venerdì 2 marzo 2012

29

RG Veda - Il manga con cui le CLAMP conobbero la celebrità

La cover del quarto volume
RG Veda (聖伝-RG VEDA- Seiden -Rigu Vēda-) è un manga composto da dieci volumi, pubblicato nel 1989 dalle CLAMP e portato in Italia in due diverse edizioni: una drammaticamente introvabile (e composta da venti sottilette) della Planet Manga e l’altra lussuosa con sovraccoperta e pagine a colori della Magic Press. Stranamente possiedo la versione più bella e recente. Il nome originale dell’opera in madre patria è Seiden (聖伝), mentre RG Veda (che andrebbe letto RIG Veda) è solo il sottotitolo, e indica il fatto che il manga è una rielaborazione romanzata dell’omonimo libro dei Veda, giunto in Giappone in una versione rivista rispetto all’originale induista, passando attraverso Cina e Corea. Non avendo avuto modo di leggere il libro originale non saprei dire quanto le CLAMP abbiano preso di ispirazione e quanto invece abbiano romanzato la storia. Questo fu ufficialmente il manga di debutto professionale delle CLAMP (da cui sono stati tratti anche due OAV di scarso interesse) e si può osservare come all’inizio della sua realizzazione il gruppo fosse composto da un numero maggiore di membri (ben sette in più: O-Kyon, Leeza Sei, Sei Nanao, Sōshi Hishika, Kazue Nakamori, Shinya Omi e Tamayo Akiyama) ma prima del completamente dell'opera assunse l’assetto attuale (Nanase Ohkawa, Mokona Apapa, Satsuki Igarashi, Mick Nekoi). Attenzione: come succede in quasi tutte le opere delle CLAMP dovrò parlare del finale, per cui la recensione sarà molto spoilerosa!

I due protagonisti con il demone Kujaku
 
Cadranno sei stelle
sei stelle oscure che si ribelleranno al cielo.
Tu, dando inizio a un destino già scritto,
prenderai con te un bambino con cui,
spinto dal grido di una stirpe ormai estinta,
ti metterai in viaggio.
Quel bambino, benché oscilli tra il bene e il male,
farà girare la ruota del destino del mondo celeste.
Quando le sei stelle si riuniranno,
la sorte del cielo sarà decisa.
Ma dal profondo delle tenebre discenderà qualcuno
la cui identità le stelle non mi rivelano,
che governa il corso degli astri
e manovra sia le stelle oscure che quelle celesti.
L'ardente fiamma che alleverai ridurrà in cenere tutti i mali
e le sei stelle domineranno ogni cosa, nulla potrà arrestarle.
Voi sarete la distruzione che annienterà il cielo!
 
I due protagonisti
Questa profezia è lo spunto iniziale della trama e in pratica è anche il riassunto dell’opera intera. Kuyo, una sacerdotessa preveggente la rivela a Yasha-ō, il signore del clan Yasha, il più forte del mondo celeste, e questo, senza un motivo preciso, decide di andare nella foresta Maya in cui è custodito questo bambino così pericoloso per liberarlo e crescerlo. Da quel momento comincerà una terribile spirale di sangue, manovrata da Taishakuten, dio del tuono e imperatore celeste, che cercherà in ogni modo di uccidere il piccolo e dolcissimo fino al punto di cariare i denti Ashura-ō, mentre Yasha-ō si opporrà con tutte le sue forze, radunando le altre quattro stelle e muovendo guerra al palazzo Zenmi, in cui vive il sovrano. Queste sono Sōhma, Ryu-ō e Karura-ō, a cui dovrebbe unirsi anche Kendappa-ō, una bellissima suonatrice di arpa e guerriera spietata, che però decide di rimanere fedele al signore del cielo. Durante il viaggio che porta i protagonisti verso il loro più grande nemico Ashura-ō comincia a dare segni di squilibrio, mostrando occasionalmente una personalità feroce e dominatrice, che si definisce la sua vera essenza

