero Giappone nel periodo Sengoku, e Nasu no Youchi, un samurai del can Minamoto che combatté nella guerra Genpei, quella al cui termine fu istituito lo shogunato di Kamakura, qualcosa come quattrocento anni prima della battaglia di Sekigahara (durante la quale, vorrei ricordare, Oda era già morto da almeno quindici anni).
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Hijikata al comando dei suoi uomini |
Dopo il primo momento di smarrimento i tre si aggiornano sulla politica feudale moderna (moderna per Toshihisa, che è il più “giovane” dei tre) e si preparano la cena, quando improvvisamente il villaggio elfico lì vicino viene assaltato da uno squadrone di umani. I tre decidono di non starsene con le mani in mano e, pur non capendo una parola di quello che viene detto dagli indigeni (infondo il giapponese non è molto di moda nei mondi fantasy), attaccano e conquistano il villaggio con un’azione combinata. Nel frattempo vengono mostrati altri Drifters sparsi per quel misterioso mondo tra cui la coppia litigiosa composta da Scipione l’Africano e Annibale Barca (in diretta dalle guerre Puniche), il duo far west Wild Bunch, composto da Butch Cassidy e Sundance Kid, e Konno Naoshi, un pilota giapponese morto durante la seconda guerra mondiale.
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Giovanna d'Arco nella visione di Hirano |
Contrapposto a questi vi è il gruppo degli
Ends, alla testa di un
spaventoso esercito che ha tutta l’intenzione di conquistare il pacifico (ma non necessariamente buono, visto come si comportano i suoi soldati) regno in cui si trovano i
Drifters. Ovviamente anche questi possono vantare dei
nomi celebri e, oltre un misterioso
Re Nero a volto coperto, hanno
Hijikata Toshizō (il demoniaco vicecomandante della Shinsengumi),
Giovanna d’Arco (la donna che giudò in battaglia le truppe francesi durante la guerra dei cent’anni),
Anastasia Romanova (in una versione un po’ diversa da quella proposta dal celebre film d’animazione) e
Minamoto no Yoshitsune (un membro del clan Minamoto, quello della guerra Genpei citata in precedenza).
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La battaglia di Sekigahara. Toshihiko intento ad assicurare una ritirata a suo zio. |
Dal punto di vista tecnico del
disegno si può osservare uno stile analogo a quello visto negli ultimi volumi di
Hellsing, con
personaggi espressivi e dalla
grande presenza scenica, inseriti in tavole
ricche e
piene di dettagli. Una delle cose che più apprezzo dello stile di
Kohta Hirano è il modo in cui spesso
pone in ombra il personaggio, illuminandone
solo lo sguardo su una siluette nera. Le scene d’azione sono
dinamiche e di
grande impatto visivo e, come suo solito,ricche di
molti particolari splatter.
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Qualcuno sta imprudentemente spiando i Drifters |
L’autore in
un singolo volume riesce a mettere in scena
due potenti schieramenti, guidati da delle forze imperscrutabili e dall’aria
per nulla benevola, che si contrappongono su di
un campo di battaglia misterioso e dal
gusto fantasy (ci sono elfi, maghi, orchetti e vengono citate anche altre razze di tolkeniana memoria).
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Nasu no Yoichi, il terzo componente (sì è un maschio,
nonostante l'aspetto femminile) del gruppo protagonista |
Tutti i personaggi principali sono delle
figure storiche realmente esistite che cominciano questa avventura esattamente dal punto in cui sono morti nella loro vita reale, mischiando tecniche e conoscenze che distano anche migliaia di anni (Annibale che chiede ai Wild Bunch le armi da fuoco per distrugger Roma è una delle chicche del manga). Non c’è traccia di
buonismo nelle azioni dei protagonisti, loro sono
schifosamente forti e lo mostreranno facendo quello che sono veramente bravi a fare, ovvero combattendo e vincendo. Ammetto di essere una fan di questo autore ma quello che ho trovato
in Drifters è esattamente quello che ci si aspetta da un’opera firmata da
Hirano: scene di battaglia epiche e spettacolari con
arti amputati e
teste mozzate (Toshihiko si da un sacco da fare) alternate con
siparietti comici con i personaggi in versione
deformed.
Personalmente l’ho apprezzato molto e mi aspetto tantissimo dai successivi volumi, anche perché non tutti i Drifters paiono aver intenzione di collaborare con chi li ha portati lì. Fuochi d'artificio in vista!
Un'ammucchiata di personaggi storici, teste che cadono e disegni accattivanti... molto interessante!
RispondiEliminaSi sa quanti volumi saranno (all'incirca) o si rischia di andare avanti nei secoli dei secoli? In genere non sono troppo propensa a leggere serie lunghe, temo sempre che l'autore a un certo punto la molli e mi lasci senza un finale decente, ma essendo il primo volume potrei seguirlo dall'inizio e la cosa già mi garba di più.
In Giappone è al volume due (il tre quasi pronto) e l'autore è anche abbastanza lento nel disegno ma per ora ha sempre concluso tutto e non sembra intenzionato a mollare. La sua opera più importante precedente è Hellsing e conta in tutto dieci volumi, quindi non credo che sarà una serie eterna ^^
EliminaNon mi ispira, probabilmente vale, ma non è il mio genere.
RispondiEliminaOgnuno ha i i suoi gusti ^^
EliminaDal momento che io non leggo manga, vengo qua per informarmi, conoscere, e soprattutto (:D) fare domande!!
RispondiEliminaCarissima Acalia, tu che spieghi sempre tutto così bene, ho un altro quesito per te... i manga sono tutti in bianco e nero? e le edizioni di lusso sono chiamate così perché sono a colori?... ma più importante... perché sono in bianco e nero?
