venerdì 24 febbraio 2012

32

Departures - Storia di un compositore di morti

Locandina italiana del film
Departures (おくりびと Okuribito) è un film giapponese del 2008, girato da Yōjirō Takita e liberamente ispirato dall’autobiografia di Aoki Shinmon, Coffinman: The Journal of a Buddhist Mortician (納棺夫日記 Nōkanfu Nikki), un bestseller pubblicato nel 1993 in Giappone. L’argomento del libro e del romanzo è molto particolare, dato che tratta di una persona che per lavoro si occupa di comporre i morti e che, a causa della sua professione, subisce alcune immotivate discriminazioni. L'opera ha vinto molti premi internazionali tra cui l'Oscar per il miglior film straniero nel 2009. Era molto tempo che avevo da parte questo film ma non mi decidevo mai a guardalo, finchè Mirage non ha proposto il popolare meme sui film, indicandolo come sua opera cinematografica preferita e alimentando definitivamente la mia curiosità.

Il pezzo principale della colonna sonora, da far partire prima di iniziare la lettura della recensione

Daigo impegnato a suonare con la sua orchestra
Daigo Kobayashi è un giovane violoncellista pieno di belle speranze che si trova improvvisamente disoccupato per il fallimento dell’orchestra in cui suona. Schiacciato dal costo abnorme del suo strumento e senza prospettive per il futuro decide di venderlo, abbandonando per sempre la carriera da musicista, e di trasferirsi in provincia, a Yamagata, nella casa che la madre gli ha lasciato in eredità. Qui comincia con la moglie Mika una nuova vita e, mentre cerca un posto di lavoro, la sua attenzione viene catturata da un annuncio dell’agenzia NK, una ditta che offre ottimi compensi per “assistere coloro che partono per viaggi”. 

Mika versione allegra mogliettina
Arrivato alla sede dell’agenzia fa la conoscenza della segretaria e dell’eccentrico capo una strana persona che, senza neppure degnare di uno sguardo il suo curriculum, decide di assumerlo. Quello che però il giovane non ha capito dall’annuncio (già poco chiaro di suo, poi ancora pubblicato con un errore di stampa) è la vera natura dell’azienda, che non si occupa affatto di viaggi, ma dell’ultimo viaggio, svolgendo le tradizionali cerimonie giapponesi di composizione e preparazione del corpo dei defunti alla cremazione. All’inizio Daigo pare estremamente titubante a compiere il lavoro di noukanshi (anche per la sua prima traumatica esperienza) ed evita perfino di parlarne con la moglie ma, vedendo il modo inaspettatamente dignitoso e amorevole con cui il suo capo effettua l'intera cerimonia, comincia a rivalutarne l’idea, affrontando un percorso di autocoscienza interiore.

Daigo al bagno pubblico in un momento di relax
I personaggi importanti sono abbastanza pochi ma tutti delineati in modo impeccabile. Innanzitutto c’è Daigo (Masahiro Motoki), un uomo che è stato abbandonato dal padre quando aveva solo sei anni e che non ha potuto assistere al funerale della madre perché all’estero nel momento della sua morte. È introverso e tranquillo, profondamente segnato dall’abbandono paterno, e riesce ad esprimersi praticamente solo attraverso la musica del suo amato violoncello (per l’occasione recupera quello da studio che usava da bambino), uno strumento che lo stesso genitore l’aveva spinto ad iniziare a suonare. All’inizio prova vergogna e rigetto per il suo nuovo lavoro ma, man mano che comincia a comprenderne le dinamiche e la reale importanza, si trova naturalmente portato ad accettarlo e spinto a superare i suoi passati traumi.