Ryu-ō con la sua spada
In una terribile battaglia finale in cui muore praticamente tutto il cast viene fuori che in realtà Taishakuten si era comportato da imperatore terribile e spietato per assecondare un desiderio del precedente Ashura-ō, di cui era perdutamente innamorato. Questo genio del male, sapendo che suo figlio (l’attuale Ashura-ō) avrebbe portato morte e distruzione nel cielo, ma non avendo comunque il coraggio di non permettergli di nascere, aveva chiesto che venisse sigillato nella foresta Maya e che Taishakuten diventasse abbastanza forte per ucciderlo qualora fosse riuscito a risvegliarsi. Per esaudire questa follia (il piccolo Ashura-ō è già fortissimo di suo e diventa sempre più potente dopo la morte di ognuna delle altre stelle che, manco a dirlo, cadono come mosche), Taishakuten fu costretto a uccidere e divorare il corpo del suo amato e a diventare imperatore celeste. Alla fine dello scontro rimangono a fronteggiarsi in tre, da una parte Ashura-ō, ormai diventato un demone distruttivo e dall’altra Taishakuten, pronto ad ucciderlo, mentre Yasha-ō cerca ancora di farlo tornare ad essere la creatura dolce e piagnucolosa che ha cresciuto con tanto amore.
 
Taishakuten con il suo terzo occhio, simbolo
di un peccato gravissimo
Alla fine trionfa l’amore tra padre e figlio adottivo (Yasha-ō e Ashura-ō) e quest’ultimo si trafigge da solo per evitare ulteriori distruzioni, cambiando il destino scritto nelle stelle di annientare il cielo e finendo in una specie di coma autoindotto. Parecchi anni dopo, a seguito della morte naturale di Taishakuten, ovvero l’unico che avrebbe potuto uccidere Ashura-ō (che dopo la battaglia se n’era andato come se nulla fosse stato), Kujaku, un demone che aveva seguito tutto il viaggio dei protagonisti, si sacrifica per svegliare un Ashura-ō, ormai tornato con la sua personalità dolce e tenera. Yasha-ō, che attendeva pazientemente il suo risveglio per non mancare alla promessa di non abbandonarlo mai, può finalmente riabbracciarlo e consolarlo per l’ultima volta. Morale della favola, sono morti tutti per permettere ad un piccolo assassino piagnucoloso di vivere la propria vita.

Ashura-ō , un marmocchio che porta decisamente sfiga

 
Karura-ō con la sua sorellina Karyōbinga
I personaggi sono veramente tantissimi e tutti con nomi al limite dell’impronunciabilità ma si può osservare come i più importanti siano un meraviglioso catalogo di turbe psichiche. Innanzitutto abbiamo l’insopportabile coppia composta da Yasha-ō e Ashura-ō, dove il primo è un guerriero con il complesso della chioccia e una ribellione adolescenziale in corso, in pratica un incrocio azzardato tra Nonna Papera e Terminator (capellone) che fa tutto quello che gli viene detto di non fare, mentre il secondo è un classico ragazzino piagnucolone e teneroso. Uno piange e l’altro fa a pezzi quelli che osano disturbare il suo ciccino, una coppia temibile! Tra le sei stelle si contano anche un esaltato con la mania di fare l’eroe e di dimostrare la sua forza (Ryu-ō), una regina forte e determinata, sovrana di un clan molto particolare, affetta da un tremendo complesso della sorella (Karura-ō), che si decide a seguire i protagonisti solo dopo che Taishakuten rapisce e causa la morte della sua fastidiosissima Karyōbinga (ma cavolo Taishakuten che Karura-ō non si sarebbe mai mossa per non mettere in pericolo l’amata sorellina lo capiva anche un’idiota, allora cosa ti viene in mente di toccargliela!?), e una delle più famose coppie shōjo-ai di sempre: Sōhma e Kendappa-ō. Due che si giurano amore eterno praticamente subito e che finiscono ad ammazzarsi tra di loro per mere questioni di principio. Due che proprio hanno capito tutto dalla vita (e infatti si vede che bella fine fanno).