Sentiti liberissima di fare tutte le domande che vuoi, sono qui per questo ^^
Elimina(prima o poi ti convertirò alla lettura dei manga ;-P)
I manga sono praticamente sempre in bianco e nero, tranne per le prime pagine del volume che presentano una manciata di tavole colorate (se l'edizione è buona). In alcuni rari casi (tipo la Perfect di Saint Seiya) ci sono delle tavole colorate in multicolor o in bicolor (rosso e nero) all'interno del volume perchè la serie ha fatto così successo in madrepatria da guadagnarsele nella rivista originale e l'editore è stato così umano da tenerle, ma sono di una qualità diversa (più bassa) delle tavole a colori fatte appositamente per la stampa in volume di cui parlavamo prima.
In generale se trovi dei manga "colorati" per più di qualche pagina al 99% sono degli anime comics, ovvero delle trasposizioni cartacee di anime (personalmente non mi piacciono, preferisco il manga originale). Tutti gli altri hanno solo una piccola frazione di pagine a colori o addirittura nessuna. In definitiva i manga sono in bianco e nero perchè in Giappone li disegnano così ^^
Per quanto le edizioni di solito si distingue tra quelle da edicola, quelle economiche da fumetteria e quelle lussuose. Si distinguono per qualità della carta (più o meno spessa, più o meno lucida, più o meno gialla), della rilegatura (cede subito o regge negli anni), dalla presenza delle tavole a colori (a volte le stampano in bianco e nero per risparmiare), dalla presenza sovraccoperta e soprattutto dal prezzo. Di solito in cambio delle edizioni lussuose chiedono un pagamento in reni XD
Secondo me è principalmente per risparmiare, dato che hanno una grande diffusione si risparmia sia tempo che inchiostro nella produzione, un po' come per i quotidiani...ma parlo da profana anche io ;P
EliminaSul tempo non ne sarei così sicura, probabilmente colorare certe tavole invece di rendere le ombre con tratteggi e retini sarebbe molto più rapido (contando anche i mangaka lavorano da soli mentre che per i comics americani ci disegnatori e coloristi separati).
EliminaIl fatto è che in Giappone i manga vengono in prima battuta stampati su riviste che poi vengono regolarmente riciclate e riutilizzate per ristampare nuovi numeri della rivista stessa (tipo Shonen Jump, ne ho una copia e la carta è veramente pessima). Se le pagine fossero a colori questo discorso non si potrebbe fare.
Solo in un secondo momento (e se hanno fatto sufficiente successo) passano in monografico ^^
Capisco... a dire la verità ho qualche volume risalente alla mia giovinezza (ghgh) di Saint Seiya e Karekano (le situazioni di lui e lei), ma dato che dove vivo io di fumetterie non c'era neanche l'ombra abbandonai i manga per dedicarmi a spider man della marvel, e poi abbandonai spiderman per dedicarmi ai classici della letteratura (=O)... per questo mi sono sempre chiesta perchè i fumetti americani fossero a colore e quelli giapponesi (si sa che il giappone è avanti su tutto) fossero in bianco e nero! Ammetto però che questo possa essere anche un loro punto di forza. Ma capisco che per un'amante come te possa essere davvero difficile resistere alle edizioni di lusso... ricorda che hai solo due reni :D Grazie ancora per la delucidazione :)
EliminaGuarda, tutte le volte che entro in fumetteria il mio portafoglio tenta (senza successo) il suicidio. Per fortuna non sono una maniaca delle edizioni di lusso ma certe volte, quando fanno la doppia edizione, tipo con Gate 7, di la versione scrausa era veramente troppo scrausa, opto comunque per quella più bella. Diciamo che normalmente se aspetto una certa serie spero sempre che la annunci una casa editrice che faccia delle versioni da edicola decenti (per intendersi la Star Comics), così riesco a portare a casa qualcosa di decente senza dover ipotecare il solito rene ^^
EliminaUna sola parola: era ora che arrivasse! Diciamo che un mio amico mi ha spoilerato molte cose.
RispondiEliminaUnica mia critica... avrei preferito un disegno leggermente più realistico da parte di Hirano... cioè quando l'ho letto (non sul cartaceo), mi sono detto:" E se una cosa così l'avesse disegnata Miura?"
Ma ripeto, sono miei punti di vista.
Anche io lo stavo aspettando, onestamente adoro Hirano e mi piace anche il suo stile grafico che trovo si adatti bene a questo mix di fantasy e alternate history (i suo personaggi sono a volte un po' bambolottosi ma molto plastici come pose).
EliminaDevo ammettere che quando ho visto lo stendardo della Shinsngumi ero praticamente in piedi sulla seggiola con il volume in mano *__*
Chissà solo ora quando uscirà il 2 ç__ç
Saaaaaaaaaaaaalve! Ultimamente il tempo pare sfuggirmi dalle mani e non riesco a fare tutto ciò che vorrei =_= Scusa il ritardo con cui passo a commentare ç___ç
RispondiEliminaDi quest'autore vorrei leggere prima Hellsing perché mi ispira decisamente di più. Nel caso mi innamorassi del suo stile, potrei tentare anche questo, ma al momento non mi ispira tanto. Tra l'altro, sono abbastanza digiuna di storia giapponese...
Non ti preoccupare assolutamente, anzi mi fa piacere che nonostante tutto sia riuscita a passare e a lasciarmi i commenti ^^
EliminaDecisamente è da iniziare con Hellsing, che almeno è concluso, visto anche che Hirano non è esattamente una scheggia a disegnare. In ogni caso prima o poi da qualche parte bisogna pur iniziare anche con la storia giapponese ;-P