Il signor Sasaki all'opera
La moglie Mika (interpretata da Ryōko Hirosue), invece, normalmente affettuosa e estremamente accondiscendente, non capisce questa cosa e lo rifiuta violentemente, schifata e imbarazzata dal fatto che il marito lavori con i cadaveri, arrivando al punto di decidere di abbandonarlo. Intorno a loro ci sono Shōei Sasaki, il padrone della ditta (Yamazaki Tsutomu), un uomo molto particolare, simpatico ed elegante, che iniziò la sua carriera componendo il corpo della defunta moglie, la segretaria della NK Yuriko Uemura (Kimiko Yo), una donna in fuga da Hokkaido, dove ha abbandonato un bambino di soli sei anni, e le famiglie dei defunti presso cui il protagonista presta servizio. Anche queste sono realizzate in modo assolutamente impeccabile, mostrando una grande varietà diversa di reazioni e di comportamenti che i congiunti possono avere davanti ad una morte.

L'inizio dei titoli di coda del film
In Giappone il ruolo del noukanshi 納棺師(tanatoesteta, letteralmente maestro di chiusura della bara) consiste nel preparare il corpo del defunto prima che venga messo nella bara, in modo che i parenti possano offrirgli l’estremo saluto. Viene chiamato dal 葬儀屋 sougiya (direttore del funerale) e si occupa di una cerimonia che prevede di lavare e cambiare il corpo davanti alla famiglia senza mai mostrare parti del cadavere (ad eccezione di mani, piedi e testa), grazie ad attenti e precisi gesti codificati. Per prima cosa vengono ostruiti tutti gli orifizi con del cotone, poi viene fatto indossare l’abito funebre e infine il corpo viene truccato ed acconciato come se la persona fosse ancora in vita. Dopo il funerale religioso (di qualunque confessione fosse il defunto) la bara in legno viene chiusa (ha una speciale finestra che permette di vedere il volto fino alla fine) e cremata. In Giappone quasi nessuno viene seppellito ma praticamente tutti i defunti vengono arsi. 
Il protagonista nuovamente all'opera, intento a truccare
una giovane morta in un incidente
Il lavoro del noukanshi è considerato fin dai tempi antichi una professione infangante per via del concetto scintoista del Kegare (穢れ・汚れ, traducibile con sporcizia, profanazione), una sorta di condizione di impurità determinata dal contatto con determinate situazioni. Il principale vettore del Kegare è proprio la morte, per cui gli addetti a maneggiare i cadaveri sono stati per lungo tempo considerati dei Burankumin (部落民, emarginati) e discriminati dagli altri. Con la caduta del sistema feudale le cose sono migliorate molto ma il problema non è risolto ancora adesso, al punto che il solo parlare di queste discriminazioni è un tabù. Per questi motivi Daigo, il protagonista della vicenda, incontra molti problemi (e discriminazioni) quando decide di dedicarsi alla professione di tanatoesteta, al punto che l’amata moglie arriva perfino ad abbandonarlo.

Un'altra cerimonia
Per realizzare un’opera di questo genere sono stati impiegati ben dieci anni di lavoro, necessari per permettere a Masahiro Motoki (il bravissimo attore che interpreta Daigo) di imparare personalmente l’arte della preparazione dei defunti (non perdetevi i titoli di coda, durante i quali compie un rituale completo) e la tecnica necessaria a suonare veramente il violoncello. Il regista, Yōjirō Takita, ha partecipato a molte cerimonie funebri vere per meglio riuscire a caratterizzare le diverse reazioni dei congiunti del morto anche se, pur dedicandosi molto a questo progetto, non immaginava nemmeno lontanamente l’enorme successo di pubblico che fu questo film. La colonna sonora scritta da Joe Hisashi conclude infine splendidamente il quadro narrativo, compenetrandosi nella trama grazie all'abilità del protagonista nel violoncello, strumento principale grazie a cui viene eseguita.

Daigo prosegue nel lavoro
Se UpRecensione del film d'animazione della Pixar infrange uno dei due tabù del cinema (non parlare di vecchi e non parlare di malati), come faceva notare Marco Grande Arbitro nei commenti al post ad esso dedicato, Departures si spinge anche oltre, incrinando il silenzio sulla convenzione sociale più radicata e sacra (non parlare dei morti) e arrivando a mettere in scena la morte stessa. Il risultato è un film meraviglioso, suggestivamente e sobriamente poetico, che porta lo spettatore assieme a Daigo in lungo un viaggio alla scoperta di una liturgia laica pregna di dignità e rispetto. La figura del tanatoesteta che esce da quest’opera non è più quella tipicamente tetra e grottesca dell’immaginario comune ma diventa una sorta di tramite grazie a cui chi rimane si congeda e si riconcilia con il defunto. Un film assolutamente da non perdere, che riesce a bilanciare egregiamente la drammaticità del tema di fondo con momenti più leggeri e un simbolismo semplice ma molto efficace.