Kendappa-ō con la sua arpa in mano
Oltre i buoni ci sono ovviamente anche i cattivi, tra cui spiccano quegli altri due malati di mente di Taishakuten e Ashura-ō senior. Il primo diventa un imperatore bastardissimo e dittatoriale dando sfogo alla sua non celata vena sadica solo per non far incontrare le famose sei stelle, con il risultato che le sue sconsiderate azioni le spingono proprio ad unirsi in una battaglia contro di lui, anche se all’inizio molte non erano favorevoli all’idea di tradirlo (come ad esempio la già citata Karura-ō). Come si suol dire: uno che si dà la zappa sui piedi da solo! Dietro le sue azioni si cela il vecchio Ashura-ō (qui i signori dei vari clan si tramandano il nome di padre in figlio, tanto per complicare la vita al lettore, quella -ō alla fine del nome è un suffisso che vuol dire re), uno fuori come un balcone, che pur di prolungare la sua dinastia decide di far nascere un bambino che avrebbe portato morte e distruzione e che per di più sarebbe stato asessuato (esatto il piccolo mostro dalla perenne lacrima non è né maschio né femmina, semplicemente è neutro). Se questo squilibrato si fosse rassegnato a non avere eredi, tutta la serie, con il suo carico di morte e distruzione, non avrebbe avuto luogo. Non pago, decide anche di concedersi al suo spasimante Taishakuten (in una scena tutt’altro che ambigua) e di coinvolgerlo in un assurdo piano per fermare il suo pericolosissimo erede legittimo, costringendo il suo amante a trucidarlo e a mangiarne il corpo (così avrebbe assorbito la sua forza, permettendogli di affrontare il demone alla pari). E Taishakuten accetta, lo uccide e si dà al cannibalismo! Io l’avrei preso a fortissimi schiaffi in faccia e l’avrei mandato a calci da uno psicologo. Uno bravo possibilmente. Quindi immaginate quanto io sia stata felice di ritrovarmi questo soggettino nel primo volume di Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE.
 
Soma-ō con il suo completino da guerriera sexy
A questi va aggiunto un altro campionario di gente strana, partendo da Kujaku, il demone dall’aria ambigua con il complesso del bambino non voluto, nato dall’amore proibito tra due fratelli di sangue (una cosa che ai giapponesi pare piacere tantissimo), passando per Sashi, l’arrivista moglie del vecchio Ashura-ō e sposata poi da Taishakuten, che partorisce due gemelli, uno per consorte, rispettivamente Ashura-ō junior e Tennō, il principe ereditario, e arrivando a Rasetsu, il fratello ribelle di Yasha-ō (cioè, questo è più ribelle di uno che muove guerra contro l’imperatore locale). In realtà gli unici due normali dell’intera serie credo che siano Tennō, uno a cui piace la musica e la poesia, dolce, gentile e senza mire particolari, innamorato della persona peggiore possibile (Kendappa- ō), che lo tratta malissimo dall’inizio alla fine e che viene pure bistrattato dai generali che non lo considerano all’altezza del suo ruolo di principe imperiale, e Souchouten, autore della battuta più furba dell’intera serie: “Mi sono stancato di vedere morire gente davanti agli occhi!”, detta mentre ferma l’ennesima aspirante suicida a poche pagine dalla fine (seguono novanti minuti di applausi ininterrotti).

Ancora Kendappa-ō con la sua arpa

Ashura-ō con le sue classiche orecchie
Dal punto di vista grafico si tratta di un’opera indubbiamente maestosa, dove le CLAMP mettono tutta la loro cura e la loro abilità per renderla il più magnifica possibile. Se nei primissimi volumi si assapora ancora un po’ la semplicità delle origini del gruppo (specialmente negli sfondi, non sempre completi), andando avanti si può osservare come la tecnica migliori sempre di più. L’uso dei retini e dello sfondo nero, come spesso accade nelle opere di questo gruppo, è ottimo. Il character design è quello classico di queste autrici e ben si adatta alla storia raccontata, mostrando uomini ben piazzati (anche se dai volti un po’ femminili) e donne bellissime e slanciate. Tra tutti spicca per pucciosità la versione infantile di Ashura-ō, con le sue manine paffute e le orecchiette a punta.

Il principe Tennō, un personaggio
secondario ma anche uno dei miei preferiti
In definitiva si tratta di un titolo discreto, che fa dell’espressione grafica delle sue autrici uno dei suoi punti di forza principali e che trova nei personaggi la sua maggior debolezza. Sono veramente troppi e anche una maniaca dei nomi come me, che normalmente se li manda tutti a memoria (per il puro gusto di farlo), ha trovato delle difficoltà a ricordarsi sempre chi fosse chi e di chi fosse parente. Inoltre tendono ad essere caratterizzati in modo superficiale e un po’ freddo, al punto che la loro morte (e ne trapassano veramente una vagonata, se non praticamente tutti) non riesce mai a toccare fino in fondo il lettore. A tutto questo va unito il finale un po’ deludente e forzato, dato che scombina, come spesso succede nelle opere delle CLAMP i rapporti tra i buoni e i cattivi, con il risultato di rendere totalmente inutile il gran massacro fatto fino a quel punto. Lo consiglio a chi ama le CLAMP e desideri leggere un manga dove scontri e combattimenti la facciano da padrone (con l’aggiunta di qualche siparietto comico qua e là) e non si formalizzi troppo sull’introspezione psicologica dei personaggi. Non saprai nemmeno se annoverare l’opera tra quelle che mi sono piaciute o tra quelle deludenti. Per alcuni versi rimane un prodotto estremamente interessante e avvincente, mentre per altri riesce a toccare delle notevoli vette di fastidiosità e incongruenza.
author

SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





29 commenti :

  1. Anche io non sò se mi sia piaciuto o meno.. la trama di sicuro è interessante ma ci sono state cose non troppo chiare e massacri assolutamente inutili al fine della storia.. :s
    Se ci fosse stata meno drammaticità ingiustificata, sarebbe stato perfetto! :p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, un po' di massacri in meno e un briciolo di caratterizzazione in più sui personaggi, che nei momenti cruciali della trama prendono decisioni assurde senza riflettere (come ad esempio Ryu-ō che parte con il gruppo senza pensarci su due minuti), e sarebbe stata sicuramente un'opera molto più degna di nota ^^

      Elimina
  2. Effettivamente Yasha-o era un po' chioccia, eh xD
    Però la morte di Karyobinga mi fa ancora piangere T__T non riesco proprio a rileggerlo, 'sto manga, per quanto all'epoca mi sia piaciuto... è un inno al massacro, cribbio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Solo un po? Diciamo che riscopre le gioie del suo lato materno ;-P
      A me era dispiaciuto tantissimo per la morte di Rasetsu, se tanti altri avevano scritto in faccia che non sarebbero sopravvissuti, su di lui avevo delle buone speranze T_T

      Elimina
  3. Dai ammettilo, le Clamp ti pagano in nero per fare pubblicità alle loro opere.
    Aaaah, RG Veda... uno dei primi miei manga. Ora, dovrei rammentarlo con affetto in quanto tale, invece niente, in testa non mi è rimasto quasi nulla, se non i nomi di qualcuno dei protagonisti e la delusione totale dell'OAV in cui Ashura magicamente aveva la patatina al posto del pipino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà il mio obiettivo è quello di recensire Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE e senza avere tutti i riferimenti ai manga a cui fa riferimento prima non ha molto senso, per cui prossimamente scriverò le recensioni di tutte le opere delle CLAMP che mi mancano ancora ;-P

      In realtà Ashura-ō non è né maschio né femmina, ma del tutto neutro, per cui, quando viene tradotto in italiano (in giapponese maschile e femminile non esistono) sorgono dei problemi di attribuzione del genere. Nel manga hanno deciso di farlo parlare al maschile mentre nell'OAV al femminile. In realtà lì sotto non ha nulla, è piatto/a XD

      Elimina
    2. Povero/a Ashura, che vitaccia senza emozioni...
      Però è bello trovare qualcuno come te che scriva recensioni così approfondite sulle Cozze, cercando comunque di rimanere il più obbiettivi possibile. In giro ho trovato soltanto le loro fangirls yaoiste esagitate, oppure, al contrario i loro detrattori più feroci. Fa pensare il fatto che entrambe queste categorie le amino e le detestino proprio per gli stessi motivi.