Trailer italiano del film. Attenzione agli spoiler (mostra qualcosa in più rispetto a quello di cui ho parlato nella recensione). 



author

SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





32 commenti :

  1. Anche io ho in lista questo film.. non vedo l'ora di vederlo (mi manca sempre il tempo).. già immagino che mi piacerà tantissimo! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora è da recuperare è molto più bello di quello che mi aspettavo. Devo dire che il tema mi preoccupava un po' ma bisogna ammettere che è trattato in modo assolutamente impeccabile ^^

      Elimina
  2. Questo film è splendido, mi sono rimaste impresse soprattutto le scene in cui i protagonisti compongono i corpi con gesti lenti e precisi, ho trovato il rituale molto affascinante, per quanto triste.
    La colonna sonora poi è eccezionale, ma non c'è da sorprendersi visto chi è il compositore.
    Non sapevo che per dieci anni l'attore si fosse impegnato a imparare davvero quest'arte e a suonare il violoncello, che dedizione meravigliosa al proprio lavoro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra le altre cose bisogna dire che la cerimonia giapponese di composizione del defunto è molto più bella di quella che fanno da noi, dove gli impresari di pompe funebri sbattono i parenti fuori dalla stanza per poter agire indisturbati e permettono di rientrare solo quando il corpo è già nella bara.
      Il rituale che fanno è bellissimo e sembra quasi un gioco di prestigio, specialmente quando cambiano il defunto senza mostrarlo ai congiunti, devo dire che mi ha colpita molto.

      Pensa che Masahiro Motoki quando ha girato il film aveva circa quarantacinque anni: io non gliene avrei dati più di trenta (dannati asiatici che sembrano sempre più giovani di quello che sono) XD

      Elimina
  3. Un film STUPENDO.
    E, se non ricordo male, l'ultimo che mi abbia portato a piangere come un disperato davanti allo schermo durante la vestizione del padre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo pienamente, mi è piaciuto molto di più di quanto avrei potuto immaginare. Credo che sia veramente difficile riuscire a trattare un tema di questo genere così bene ^^
      La scena del padre è veramente stupenda, con il protagonista che da tramite tra le famiglie e il morto, diventa esso stesso destinatario del suo lavoro, venendo finalmente a patti con il suo passato e l'abbandono paterno.

      Elimina
  4. La nonnina del bagno pubblico!!! *fiumi di lacrime*
    Davvero un bel film, molto emozionante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La scena della cerimonia nonnina è bellissima e subito dopo segue quell'altrettanto bella scena al forno crematorio ç__ç

      Elimina
  5. mi fa molto piacere che tu abbia visto e apprezzato questo film! anch'io l'ho amato molto, pensa che quando ne lessi comprai il DVD dal Giappone perchè volevo assolutamente vederlo (non era affatto scontato che venisse distribuito nelle sale italiane) e quando è finalmente uscito nei nostri cinema, mi sono trascinata dietro tutta la famiglia e 5 amici dopo una propaganda durata giorni! sì, lo so, a volte sono insoppportabile ^__^ però è piaciuto molto a tutti e così nessuno ha potuto rinfacciarmi niente!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nelle sale italiane è stato distribuito malissimo, tant'è che all'epoca me l'ero persa. Come al solito lasciano un sacco di spazio a certi blockbusteroni inguardabili e lasciano passare in sordina film bellissimi come questo.
      Pensa che anche alla Dolce Metà (che è partito lamentandosi tantissimo sia per il tema sia per l'origine del film) alla fine è piaciuto abbastanza (che per i suoi canoni è già un mezzo miracolo) ^^