      Elimina
    3. Infatti, tutte quelle fantasie che vedono Ashura-ō accoppiato/a con qualcuno mi fanno un sacco ridere, il poveretto/a non può essere nemmeno interessato XD

      A me alla fine le CLAMP piacciono abbastanza ma se nella storia c'è qualcosa che non fila mi pare giusto segnalarlo. Anche solo per correttezza nei confronti di chi pensa di comprare una determinata serie ^^

      Elimina
    4. Sì, ok, ma ora basta indugiare in inutili chiacchiere, donna! La prossima volta ti voglio a recensire la roba che conta. Manga o anime non importa, almeno su questo ti lascio libertà di scelta (l'ho sempre detto che sono troppo buono...)
      Ma di Junji Ito, da alcuni definito il Lovecraft giapponese, non hai letto nulla? Che so, così, un nome a caso, Uzumaki?
      E di Mohiro Kitoh? Narutaru? Bokurano? Anyone?
      Oh, io non t'ho detto nulla eh? Son pensieri a voce alta, ecco.

      *fa per allontanarsi, fischettando*

      Elimina
    5. Di manga normalmente leggo (e recensisco) solo opere che sono stati stampati in Italia, dato che non amo molto leggere le scan, poi finisce che non mi ritrovo e spesso non apprezzo adeguatamente il contenuto se non ho il volumetto in mano.

      In ogni caso ho anche del materiale più serio, quindi posso anche alternare, senza togliere che le CLAMP me le passerò tutte (e già le sto dilazionando abbastanza nel tempo) ;-P

      Elimina
    6. "le CLAMP me le passerò tutte"

      Mio dio che bruttissima immagine mi hai fatto venire in mente...

      Elimina
  4. Io faccio parte di quanti hanno cordialmente detestato questo manga,sul quale in verità partivo molto prevenuta e scettica,che difatti mi sono decisa a leggere solo perchè trovato praticamente regalato in un mercatino.
    Comunque,non credo di aver mai visto neanche in un manga Clamp una tale folla di gente che agisse in modo tanto (melo)drammatico spinto da motivazioni così insensate,su un buon numero di scempiaggini avrei anche potuto chiudere un occhio (meglio tutti e due),ma Kendappa-o e Taishakuten mi hanno veramente fatto cadere le braccia,e il sacrificio finale di Kujaku solo per permettere il risveglio di quella lagna di Ashura è stata la ciliegina sulla torta...
    L'unico motivo di soddisfazione se così vogliamo chiamarlo è stato che almeno un paio di personaggi tra quelli che avevo trovato un po' più sopportabili si siano salvati dall'inutile macello,ma per il resto vengo immancabilmente attraversata da un brivido di orrore quando mi tocca ripensare a questo manga.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Su Taishakuten e su Kendappa-ō sono assolutamente d'accordo, leggendo il decimo volume li avrei presi volentieri tutti e due a fortissimi calci nel sedere. Quei due personaggi superano di gran lunga il mio limite massimo di sopportazione della demenza. L'unica cosa che stavo trovando positiva del finale era il fatto che quel rompiscatole di Ashura-ō pareva finire in coma per sempre. Invece no, Kujaku si sacrifica (tanto per allungare la lista dei morti barbaramente uccisi) e lo risveglia. E lui inaugura la sua nuova vita piangendo per millesima volta XD

      Per la morte di alcuni personaggi mi è spiaciuto molto (tipo Rasetsu e Karura-ō), mentre per altri alla fine non mi importava neppure più molto ^^