      Elimina
    2. ah guarda, io ho il dente avvelenato con i distributori italiani! a parte casi eclatanti come quelli di Porco Rosso e Totoro di Miyazaki che sono arrivati sui nostri schermi con quasi vent'anni di ritardo, molte pellicole che potrebbero avere un discreto successo vengono bellamente ignorate. per esempio il film tratto da Norwegian Wood/Tokyo Blues di Murakami, libro noto e amato anche da noi. è stato molto lodato, del resto il regista è bravo e noto, gli attori non sono da meno, però dubito che lo vedremo mai sui nostri schermi. perfino un mostro sacro come Kitano è di fatto sparito da qualche anno. poi sì, è vero che i giapponesi si fanno pagare cari e spesso impongono regole rigide riguardo allo sfruttamento delle loro pellicole, ma meno se ne vedono e più lo spettatore medio si assuefà a quelli che chiami giustamente blockbusteroni inguardabili. potrei dire altro, ma mi fermo...

      Elimina
    3. Lasciamo perdere, pure io ho il dente avvelenato con la distribuzione italiana. Anche con i film che arrivano nelle sale si comportano in modo inqualificabile. Schifezze immonde campeggiano in ogni cinema disponibile per settimane, mentre i film interessanti spariscono dopo pochissimo!
      Va bene che il cosiddetto "grande pubblico" si beve un po' quello che viene passato al convento però sinceramente non credo che tutti vogliano vedere solo film unicamente basati su effetti speciali e combattimenti assurdi, tralasciando trame e personaggi (e così torniamo anche al discorso del grande successo di Spartacus, che non si capisce bene da dove esca) XD

      Elimina
  6. Io non l'ho mai visto, ma mi interesserebbe parecchio. (sarei anche curiosa di parlarne con un giapponese, ma forse si offenderebbe)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guardalo, merita tantissimo come film! Assolutamente da non perdere ^^

      Elimina
    2. Visto ieri sera! Molto bello, dovrò farlo vedere a Fedo che temeva ci fossero parti troppo crude e si è rifiutato. In realtà mi ha sorpreso vedere anche molte parti buffe e leggere considerando il tema.
      Tu l'hai visto in giapponese con sottotitoli italiani? Esiste una versione italiana? Io pensavo fosse in inglese ma era in lingua originale con sottotitoli.

      Elimina
    3. Il bello di questo film è che parla di un argomento difficile senza essere minimamente crudo o morboso, anzi, pone l'accento sulla normalità dell'evento. Digli di recuperarlo che merita davvero :D
      Il l'ho visto in giapponese con i sottotitoli, non credo sia neacnhe stato doppiato in italiano, anzi si è un po' fatto finta che non esistesse proprio, nonostante l'Oscar vinto XD

      Elimina
    4. Visto anche lui! Ah, ma il trailer è in Italiano, quindi hanno doppiato anche questo. E ha vinto anche il Far East di Udine ( va beh, io li conosco tutti 'sti micro festival) forse l'hanno doppiato per quell'occasione.
      Bello comunque.. Sto guardandomi tutti i film due volte per rivederli con Goff, meno male che mi piacciono.

      Elimina
    5. Ottimo, ha fatto bene perché merita davvero! Allora probabile che l'abbiano doppiato, io l'avevo trovato in giapponese e l'avevo visto più che volentieri così :D
      Meno male sì ;-P

      Elimina
  7. Devo assolutamente recuperarlo, già mi interessava, in più tutti continuano a parlarmene benissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' un gran bel film, bisogna assolutamente vederlo, emozionante e decisamente ben fatto ^^

      Elimina
  8. Mi fà davveo piacere che ti sia piaciuto.
    Nella tua recensione hai colto molto bene ciò che il film vuole trasmettere.
    Una delle scene che preferisco è la carrellata di cerimonie che Daigo fà da solo, ci sono dettagli (segni unici d'affetto) che mi piacciono particolarmente come i calzettoni trendy della nipote messi alla nonna e i baci della moglie e delle figlie lasciati con il rossetto sul viso del marito/padre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, quella scena è veramente bellissima, un misto di tristezza e delicatezza senza fine. Riesce perfino a strappare un sorriso allo spettatore con quei particolari personalizzati che richiedono i vari parenti ^^