      Elimina
    2. A me non è importato molto della morte di nessuno in particolare,a parte Kariobinga e la moglie di Rasetsu (non ricordo il nome),i personaggi erano tutti talmente piatti che non mi è riuscito di affezionarmi praticamente a nessuno,e poi sembrava avessero un bersaglio disegnato al centro della fronte tanto era evidente che la maggiorparte di loro avrebbe fatto una brutta fine nell'arco di qualche vignetta.
      Quanto ad Ashura,visti i genitori forse non si poteva pretendere che venisse su una creatura di buonsenso;stendendo un velo pietoso sulla madre,il comportamento e le motivazioni del padre sono qualcosa di veramente inconcepibile.
      Capisco benissimo il desiderio di paternità,ma santa miseria,non ti sembra il caso di reprimerlo se comporta un rischio del genere (anche a volersi fidare di Taishaku,altra cosa sulla quale avrei avuto qualche remora,e difatti...)?
      E anche se rispetto al finale certe cose finiscono col passare in secondo piano,anche il ricongiungimento delle Sei Stelle avviene secondo modalità che lasciano perplessi,per esempio le motivazioni che spingono Ryu-o ad unirsi agli altri sono francamente sconcertanti,specie dopo aver visto cosa ne è stato del clan di Yasha;e anche Karura-o,poteva sembrare maggiormente giustificata dalla perdita della sorella,ma l'egoismo di fregarsene così allegramente delle responsabilità verso il suo clan è stata ugualmente una cosa pessima.
      Kujaku era stato l'unico personaggio a cui mi fossi affezionata almeno un po' nel corso della storia,perciò non poteva farmi piacere vederlo sacrificarsi a quel modo,perdipiù solo per dar luogo al ricongiungimento di una delle coppie più inutili e fastidiose della storia.

      Elimina
    3. Basta vedere il primo morto della serie per capire che vento tira. Qui la prima a lasciare il cast è quella povera sfigata della sacerdotessa Kuyo, che quel gran genio del male di Yasha-ō trova e lascia da sola in balia dei soldati imperiali. Da lì in poi è stato tutto un presentare una carrellata di personaggi la cui morte avrebbe dovuto segnare il duo protagonista ma che invece passa nel silenzio più totale (dopo le solite lacrime di Ashura-ō vengono normalmente scordati).

      Su Ashura-ō senior credo di aver già espresso il mio disappunto ma un personaggio così non si regge proprio. Il fatto di trovarlo praticamente tale e quale in Tsubasa è stato poi il colpo finale.

      Effettivamente il piccolo mostro (Ashura-ō junior) non poteva venir fuori troppo bene con un patrimonio genetico del genere (due genitori così sarebbero da rinchiudere invece che da far procreare) ma bisogna ammettere che il DNA di Taishakuten ha fatto miracoli con il principe Tennō che, pur essendo stato generato dalla stessa madre, è di tutt'altra pasta.

      Dei clan alla fine se ne strasbattono tutti allegrissimamente, come se essere il re non comportasse alcuna responsabilità ma solo una rottura di scatole. Almeno Karura-ō, come del resto Sōhma, si sono viste fare dei torti personali, ma Ryu-ō si unisce al gruppo in modo veramente assurdo. Dimostra poi ancora in TRC la sua astuzia facendo comunella con quell'altro genio di Shaoran XD

      Io invece mi ero affezionata a Karura-ō e mi è dispiaciuto veramente vederla morire in quattro misere pagine, uccisa quasi per pietà da Taishakuten ma anche per Kujaku ci rimasi male. Ormai non mi aspettavo che ci sarebbero state altre vittime (e poi anche lì la motivazione è abbastanza ridicola: "Ashura-ō mi ha mostrato che non esistono bambini inutili")

      Elimina
  5. Dalle mie scarse conoscenze dei Veda derivanti dall'esame di Filosofie orientali direi che il tutto è parecchio romanzato, ma mi incuriosisce molto che abbiano usato come fonte d'ispirazione un testo religioso così antico e che a stretto rigore non fa parte della tradizione giapponese (un po' come quando mangaka vari pescano idee dalla Bibbia, insomma).
    Peccato ci sia solo l'edizione lusso in giro, non so se avrò voglia di spendere troppo per leggerlo anche perché non sembra un'opera imperdibile.
    P.s. "Incrocio azzardato tra Nonna Papera e Terminator (capellone)" mi ha fatta morire dal ridere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da quello che ho capito (ma non è che ci siano proprie tante informazioni in giro) hanno usato una versione già rimaneggiata dai Cinesi e dai Coreani, che penso sia arrivata a loro attraverso la cosmologia buddista, importata appunto da queste nazioni.

      Alle fiere qualche buona offerta probabilmente adesso si può anche trovare, specialmente sulla vecchia versione, che è meno pregiata. Per esempio di Tokyo Babylon, da quando è uscita la ristampa, ne ho viste diverse di quelle vecchie in giro (prima erano assolutamente introvabili) ^^

      PS grazie ^^

      Elimina
  6. Non conosco quest'opera e, dati i molti commenti in genere, credo l'ignoranza sia il bene in questo ed altri casi.
    Haimè, le clamp non mi affascinano proprio.
    L'unica eccezione è Clover, il mio primo manga comprato in stazione per avere qualcosina da leggere in treno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se le CLAMP non ti ispirano questa non è l'opera giusta con cui interfacciarsi, ce ne sono altre molto più digeribili ^^

      Pensa che Clover è la loro unica opera che mi manca completamente e che a questo punto credo che non prenderò mai, dato che è interrotto da troppi anni (peccato perchè ne ho sentito parlare molto bene), a meno della solita offertona imperdibile (in quel caso chi sono io per dire di no) ^^

      Elimina
  7. *_* Stupendo.

    Grazie mille per il bel commento... io lo pronuncio con la C dura :D

    CIAO!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le CLAMP ti piacciono proprio ^^
      Nella mia università si può giocare a squadre, C dura vs C dolce nel pronunciare Kirchhoff ;-P

      Elimina
  8. I disegni sembrano molto belli, ma la storia proprio non mi ispira. Passo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le CLAMP disegnano bene come loro solito ma questa volta si fanno veramente prendere la mano con i massacri XD

      Elimina
  9. Io ho l'edizione pezzente e introvabile prodotta dalla PlaMa.
    RG Veda proprio non mi è piaciuto: non ho trovato un e dico un, personaggio che mi stesse lontanamente simpatico. Uno più insopportabile dell'altro! E come dici anche te, ce ne sono troppi e tutti dal nome impronunciabile...manco più mi ricordavo chi aveva fatto cosa...un delirio XD E' vero che l'ho letto senza farci attenzione e anche con un po' di sano 'scazzo', ma ammetto di non aver capito bene tutto quello che è successo nel manga :P

    Si salva giusto il disegno ^^ E noto che concordi anche te :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io di personaggi ne salvo giusto un paio, ma sono dei secondari che compaiono pochissimo o vittime predestinate (per cui viene la doppia rabbia quando le CLAMP li ammazzano senza pietà e motivo). In particolar modo ho trovato insopportabile la coppia Ashura-lacrima-facile-ō e Yasha-chioccia-ō, due tra i protagonisti più odiosi di sempre XD

      Io do dovuto rileggere un paio di volte certi volumi per seguire bene quale generale/comandate/re avesse fatto cosa e con chi fosse imparentato, finchè ad un certo punto mi sono arresa e ho lasciato perdere i dettagli, tanto era una battaglia persa in partenza XD

      Elimina
  10. Asura-o e Yasha-o sono fra i protagonisti più orripilanti di sempre XD (insieme a Shinji di Evangelion e altri 8299 personaggi di vari manga XD).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono perfettamente d'accordo. Soltanto che Ashura-o E Yasha-o non hanno avuto seguito come personaggi di altri autori e non sono mai stati mai imitati. Mentre Stupishinji ha inaugurato una nefasta moda di protagonisti adolescenti complessati che ha ammorbato la maggior parte degli anime televisivi fino ad oggi.

      Elimina
    2. Lasciamo perdere Shinji Hikari, è uno dei protagonisti che ho più odiato nella storia dei protagonisti insopportabili (lui, le sue pare mentali e la sua codardia congenita). Già ho dei problemi di fondo con i personaggi principali (normalmente preferisco i comprimari) ma lui è veramente troppo insopportabile.

      PS lithtys posso chiederti per favore di aggiungere i commenti successivi al primo sotto alla discussione già aperta e di non aprirne di nuove (basta cliccare su Rispondi sotto all'ultimo commento del gruppo)? Così rimane tutto un po' più ordinato e leggibile. All'inizio è un po' macchinoso ma una volta ingranato diventa facilissimo ^^

      Elimina

Un commento è sempre molto gradito!

Se non ha voglia di loggarti, ricordati che con l'opzione Nome/Url puoi mettere un semplice nick di fantasia (la Url non è obbligatoria), così nelle risposte non verrai confuso con altri Anonimi.