      Elimina
  9. Avevo notato questo film su una lista di consigli su IMDB.com, prima o poi lo recupero. In verità non centra molto, ma in qualche modo la trama mi fa venire in mente l'ultimo pezzo di Taxidermia :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' veramente un bel film, decisamente da recuperare. Taxidemia non lo conosco ma da quello che dice wikipedia direi che sono diversi. Lì si parla di un imbalsamatore mentre qui di un tanatoesteta. La differenza sembra sottile ma il ruolo è molto diverso. Mentre il primo come lavoro cerca di conservare i corpi, il secondo si limita a comporli e truccarli per l'estremo saluto delle famiglie, poco prima di essere cremato ^^

      Elimina
  10. Film che adoro. Mi è piaciuto tantissimo il personaggio principale, come carattere, come storia e come molte cose...
    Il film poi è molto commovente e davvero ci si lascia prendere dalla narrazione sublime.
    Interessante e bello il tuo post, soprattutto la parte in cui parli del noukanshi (pratica terribilmente meravigliosa), e la parte in cui parli dei retroscena della pellicola.

    (sai che la bacheca di Blogger non visualizza gli aggiornamenti del tuo blog??? uffa, sempre la solita storia, sorry!!!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo film è davvero stupendo, ne avevo sentito parlare bene ovunque ma ero comunque diffidente (per non so quali motivi). E' stato una vera e propria rivelazione ^^

      Con la bacheca di Blogspot anche io ho dei problemi esistenziale, ogni tanto si "dimentica" di segnarmi degli aggiornamenti >__<

      Elimina
  11. Ci sono rimasto malissimo quando non hanno fatto vincere l'Oscar a "Valzer con Bashir".
    Quell'anno lo vinse "Departures".
    Dopo averlo visto lo apprezzai molto, ma per me quel premio andava al film sopracitato.
    Vabbhè.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece sono contenta che abbia vinto un film giapponese, qui da noi queste opere sono praticamente sconosciute, mentre Valzer con Bashir aveva avuto una discreta pubblicità ^^

      Elimina
  12. Sembra un film davvero bello. Dovrò recuperarlo perché mi interessa e l'ottima recensione che ne hai fatto, mi ha intrigata un sacco.
    Sapevo che gli shintoisti tendono a non parlare della morte e tutto ciò che ha a che fare con essa è considerato sporco, ma stupidamente non avevo esteso questo concetto a chi lavora con i morti.
    Ancora non ho visto il film e già mi dispiace per il protagonista abbandonato dalla moglie per questo motivo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà non ci avevo mai pensato neppure io. In ogni caso si vede proprio che il rapporto con il defunto è diverso e la cerimonia di composizione del corpo è veramente stupenda. In generale è un film da recuperare assolutamente!

      Elimina
  13. Bello, bello, bello. Chi pensa che Giappone sia solo fumetti e ragazze vestite come sailor moon potrebbe restarci malissimo. Il tema del film e la delicatezza con cui viene raccontato potrebbe spiazzare molte persone, questo è un film che o si ama o si odia. Io lo amo!
    P.s. prendendo spunto dal commento di Marco quassù, per caso hai scritto la recensione anche di Valzer con Bashir?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo, trovo comunque che sia un film da vedere assolutamente perchè mostra un aspetto molto particolare della cultura nipponica, che differisce parecchio dal punto di vista occidentale. In generale mi sono veramente piaciute tantissimo le cerimonie, assolutamente uniche e meravigliose. Prima della visione ero tra il dubbioso e il preoccupato che fosse una cosa inguardabile, ma dopo i primi cinque minuti mi aveva già conquistata ^^
      PS No, ma ci sto pensando seriamente (con i miei tempi tecnici) ^^

      Elimina

Un commento è sempre molto gradito!

Se non ha voglia di loggarti, ricordati che con l'opzione Nome/Url puoi mettere un semplice nick di fantasia (la Url non è obbligatoria), così nelle risposte non verrai confuso con altri Anonimi.